A casa mia già si parla di Natale, complici i tanti mercatini che aprono, le luminarie e il fatto che io aspetto Natale tutto l’anno come un dono. I miei figli hanno preso da me e oggi Timothy era decisamente in modalità Christmas perché ha voluto destreggiarsi con un lavoretto di recupero a tema. Noi che siamo da sempre accumulatori seriali di materiali utili per i lavoretti avevamo fatto scorta di rotolini della carta igienica finita che oggi, finalmente hanno trovato nuova vita.
Ecco l’albero di Natale da appendere tutto handmade di quel pazzerello di Timmy. Vi piace? Ci sono serviti appunto: i rotolini (circa una decina ), la colla a caldo, la cucitrice, nastrino rosso e decorazioni varie a piacere (noi abbiamo usato i resti di pacchetti regalo ecc..).
Bisogna tagliare ogni rotolino in tanti cerchietti più o meno di 1 cm di spessore e poi assemblare l’albero avvicinando uno all’altro i cerchietti, un po’ come quando si compone un grappolo d’uva. Si spillano fra loro i vari anelli e quando tutto ha preso forma, anche schiacciando e ovalizzando i vari anelli, si comincia a decorare con un puntino di colla a caldo per ogni addobbo.
Se lo si vuole appendere basta fissare dietro, in verticale, un anello che farà da gancio. Timothy lo ha usato per decorare la sua stanza e ne va molto fiero.
Gli era rimasta ancora un po’ di creatività repressa e così ha realizzato (mentre tentavo di riordinare senza risultati) un albero di Natale ricicloso con i tappi di plastica (ho trovato fortissima la sua idea di usare il tappo verde del detersivo come fusto dell’albero 😉 ) e un pupazzo di neve da appendere all’albero sempre con i tappi.
Questo pomeriggio Timtohy non era proprio in forma, forse per stanchezza o forse per l’influenza in agguato, ha voluto rallentare un po’ è il suo antidoto da sempre è fare i lavoretti. Io ne avevo visto uno che mi piaceva molto, autunnale e simpatico, così gliel’ho proposto ed ecco il risultato: una carinissima lampada di foglie!
Lui aveva raccolto il giorno prima un po’ di foglie perché voleva fare un cestino d’autunno (che ha poi fatto con paglia, cachi, uva, zucche, arance e foglie) così le abbiamo usate anche per questo lavoretto. Se volete provare anche voi dovete avere:
delle foglie cadute, un vasetto di vetro, colla vinilica, un pennello, un po’ d’acqua e una bacinella. Per accendere avete bisogno, ovviamente, di una candelina tealight.
Per prima cosa diluite della colla in una bacinella con un pochino d’acqua. Poi appoggiate le foglie come desiderate e spennellate con la colla diluita. Continuate fino a ricoprire la superficie del vasetto oppure parti di essa. Lasciate asciugare e se avete uno spray / vernice trasparente spruzzatelo per fissare, ma non è necessario.
Noi ci siamo divertiti a pasticciare con la colla e ad accendere questa speciale lanternina autunnale. Provate anche voi!
Questa è una super idea: bella, buona e sana! Se vi piacciono gli snack Antonella Iannone (del blog incucinapuoi.it) ha trovato un nuovo modo di concepirli: unire la genuinità con l’allegria. Si dice che ci voglia amore per cucinare bene, ma a questo punto direi che se ci sono di mezzo i bambini un pizzico di allegria non guasta. Ecco le CHIPS COLORATE di verdure: facili e veloci da realizzare, ma anche leggere perché cotte al forno! Mi pare che ci siano tutti i presupposti per passare anche i più duri dei test sulla genuinità ( di questi tempi poi..). La cosa bella è che questo è solo l’inizio: ci si può infatti sbizzarrire perché possono andar bene tutte le verdure che troviamo ora sui banchi del mercato e possono essere condite con spezie di ogni tipo, dandoci l’occasione di sperimentare nuovi gusti e aprire le porte a nuovi profumi, nuove consistenze e aromi anche ai nostri piccoli.
Mi raccomando però, la cosa importante, mi ha spiegato Antonella, è non bagnare troppo le fettine di verdura con olio, altrimenti si rischia di bruciarle e di renderle un pochino troppo “caloriche”.
Penna e bloc notes alla portata? Allora via con la lista della spesa (low cost come sempre):
1 barbabietola
1 sedano rapa
1/2 zucca
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
rosmarino, o paprika dolce o pepe (o altre spezie)
sale
Vi serviranno: mandolino, ciotolina, carta forno.
Ecco come prepararle:
Preriscaldare il forno a 180° ventilato. Sbucciare le verdure e con una mandolina affettarle finemente. Rivestire una placca con carta forno e disporre le fettine di verdure. In una ciotolina versare il cucchiaio d’olio e mescolarlo con la spezia scelta. Spennellare ogni fettina di verdura con l’olio profumato. Infornare e cuocere per 15 minuti circa. A metà tempo aprire il forno e girare le singole fettine. Una volta cotte togliere dal forno e salare. Et voilà!
A noi piacciono tantissimo tutti questi colori e ci invogliano un sacco oltre che ad essere “in tinta” con i colori dell’autunno che si vedono fuori dalla finestra! Potete portarli anche al cinema… altro che pop-corn! 😉
Buon week end a tutti e date un’occhiata anche ai corsi di Antonella sul suo blog o sulla pagina Facebook “Passione Cucina”, le sue idee sono sempre uniche!
Vi parlerò onestamente, il libro di cui sto per raccontarvi non mi ha entusiasmato: troppo lungo, troppo noioso e con delle illustrazioni un po’ anonime. Timothy si è addormentato a metà di pagina tre. Vi basta? A me poi non è piaciuto nemmeno leggerlo: uno sbadiglio ad ogni pagina e un sacco di ripetizioni. Se vi consiglio di acquistarlo? Assolutamente…sì!
Non sono impazzita ovviamente, vi sto solo raccontando del caso editoriale del momento: “Il coniglio che voleva addormentarsi“ di quel genio di Carl-Johan Forssén Ehrlin che ha messo insieme, oltre alla sua esperienza, una serie di tecniche psicologiche di rilassamento e ha creato un libro che mancava nel panorama delle tecniche per tentare di addormentare i pupi (ricordate il tanto discusso “Fate la nanna?”). E’ un volumetto anche scontato da un certo punto di vista, ma vi assicuro che ha i suo fascino e, secondo me, funziona. Però attenzione: non sono ammessi errori nella lettura, i genitori devono prima essere certi di cosa stanno per fare. Niente paura, ovviamente, si tratta solo di rendere efficace o meno il libro, nulla di più, ma in ogni caso, siccome la lettura non è per niente entusiasmante, meglio essere consci delle regole.Le trovate tutte elencate nella prima pagina alla voce “Istruzioni per il lettore”. Prima di tutto dovete sapere cosa significa il grassetto, il corsivo e le parentesi quadre. Dovete coinvolgere in modo “passivo” il vostro bambino e assicurarvi che le condizioni ambientali siano giuste per facilitare il sonno.
Io ho provato e nonostante fossi partita davvero scettica alla fine mi sono ricreduta. Ora non so se Timothy si è addormentato fisso per via del libro o per via del fatto che era stanco morto dopo un giorno intero tra lavoretti, corse, giochi e molto altro, certo è che si è addormentato molto facilmente e soprattutto mi pareva rilassato più del solito. Leggendo però ho provato a immaginare la situazione con un bambino più piccolo e più reticente al sonno e credo che potrebbe realmente funzionare.
Io vi consiglio di provare. Secondo me è un’esperienza da fare e in fondo anche se il libro, come avevo premesso, non è avvincente, la lettura a voce alta per i bambini non può che far bene. Unico neo, secondo me, è il prezzo: 14,90€ mi é sembrato un po’ tanto, anche se ho la certezza che per i genitori che hanno problemi di “nanna” con i propri bambini, se funzionasse non sarebbe nulla di che. Insomma bisogna valutare l’efficacia per considerarne il prezzo giusto o meno. Edito da Mondadori lo trovate disponibile anche come e-book. Io l’ho acquistato a Lavis da Elena, de La Pulce d’acqua, perché come sempre a me piace il gusto degli acquisti nelle piccole realtà.
Ok, parliamoci chiaro: io non sono una fissata con il biologico. Sono più una paurosa, di quelle che al supermercato guardano la frutta e la verdura con sospetto e controllano pure il prezzo, di quelle che la mettono nel carrello e poi tornano indietro con mille paranoie sul fatto che magari il prezzo sia dovuto proprio alla scarsa naturalezza del prodotto. Risultato? Perdo un sacco di tempo, mi innervosisco e mi sento pure in colpa. Ergo: devo assolutamente capire come fare a trovare un equilibrio e forse grazie a una notizia apparsa sui giornali qualche giorno fa e ai consigli della nostra nuova amica Antonella Iannone di incucinapuoi.it ce la sto quasi facendo. Sì perché la verità è che il rischio del “biologico non biologico” in fondo lo corriamo tutti e le nostre mamme/nonne, casalinghe terroriste nel DNA e abituate ai ritmi dei mercati rionali, ci aiutano ad accrescere i dubbi: “Ma chi te lo dice che è davvero biologico?”. Attenzione! La parolina “davvero” ci spiazza, ma è la chiave. Allora come fare se siamo incerti o negati per il bio come me? Ecco la soluzione: concedersi il lusso di rischiare nei casi in cui non possiamo accedere ad un bio certificato o che ci dà sicurezza oppure affidarci a negozi specializzati ma soprattutto consigliati da chi ne capisce.
Partiamo dall’inizio. Rischiare sul non bio? Si può! Sappiate che esistono i cosiddetti “Clean Fifteen”, ovvero 15 prodotti ortofrutticoli che secondo l’Environmental Working Group hanno il più basso indice di residui chimici nella polpa edibile e che, quindi, possiamo tranquillamente comprare non-organici. Ditelo vi prego: “Fantastico! Niente più sensi di colpa”. Ma ecco quali sono: CIPOLLE, MAIS, PISELLI, MELANZANE, ASPARAGI, PATATE DOLCI, CAVOLFIORE (evviva! 😉 ), CAVOLO CAPPUCCIO, AVOCADO, ANANAS, MANGO, PAPAYA, POMPELMO, KIWI, MELONE, ANGURIA. Una lista spettacolare, soprattutto ora che arriva l’autunno e che pompelmi, kiwi, mango e papaya si trovano tranquillamente, per non parlare di patate dolci, piselli e cavoli vari. A me questa lista piace e devo dire che parlando con Antonella anche lei la trova interessante e ci regala, per l’occasione, una dritta veloce per una ricetta: gli Spätzle pasticciati con il cavolfiore (slurp!).
Ma se esiste una lista “buona”, vi chiederete, esiste pure una lista “cattiva”? Sì ahimè, ci sono una serie di alimenti che vanno assolutamente acquistati “bio” e, attenzione, sapete chi sono i capofila? Due grandi amici dei trentini: MELA e UVA! Seguno: PESCHE, FRAGOLE, MIRTILLI, SEDANO, PEPERONI, SPINACI, POMODORI, CETRIOLI, PATATE. Su questi, se non ne conoscete per certezza la provenienza, avete ragione a farvi venire i sensi di colpa, quindi lasciateli sul bancone e cercateli nei posti “giusti”.
Ed eccomi al dunque: quali sono i “posti giusti” per il bio? Vi dicevo che io e il bio non andiamo molto d’accordo, ma Antonella mi è venuta in soccorso e la prima cosa che mi ha suggerito è stata di dare un occhio ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale). Se non sapete cosa sono ve lo spiego: sono gruppi di persone che si uniscono per procedere ad acquisti di gruppo intelligenti: perché abbattano i prezzi giocando sulle quantità, perché grazie alle varie esperienze dei componenti e al potere del quantitativo possono rivolgersi a produttori certificati e di ottima qualità. Antonella, nel gruppo GAS di Arco, ci racconta di una pasta incredibile che arriva niente poco di meno che da “Liberaterra” (a volte trovate alcuni prodotti anche nei supermercati Coop) o di arance senza uguali che arrivano da giovani produttori siciliani. Certo, l’idea, se possibile, è di acquistare anche a chilometri zero, ma non sempre è fattibile. Parlando di mele (che fanno parte della “sporca dozzina” di cui sopra) lei ci suggerisce i prodotti di Maso Rossi dove potete trovare anche pere, ciliegie, prugne e noci (Località Maiano – Cles – 0463-422753) per citare una delle aziende da cui lei si serve, ma avrete sicuramente sentito parlare anche della “Biocesta del gusto”, una cassettina di cose buonissime che arrivano ogni settimana in punti strategici o addirittura a casa. Antonella poi ci consiglia negozi cittadini come “L’Origine” di Trento e “Natura Sì”, ma naturalmente qui i prezzi salgono. In ultimo anche lei attende con impazienza la fiera “Fà la cosa giusta”, in programma a Trento Fiere dal 23 al 25 ottobre, che si occupa di consumo critico e di stili di vita sostenibili in Trentino, dove sicuramente ci saranno spunti interessanti.
Insomma ora non ho più scuse ma ho sicuramente qualche motivo in più per essere accorta negli acquisti. La mia natura confusionaria mi impedirà di essere perfetta su questo fronte, ma sicuramente saprò cosa evitare al banco ortofrutta e magari posso prendermi del tempo per capire meglio i GAS. Provare per credere!
Oggi Timothy ha scoperto l’emozione vera, quella che ti azzera la saliva e ti fa diventare il viso rovente e un pochino lo comprendiamo perché ha potuto parlare con un personaggio non solo famoso, ma anche straordinario: Samantha Cristoforetti. A Trento per inaugurare al MUSE il suo “Post Flight Tour”, ha tenuto una conferenza stampa a cui il Trentino dei bambini non poteva mancare perché in ogni bambino, secondo noi, c’è un po’ di Astrosmantha. Sì, perché che si sogni lo spazio, il cielo, un’aula di tribunale, una caserma dei pompieri o qualsiasi altra cosa la chiave è sempre quella: “Don’t panic!” (“Non avere paura!”) come ha scritto Samantha in dedica a Timothy sul suo libro. Bisogna osare e credere nei propri sogni e avere la determinazione di perseguirli. Cosa ha chiesto Timothy nella sua personale intervista che prevedeva un’unica domanda? Non facile decidere, ma alla fine è andata così:“Ciao Samantha, ho saputo che gli astronauti per andare nello spazio possono portare solo una piccola borsa. Tu cosa ci hai messo dentro?”.
Starete pensando che è banale, anche un po’ impicciona come domanda ma alla fine ci ha regalato quello che volevamo e cioè vedere questo personaggio incredibile, dall’aurea quasi magica, trasformasi in una di noi: che deve decidere cosa portarsi in viaggio e che sbaglia il quantitativo dei calzini ma che non dimentica di portare con sé, nella valigia piccola, quella grande “come una scatola di scarpe”, gli oggetti più preziosi. Pezzettini di vita e di ricordi che gli amici e i familiari le hanno consegnato un po’ per stare vicino a lei e un po’, lo avremmo fatto tutti, per avere poi di ritorno degli oggetti che hanno viaggiato nello spazio. Ci piace il nuovo sorriso che spunta sul viso di Samantha alla domanda di Timohty, lei che da subito si rivela pacata ma molto professionale e sempre sul pezzo, nel rispondere a questo semplice quesito si scioglie un po’, batte le mani, regala grandi sorrisi e pure la notizia, che fa arrossire Timothy, che sarà proprio “un” Timothy (Peake n.d.r.) ad andare in missione spaziale prossimamente, un suo amico, dice lei. I casi della vita.
Non vogliamo stare qui a descrivervi tutte le cose tecniche, le cose importanti ed istituzionali che Samantha ha dichiarato in risposta ai tanti giornalisti presenti, ma vogliamo piuttosto regalare anche a voi l’immagine che rimarrà a me e Timothy negli occhi per sempre: una Samantha diciottenne che sfreccia per le vie di Trento a cavallo della sua bicicletta, perché sì, Samantha è trentina, ne è fiera, lo dice e ricorda i suoi studi in un liceo di Trento con piacere. Samantha bambina e ragazza trentina ci regala, com’è giusto che sia, la speranza che non sia il luogo in cui nasci a fare la differenza, ma che sia ciò che porti dentro di te, nel tuo cuore e nel tuo destino.
Una curiosità: Samantha si è definita una persona “poco nostalgica”, ma di una cosa sente spesso la mancanza: di “portare un aereo alla sua massima prestazione nel cielo”, perché Samantha è un pilota e da brava pilota ha fatto anche della sua vita un volo incredibile, portandola alla massima prestazione.
Grazie al MUSE, al Trentino dei bambini e ad Astrosamantha per averci permesso di vivere un’esperienza che porteremo con noi per sempre.
Un avviso ai fan e ai curiosi: domani Samantha sarà nel giardino del MUSE per parlare con il pubblico, dalle ore 18. Non perdete questa incredibile occasione e guardatela negli occhi: la sua determinazione vi colpirà. Consigli per una lettura a tema: “Uma, una chiocciola in orbita” di M. Aguzzi e A. Mariconti (Edito da Carthusia) con prefazione di Astorsamantha.
Il tennis è uno degli sport più sani e meno dannosi che i giovani possano giocare; è inoltre uno sport che può essere praticato per tutta la vita. Infonde fiducia in sè stessi e autostima; insegna disciplina e rispetto per gli altri e aumenta la capacità di conoscersi. Ma soprattutto è un buon modo per crescere fisicamente divertendosi. Oggi più bambini che mai stanno cominciando a giocare a tennis.
TRENTO
Circolo Tennis ATA Battisti – Corsi per bambini a partire dai 5 anni. MINI TENNIS. È il nuovo modo di imparare il tennis divertendosi. Possono partecipare tutti i ragazzi/e dai 5 ai 8 anni. Si gioca in un campo più piccolo rispetto a quello regolamentare, con racchette speciali.
I corsi iniziano il primo ottobre. Maggiori info qui.
Circolo Tennis Trento Corsi per i giovanissimi a partire dai 5 anni, che vogliono scoprire il tennis in maniera corretta e divertente con tanti giochi e l’utilizzo di racchette palmari Back and Drive. Maggiori info qui.
Circolo Tennis Pergine
L’attività della Scuola Tennis presso il Club è suddivisa nel corso dell’anno in “stagione invernale” e “stagione estiva”. La stagione invernale inizia con il mese di ottobre e termina alla fine di maggio, più o meno in linea con il calendario scolastico
La stagione estiva si sviluppa durante i tradizionali periodi di “vacanza dalla scuola” ovvero da giugno a settembre.
Fra le attività extratennistiche della Scuola Tennis c’è l’ organizzazione di divertenti mini-campus che hanno lo scopo di far interagire meglio i ragazzi fra di loro, in un contesto di gioco, cercando di migliorare la loro capacità di muoversi all’ interno di un gruppo con il rispetto delle regole.
CIRCOLO TENNIS PERGINE Via Petri 2 – Pergine Valsugana
Tel. 0461-532962
Chi è genitori di un DSA (ovvero di un bambino con Disturbi Specifici di Apprendimento) lo sa, quando si deve uscire da situazioni imbarazzanti con altre persone che non conoscono queste difficoltà e tentano il compatimento si usa la frasetta: “Ma lo sai che anche Einstein era dislessico?”. Il che fa un po’ sorridere, perché non credo serva scomodare Einstein per spiegare che la dislessia, o altre forme di DSA, perché non sono poi così limitanti come tanti credono, ma l’esempio risulta sempre efficace oltre che sorprendente. Due scrittori, Rossella Greci e Daniele Zanoni, grazie alle Edizioni Erickson, hanno messo nero su bianco tutta una serie di esempi come questo, stilando una lista / biografia di personaggi famosi affetti da dislessia. La cosa bella di questo volumetto, 15€ ben spesi, è prima di tutto il fatto che sia leggibile anche dai dislessici appunto e poi che si rivolge proprio ai ragazzi, per spiegare loro che anche un dislessico può sognare il giornalismo, l’arte, l’ingegneria, o semplicemente quello che vuole fare da grande. Una sferzata di autostima pagina dopo pagina e soprattutto di speranza e fiducia, che a volte è quella che manca di più in questi ragazzi. E se la più grande scrittrice di gialli nella storia, Agatha Christie, era dislessica, in un periodo in cui i famosi “mezzi compensativi” non erano contemplati, allora certo nessun ragazzo DSA deve scoraggiarsi nell’intento di diventare scrittore, se ne ha le qualità. Mi fa sorridere se penso al racconto di un Picasso che a 10 anni lascia la scuola e il padre, comprendendone le doti artistiche, lo lascia bighellonare per Madrid consegnandogli in questo modo le chiavi del suo successo. Diventerà uno dei più famosi pittori al mondo, nonostante la sua dislessia. E cosa vogliamo dire di un John Lennon che non sapeva fare lo spelling? Lui, un grande cantautore, i cui testi rimarranno per sempre nella storia. Non dobbiamo dire niente, se non che tutti, con impegno, possono farcela. Per le nostalgiche come me, che ricordano i tempi di Happy Days, anche l’amico Fonzie con il suo pollice alzato e le sue frasi ad effetto era dislessico, ci raccontano gli autori, ma non è questa la notizia, la vera notizia è che ora, come Henry Winkler, è un famoso autore di libri per i libri per ragazzi. Straordinario no?
Ecco il messaggio di questo libro, chiaro e semplice: impegno, passione e costanza sono le basi per farcela, anche se sei dislessico o discalculo o disortografico. Non sarà una strada in discesa ma sarà percorribile e porterà ognuno nella direzione migliore possibile. Per la cronaca: Sophie dice che vorrà fare la giornalista o al scrittrice… e io ci credo.
Per gli affezionati dei parchi giochi al chiuso, che cercano non solo gonfiabili, ma anche feste di compleanno, pizzate e colonie estive, la notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: chiude il T&T, uno dei due presenti in città (l’altro è naturalmente l’OKI DOKI). Abbiamo parlato con Francesca Gerosa, amica del Trentino dei bambini, che ci conferma la scelta di voler mettere un punto a un’avventura che ha regalato a lei e alla sua famiglia tante soddisfazioni, anche recenti, ma che aveva anche preso il sopravvento sulla gestione familiare. Si sa, in un luogo in cui si offre divertimento, svago e momenti di convivialità, chi gestisce deve sottostare a orari e tempi molto impegnativi. Ecco allora la scelta di cambiare direzione da parte dei gestori, una scelta ponderata e serena, conferma Francesca, che non ha impedito di mantenere aperto il negozio di articoli per feste e allestimenti, trasferendolo in Via Vittorio Veneto. Nonostante il T&T abbia le serrande già abbassate e molte persone siano già alla ricerca di soluzioni alternative, Francesca ha confermato che continuerà a organizzare eventi e allestimenti, ma questa volta a domicilio. Nonostante la scelta appaia definitiva, noi nutriamo la speranza che qualcuno possa rilevare questo bel posto oppure decidere di aprirne uno di queste dimensioni. Ricordiamo però che esiste in Clarina l’OKI DOKI, realtà un po’ più piccola ma molto apprezzata per la gestione curata e scoppiettante, sia per come servizio di babysitting a ore che come luogo per feste ed eventi.
Ci sono gesti che costano pochissimo e valgono molto. E’ il caso dell’iniziativa di un’associazione molto importante in Trentino: l’AGSAT che si occupa di autismo. Ne sappiamo poco probabilmente, ne sentiamo parlare, conosciamo il famosissimo e simpaticissimo Andrea, che con il padre Franco ha reso la sua vita la dimostrazione di quanto sia possibile fare con e per i ragazzi affetti da patologie dello spettro autistico. Io conosco AGSAT grazie a mio nipote Simone, 23 anni, che con mia grande stima ha deciso di lavorare in questo campo. Naturalmente non ne so quanto lui ma capisco che se esiste una possibilità per rendere gli sforzi di un’associazione più concreti dovremmo essere tutti pronti ad aiutare. Ecco, oggi un piccolo aiuto lo possiamo dare, giorno per giorno. Come? Semplicemente raccogliendo tappi di plastica delle bottiglie. Activa (servizi & sistemi) insieme a Agsat hanno attivato un progetto chiamato ACTIVA ed AGSAT per il sociale “INSIEME PER L’AUTISMO” ed ha lo scopo, proprio mediante la semplice raccolta di tappi in plastica, di far sì che tutto il ricavato della vendita della plastica da parte di Activa venga corrisposto interamente ad Agsat per dei progetti innovativi per l’autismo.
Questo e’ uno dei progetti creati appositamente per cercare di sostenere l’Associazione non solo con fondi pubblici e per cercare allo stesso tempo di sensibilizzare la comunità su questa difficile patologia. Ma l’aspetto che AGSAT ritiene più importante è quello di riuscire a coinvolgere tutti in modo che diventi un vero progetto di integrazione sociale per i ragazzi autistici, al fine di dare loro un “lavoro” con la preparazione dei boccioni, la consegna, il ritiro quando pieno, e/o il riempimento nel caso di consegne dirette da privati o altri. Infatti per chi aderisce a questa bella iniziativa c’è a disposizione un “boccione” molto carino in cui inserire i tappi, che vi verrà recapitato e ritirato, quando pieno, proprio dai ragazzi coinvolti con loro grande soddisfazione!
Per aderire basta sottoscrivere il modulo di adesione scaricandolo modulo adesione (1). Non costa nulla, fa bene all’ambiente e verranno aiutati molti bambini e ragazzi autistici!
Agsat ha moltissimi altri progetti in corso che trovate sui social e sul sito www.agsat.org tra cui il piu’ importante (dove veranno canalizzate le donazioni e gli introiti dalla raccolta tappi ) è il Laboratorio di trasformazione presso Maso Zancanella.