Ecco il primo articolo sul Trentino dei bambini scritto per noi da Silvia Sasso, mamma full-time di due piccole pesti (che al tempo di questo articolo avevano 1 e 3 anni), lavoratrice part-time in una società di formazione e consulenza aziendale, amante della creatività in ogni sua forma, colore e materiale, vicina all’approccio Montessoriano da cui prende ispirazione per la realizzazione di giochi, laboratori e materiali sensoriali e delle attività. Ci parla del cestino dei tesori.
A proposito di libertà di esplorazione e di apprendimento sensoriale, il ”cestino dei tesori” direi che è al primo posto tra le attività-gioco da proporre ai nostri bimbi già dai primi mesi di vita (quando iniziano a stare seduti da soli e ad afferrare gli oggetti). Ideato da Elinor Goldschmied, educatrice e pedagogista britannica, il cestino dei tesori raccoglie una varietà di oggetti, la maggior parte dei quali si può trovare a casa, nell’ambiente in cui i bambini stessi vivono, ma nessuno dei quali può definirsi un vero e proprio “giocattolo”. Scopo degli oggetti contenuti nel cesto è quello di offrire la massima varietà di stimoli ai cinque sensi (tatto, olfatto, gusto, udito e vista). Alcuni esempi:
– oggetti di origine e materiali naturale: sassi, pigne, conchiglie,castagne, spugne naturali o gomitoli di lana/cotone, pennelli da barba, spazzolino da denti, pettini e spazzole con setole in legno;
– oggetti di legno: cucchiai, mestoli, sonaglini, mollette da bucato
– oggetti di metallo: mazzi di chiavi, catenelle, fruste da cucina, pentolini;
– oggetti in pelle, tessuto, gomma, pelo: piumino per cipria, pezzi di tubi di gomma, palla da tennis.
Istruzioni d’uso: mettete il cestino davanti al bambino e lasciatelo libero di esplorare, toccare, assaporare….senza interrompere la sua concentrazione.”
Trovate questo ed altri articoli scritti da Silvia sul suo blog 1-2-3-MaRaMeo, mentre chi fosse interessato alla pedagogia montessoriana può iscriversi al gruppo Facebook Aiutami a fare da solo – Montessori in Trentino







Si raggiunge la malga in auto, su strada asfaltata. Da Trento si prosegue per Pergine Valsugana, imboccando la statale 47 della Valsugana sino all’uscita del Ciré. Si lascia la statale proseguendo per Cavalese, ci sono due strade pressoché identiche: andando diritti si passa per l’altopiano di Pinè, svoltando verso Civezzano si prende la strada della Valle di Cembra. Entrambe le strade portano a Sover, dove si prosegue per Cavalese. Quattro chilometri dopo Sover si giunge a Casatta, sede municipale della Valfloriana, al semaforo si svolta a destra e si prosegue diritti per 10 chilometri, sino ai 2000 metri di malga Sass.

