Parto in casa: la parola ad un papà!

Abbiamo parlato di parto in casa. Abbiamo raccontato cosa significa e cosa comporta intervistando un’ostetrica che da oltre 30 anni i parti in casa li segue e abbiamo chiesto ad una mamma di raccontarci la sua emozionante esperienza. Ci sarebbe da pensare che sul parto in casa non si sia più niente da dire! Invece no! Quando un bambino nasce all’interno delle mura domestiche anche il papà diventa parte attiva di tutto il processo, non è più solo uno spettatore il cui unico compito è detergere la fronte della neo mamma. Qui il papà diventa protagonista insieme a tutta la sua famiglia.

Impossibile rimanere indifferenti alla sua testimonianza, ecco il suo racconto.

“La scelta del parto in casa per Caterina, la nostra seconda figlia è stata quasi naturale. Mia moglie aveva espresso il desiderio di farlo anche con la nostra prima figlia, ma allora la cosa mi spaventava parecchio. Ma poi, vista l’esperienza piuttosto brutta del primo parto in ospedale e dopo aver approfondito e letto vari articoli sul tema, mi sono convinto anch’io che il parto il casa era la scelta migliore per la nostra famiglia.

La gravidanza non è una malattia, non c’è nulla di patologico che richieda necessariamente l’ospedale. Anzi, in situazioni normali e fisiologiche l’ambiente ospedaliero crea più danni che altro. Non solo per questioni di igiene (è molto più facile prendersi infezioni in ospedale che nel proprio ambiente domestico), ma soprattutto per quel clima di raccoglimento e di intimità che il parto richiede e che l’ospedale, per sua natura, non può fornire ( e spesso distrugge).

Nei giorni precedenti, abbiamo quindi immaginato quale poteva essere la stanza più adatta e preparato tutte le cose necessarie: asciugamani, candele, musica... e anche questo è stato davvero un bel modo di prepararsi al parto. Più coinvolgente anche per me visto che nel parto, per quanto ci si possa immedesimare, per il papà è davvero tutta un’altra cosa.

C’è una asimmetria enorme, una distanza incolmabile rispetto a quanto vive la mamma. Questa distanza rimane sempre, è costitutiva, ma in casa si crea un’intimità diversa, molto più intensa, più calda, più viva. C’è un coinvolgimento che l’ospedale non crea. E poi fare colazione dopo poche ore, pranzare tutti assieme… godersi tutti i momenti fin da subito, senza dover pensare a valigie, trasferimenti, viaggi in macchina, ecc. Probabilmente non c’è cosa più bella al mondo che un parto in casa. La vita che nasce in un ambente caldo, intimo, nell’ambiente che conosci meglio, in cui sei più rilassato e a tuo agio. E che potrai ricordare per sempre, associando al ricordo un ambiente reale, un profumo, un colore, una musica… uno spazio che vivi tutti i giorni.”