La cava de le bore in gioco

C’era una volta un torrente, il Travignolo, che aiutava i boscaioli di Predazzo a trasportare i tronchi tagliati fino al fiume Avisio. Ma come facevano i tronchi ad arrivare fin lì, nel torrente? Con un sistema astutissimo ed ingegnoso, soprattutto per i mezzi che si avevano allora: la “cava de le bore” è un canale in selciato largo un metro e lungo 2 chilometri circa, utilizzato fino alla fine degli anni Cinquanta dai boscaioli in inverno  per far scivolare i tronchi fino a valle.

Tutto questo, e molto di più, lo abbiamo scoperto grazie ad una interessante attività organizzata da APT Valle di Fiemme,  che prevede una visita teatralizzata per famiglie.

Un gruppo di teatranti accompagna grandi e piccini lungo il sentiero che affianca la cava, rendendo la salita nel bosco meno difficile e molto appassionante. I bambini vengono infatti coinvolti in un gioco a squadre: un esploratore alla volta avanza sul percorso e pone una domanda a chi resta indietro. La squadra che indovina riceve una sorpresa che non possiamo proprio svelare.


Bisogna anche parlare una lingua speciale: “Abaufè, Abaufè” il richiamo usato da sotto per comunicare con chi sta in alto, “Sioi, Sioi” la loro risposta! E dopo ogni risposta esatta si può avanzare alla ricerca del mattone mancante del famoso muro filosofale che alla fine regalerà un consiglio di vita davvero importante.


Ci siamo divertiti moltissimo, scoprendo anche tante cose interessanti perché gli attori della compagnia teatrale “La Pastièrè” sono bravi e preparati: ci hanno svelato molte curiosità sull’argomento e il gioco coinvolge proprio tutti. E poi passeggiare nei boschi fa sempre stare bene. Se poi lo si fa con allegria, ancora meglio.

Info utili

Puoi prenotare la tua esperienza gratuita ogni lunedì alle ore 10.00. Consulta la nostra AGENDA per conoscere tutte le date e prenotarti: clicca QUI

Per maggiori informazioni visita il sito dell’APT Fiemme.

Lo sapete che le cave de le bore in Val di Fiemme sono tre? Noi siamo stati a visitare anche quella di Valfloriana. Leggete QUI il nostro racconto.