Dal Rifugio Monte Lefre una sorpresa nella roccia!

Non immaginereste mai cosa si vede da quel buco nella roccia! Per questo ho deciso di raccontarvi questo itinerario, che si trovano nel libro “La montagna racconta, itinerari escursionistici sulle tracce della grande guerra tra Tesino e Vanoi” perché i suoi resti testimoniano il primo grande conflitto che sconvolse il mondo. Un itinerario in quota, da fare non appena arriva un po’ di caldo.

Per raggiungere il Monte Lefre, bisogna percorrere la statale 47 della Valsugana e dopo Borgo, all’altezza di Strigno, seguire le indicazioni per il passo del Brocon – Tesino fino all’abitato di Pradellano. Da qui si gira a destra e seguendo le indicazioni si prosegue per il Rifugio Monte Lefre. Potete parcheggiare nei pressi del rifugio, dove è possibile mangiare o pernottare.

Da qui si prende la stradina sterrata che costeggia il prato sulla sinistra che con una breve passeggiata, tutta immersa nel bosco, vi porta al caposaldo, segnalato da apposita targa. All’interno si trova un’apertura che riserva uno splendido panorama sulla vallata. Attenzione per lavori momentaneamente non è consentito l’accesso.

Proseguendo il percorso si trova anche uno splendido belvedere con magnifico panorama sulla vallata e sui monti circostanti, dall’altopiano di Asiago al Lagorai, fino al gruppo di Rava.

Successivamente salendo lungo le scalette rocciose si arriva al secondo punto panoramico, dove una tabella indica i nomi delle montagne e due panchine invitano alla sosta. Entrambi i balconi sono protetti da parapetti e sono perciò sicuri. Attraverso i sentieri si ritorna al punto di partenza, il rifugio, dove potete gustarvi un ottimo pranzetto.

IL RIFUGIO

Il rifugio nasce nel 1970 e da allora è sempre stato gestito a conduzione familiare, oggi infatti ad accogliervi troverete Sofia e Nicola che sono la terza generazione. Un grande prato verde circonda il ristorante, abbellito con diverse sculture in legno raffiguranti vari animali.

Noi abbiamo mangiato un ottimo tagliere di formaggi di malga, degli gnocchetti con il ragù di cervo e un piatto con funghi, spezzatino di cervo e polenta realizzata con una miscela di ben tre farine, tutte rigorosamente trentine e cotta sulla stufa a legna nel paiolo di rame. Un piatto da non perdere è sicuramente il formaggio fritto, la cui ricetta è stata tramandata di generazione in generazione.

Abbiamo chiuso infine la nostra deliziosa esperienza con una bella fetta di torta di ricotta e mirtilli e una fetta di treccia mochena, realizzate con burro fresco di malga e marmellate di loro produzione.

 

La struttura è aperta tutti i fine settimana e i festivi fino al 6 gennaio 2023, è consigliata la prenotazione. Trovate tutte le informazioni QUI.

Dal rifugio, imboccando la strada asfaltata sulla destra, in circa cinque minuti si può raggiungere la chiesetta alpina, inaugurata nel 2003 e dedicata ai caduti delle due guerre mondiali. E’ segnalato anche un ulteriore percorso, “Il sentiero dei fiori” che faremo sicuramente la prossima volta!

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