Archive - Febbraio 2014

Moby Dick: l’amore per i libri non è in via d’estinzione

Ci sono dei posti che sanno di buono. Che appena ci metti piede ti senti bene. Non sono tanti, di questi tempi. Purtroppo. Eppure ce ne sono, ed è nostra cura raccontarli. La mia nuova scoperta si chiama Moby Dick ed è una libreria piccolina che si trova a Caldonazzo (via Roma, 8, 📞 0461 718164), gestita da Pino Loperfido – scrittore e giornalista – e da sua moglie Rita. Una scoperta, ma non una sorpresa per me, che conosco Pino da qualche anno. Burbero più per piacere che per dovere, ogni volta che parla di questa sua creatura cambia espressione. Segno inequivocabile di un amore corrisposto. E dopo averla visitata ho capito il perché.

Pino, come è nata l’idea di realizzare libreria in un un piccolo paese come Caldonazzo?
Si è trattato del punto di arrivo di un percorso passionale legato ai libri, cominciato durante l’adolescenza. L’idea di aprire una libreria è romantica e maledettamente in contrasto con gli stigmi dell’epoca che stiamo vivendo che è veloce, distratta e superficiale. I libri invece predicano tutt’altro. E oltre a predicare, sanno anche razzolare…

Perché l’avete chiamata Moby Dick?
Cercavamo un nome che andasse bene per grandi e per piccini. Ma oltre a richiamare uno dei libri più importanti della storia letteraria, Moby Dick è una balena e una balena è un simbolo molto importante. Il rischio di estinzione, ma anche la tenacia, la forza nell’inseguire un obbiettivo e, alla fine, raggiungerlo…

Molto spazio è dedicato ai bambini. Con che criterio selezionate libri e giochi?
La selezione è molto attenta e basata sul valore educativo delle storie e dei giocattoli, ma anche sulla qualità delle illustrazioni. Proporre giocattoli in legno e passatempi di una volta vuol dire anche volgere lo sguardo alla tradizione e ai valori che la modernità sta tentando impunemente di scipparci.

In questi anni siete diventati una risorsa preziosa per il territorio, tant’è che i clienti vengono da tutta la Valsugana e non solo. Qual è la chiave di questo successo?
Probabilmente il non cercare il guadagno facile. Il nostro negozio ha altri scopi e la gente lo ha capito. Sono tanti quelli che vengono da noi solo per farsi una sana chiacchierata su un autore o su un illustratore, scambiare i pareri su un saggio politico. E i tanti incontri che facciamo sono una delle cose più belle che ti regala questa attività. Il libraio che consiglia un libro è una figura in via di estinzione. Proprio come le balene.

Come vivono i tuoi tre figli quest’esperienza della libreria “in casa” e qual è il loro rapporto con i libri?

I miei figli sono molto felici di questa esperienza. Il più grande già ci lavora, di tanto in tanto. Nelle nostra famiglia il libro è al centro da sempre. Un oggetto dal quale è molto difficile prescindere, un compagno di viaggio capace di accompagnarti per tutto il corso dell’esistenza. I libri ci parlano di noi, ci dicono cose che talvolta nemmeno noi sapevamo.
Nel 2011 hai dato vita al Trentino Book Festival. A giugno si terrà la quarta edizione. Ci dai qualche anticipazione sul programma dedicato ai bambini?
Il Trentino Book Festival Junior è una parte fondamentale della tre giorni di Caldonazzo. Quest’anno si terrà dal 13 al 15 giugno. I bambini possono prepararsi perché per loro abbiamo preparato un menu ricchissimo e allettante. Faccio solo due nomi, tanto per gradire, Geronimo e Tea… Vi ricordano qualcosa?

 

Agritur La Fattoria

Piccolo agriturismo caratterizzato da grande entusiasmo ed esperienza nel settore. I bambini potranno fare amicizia con mucche, vitelli, pecore, agnelli, e poi capre, un’asinella e tanti altri animali da fattoria anche d’inverno. Aperto tutto l’anno preferisce proporre con la bella stagione, sempre su prenotazione, i laboratori (svolti da circa metà maggio in poi o comunque in base alla temperatura, in quanto si tengono generalmente all’aperto).

La visita alla fattoria invece è sempre possibile. Le attività sono in genere: “Dal chicco di frumento al pane” (o dolci) da portarsi a casa; “Sgranatura delle pannocchie di mais e macinazione”, “Raccolta erbe spontanee”.

Possibilità di pernottamento, ristorazione, degustazioni, vendita di prodotti aziendali come uve da tavola, vini, frutta, piccoli frutti, ortaggi, miele, trasformati, carne, uova. I visitatori possono consumare il pranzo al sacco o concordare il pranzo. I costi dipendono dal tempo di permanenza: indicativamente 9 euro mezza giornata, 13 tutto il giorno. 

Per le attività con i bambini chiamare in anticipo anche per il pranzo (almeno un giorno prima). Meglio per gruppi di 5-6 bambini.

Indirizzo: via alle Saline 3, Fraveggio
Contatto: 0461.340078, 338.9391322, agriturlafattoria@virgilio.it

I bambini e l’amore

L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno, senza volere che l’altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni)

Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è l’amore. (Rebecca, 8 anni)

L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

L’amore è quando una donna vecchia e un uomo vecchio sono ancora amici anche se si conoscono bene. (Tommaso, 6 anni)

L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni).

Queste sono frasi sull’amore pensate da alcuni bambini e trovate su internet, a cui aggiungiamo quella di Timothy che ha appena detto a mamma Manuela: “Che bella la festa degli ANIMORATI! L’amore è una cosa bella che viene dal cuore”.

Il mio primo amore si chiamava Mattia, era bellissimo ed è stato il mio unico pensiero dalla prima alla quinta elementare, senza essere minimamente contraccambiata. Di quegli anni ricordo che è a causa sua che sono diventata milanista; che ho ancora nel portafogli un medaglione di carta disegnato da lui; che amava Sara, la mia migliore amica, la cosa peggiore che potesse capitare; che l’unico momento in cui il mio sentimento ha vacillato è stato in quarta elementare, quando mi han detto che quando si ama ci si bacia attorcigliando una lingua con l’altra e che poi bisogna fare un bambino…questione dolorosissima, perché dove passa un limone deve passare un melone (giuro, parole esatte! Non sapevo neanche da dove dovesse passare il melone, ma mi sembrava una metafora sufficientemente tremenda) . E voi, cosa ricordate dell’amore e di quando eravate piccoli?

Il Club delle matrigne

“Se adesso mi faccio male vedrai quanto si arrabbia con te papà”: è stato questo il tuo benvenuto, in piedi sulla vasca da bagno, pronto per saltare giù. Avevi cinque anni ed il futuro era un grande punto interrogativo. Ma amavo il tuo papà ed il rosso era il nostro colore preferito, adoravamo il pollo con le patatine fritte e la maionese ed avevamo entrambi una curiosa riga sul naso che compariva ogni tanto, senza un perché. Mi sembrava una buona base di partenza.

Incontrare una persona separata con un figlio apre una voragine di pensieri inattesi. Perché è equilibrismo allo stato puro ed il rapporto incredibilmente denso che avevi – e hai tuttora – con il tuo papà mi faceva una gran paura. C’è stato poi un vestito estivo stropicciato a forza di averti in braccio; il complimento più bello che abbia mai ricevuto in tutta la mia vita; le tue manine fumanti in inverno che si allungano verso le mie, mentre dici con un tono fintamente sdegnato: “Dammi qua che te le scaldo”. E ho capito che non c’era niente da avere paura. Perché l’amore non si divide, ma si moltiplica.

Sei un compagno d’avventura speciale, capace di sciogliere con semplicità le questioni più complicate. Come quando hai risposto ad uno sconosciuto che mi cercava al cellulare: “Aspetta che te la passo. Chi sono io? Un suo grande amico”. Per me – che ho passato anni a chiarire, a precisare, a giustificare, a trovare le definizioni corrette per non urtare la sensibilità di nessuno – è stato sorprendente. Ed è stato proprio quando ho smesso di pensare, che è stato possibile sentire. E’ stato quando ho smesso di vedere se mi davi un bacio oppure no prima di andare, che non ne hai più dimenticato nemmeno uno. E’ stato da quando ho smesso di temere il tuo giudizio – perché è vero che siamo amici, ma è anche compito mio darti delle indicazioni – che te ne esci con frasi capaci di far fare al mio cuore mille capriole.

Perché scrivere questo post? Perché oggi compi dieci anni ed è bello vederti diventare grande. Perché vorrei che chi si trova in una situazione simile alla mia – o magari più difficile, perché non tutti sono fortunati come lo sono stata io – sapesse che c’è sempre un momento in cui la vita restituisce l’amore dato. Con gli interessi. E perché vorrei dire a chi ancora se ne esce con un “mi dispiace, non lo sapevo” – quando spiego che non sei mio figlio – che non c’è niente di cui dispiacersi. Perché l’amore di un bambino nei confronti dei propri genitori è praticamente scontato. Il nostro invece l’abbiamo costruito insieme pezzetto per pezzetto. Con qualche fatica e tante risate.

A tutte le mie colleghe “matrigne” (già, perché la nostra bella lingua italiana non ha saputo ancora inventare un altro termine) consiglio di leggere questo meraviglioso blog, “dedicato a tutte le donne che hanno scelto compagni o mariti di seconda mano, con figli avuti da altre. Donne che hanno difficoltà a interpretare  il loro ruolo, soprattutto perché il loro ruolo, oggi, non esiste. Non è codificato, è poco trattato, anzi maltrattato. Il suo nome, in tutte le lingue, suona dispregiativo. La casistica delle matrigne va da Grimilde  in giù, tutte figure decisamente poco edificanti. E totalmente lontane dalla realtà. E allora, avviciniamoci, tutte insieme, e parliamone.”

Silvia

Libera-Mente Associazione Genitori Montessori Trento

Siamo un gruppo di famiglie che insieme sogna per i propri figli e per tutti i bambini un’educazione Montessori. Vorremmo che ai bambini fosse rivolto uno sguardo diverso, rispettoso delle loro differenze, capace di trasmettere l’incanto della conoscenza e di educare alla pace. Per questo promuoviamo seminari, conferenze e eventi che possano contribuire a promuovere il pensiero di Maria Montessori, ma non solo, e soprattutto lavoriamo perché a Trento si diffondano il più possibile esperienze educative montessoriane.

Maggiori informazioni QUI

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