Ok si sale in quota… ma con cosa?

Piccolo vademecum sugli impianti di risalita. 

Se vi siete ancora fatti la fatidica domanda “Che differenza fa fra una seggiovia e un’ovovia?!” questo è l’articolo per voi. Se qualcuno leggendo questo post penserà “Io lo sapevo già” buon per lui, ma noi siamo certi (anzi certissima) che chi non è abituato ad andare in montagna non abbia le idee troppo chiare. L’idea dunque è di provare a fare chiarezza fra i vari “impianti a fune”, ci state?

Io, per evitare confusioni, dividere gli impianti in “aperti” o “chiusi”, mi pare più immediato:

  • IMPIANTI CHIUSI (si sta riparati dagli agenti atmosferici) :

 

    1. OVOVIA: diversi nomi che indicano lo stesso tipo di impianto a fune con navicelle a poca distanza una dall’altra per il trasporto delle persone. Hanno quell’inconfondibile forma di uovo (qualcuno li chiama anche ovetti”? ). Può contenere di norma 6/8 persone, che stanno sedute. Comodo anche per i passeggini.   
    2. FUNIVIA: impianto a fune dotato di grandi cabine che salgono e scendono alternandosi, e che normalmente superano grandi dislivelli. Possono ospitare anche 70/80 passeggeri, che stanno in piedi. Comodo per i passeggini. 
      1. CABINOVIA - Pejo3000

        CABINOVIA – Pejo3000 

 

  • IMPIANTI APERTI 
    1. SEGGIOVIA – impianto a fune aperto su cui ci si siede uno accanto all’altro, fino a 6 persone contemporaneamente. In estate normalmente, soprattutto con bambini piccoli, la velocità viene ridotta per permettere a tutti di posizionarsi in sicurezza fino all’abbassamento delle barriere ad altezza pancia, che garantiscono un trasporto sicuro. Da usare con attenzione con bambini piccoli, che devono stare in braccio dei genitori (no bambini che non riescono a stare fermi e che si divincolano). I passeggini normalmente vengono caricati sulla seggiovia precedente o successiva e caricati/scaricati dal personale degli impianti.

C’è infine la funicolare, che però è un mezzo di trasporto “terrestre”, perché dotata di veri e propri binari. Ne sono un esempio quella della Mendola o quella in Val Gardena che sale sul Monte Resciesa.

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