Archive - Marzo 2016

C’era una volta il libro delle favole

Non ditemi che avete già pensato a un post polemico. No alle polemiche perché niente e nessuno potrà sottrarci mai la magia della carta stampata, tantomeno in materia di favole, fiabe e derivati. Bisogna però cedere all’evidenza: i tempi cambiano, le esigenze cambiano, i mezzi di comunicazione si moltiplicano e demonizzarli non serve. Sfruttiamoli…che è meglio (come direbbe il famoso Quattrocchi). E’ proprio quello che deve aver pensato Manuel Ranzoni quando si è messo in testa di creare il sito e l’APP (disponibile sia per Android che per iOS) “Ti racconto una fiaba”. Invece di bambini abbiamo “nativi digitali”? Bene, ecco servite le digi-favole.

icon175x175Ho scaricato l’APP per potervela raccontare. L’ho pagata 1,99€, ma prima di tutto mi sono fatta anche un giretto sul sito e ho scoperto che:

  1. non solo si trovano più di tremila fiabe e affini, ma si possono anche inviare le proprie creazioni (anche quelle dei piccoli, per intenderci): basta registrarsi gratuitamente e condividere la propria fantasia!
  2. non solo fiabe “classiche”, ma anche fiabe in inglese, filastrocche, audio fiabe e video fiabe, fiabe illustrate
  3. “Fiaba 140”, ovvero la possibilità di scrivere in 140 caratteri una fiaba e postarla su Twitter con @fiaba140 per poi vedere se viene pubblicata. Che idea!
  4. scegliere una fiaba adatta è facilissimo perché sono tutte catalogate per tipologia, autore, tema (feste, ricorrenze o spunti didattici vari)  e chi ne ha più ne metta

L’APP è meno carina del sito a mio avviso, ma sicuramente più funzionale se siete in viaggio o cercate proprio una “fiaba al volo”. Nella parte del sito in cui si illustrano le funzioni delle applicazioni viene riportata la possibilità di registrare la propria voce mentre si narra la favola, in modo che il bambino possa poi riascoltarla ovunque senza bisogno di leggerla nuovamente. In realtà io non sono riuscita a provare questa funzione perché mi hanno informato che è attiva solo per Android. Per iPhone arriverà molto presto. Credo sia molto interessante come applicazione, proprio per riportare le favole ad una dimensione più “romantica”, quella da cui provengono in effetti. Immaginate quando papà o mamma sono lontani che meraviglia sentire comunque da loro una bella favola (magari usando il tablet di famiglia).

In ogni caso l’APP è utile prima di tutto per accedere ai contenuti anche in assenza di connessione internet (a parte le video e le audio fiabe almeno che non le abbiate prima scaricate). Si possono inoltre salvare le proprie fiabe preferite e poi disporre di un mezzo per raccontare in ogni momento le fiabe, in auto, in montagna, al mare, considerando che se ne aggiungono ogni giorno di nuove è proprio una bella idea.

Chissà quando lo verranno a sapere le nonne…

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Principessa a chi?!

“Dipingo i fiori per non farli morire“. Questa sua frase potrebbe bastare per descrivere un personaggio incredibile come Frida Kahlo: una vera rivoluzionaria, la prima delle spettacolari “antiprincipesse” che Rapsodia Edizioni ha voluto inserire in un progetto, a mio avviso, geniale. La collana “Antiprincipesse” é una nuova idea che vuole mettere in luce personaggi, o meglio donne,  ben lontane dallo stereotipo della principessa in stile Elsa; quelle come Frida si “sporcano costantemente le mani e combattano per affermare se stesse e quello in cui credono, anche se non possiedono un castello”.  imageNiente contro le principesse col castello, ma a me fa piacere che mia figlia capisca che per essere speciale, unica, elegante, bella, non serve seguire uno stereotipo, ma piuttosto credere nelle proprie idee e sentirsi forti. Frida non era certo la tipica donna “bella” nel senso comune del termine, ma aveva tanto da dire, un talento speciale e un carisma incredibile, nonostante la vita le abbia riservato prove dure e una morte prematura. Capace di piccole e grandi rivoluzioni come vestirsi da uomo alle medie quando l’idea dell’aspetto femminile era ancora legata ad altre abitudini, innamorarsi di un artista come Diego Riveira e vivere con lui una storia squilibrata quanto intensa, marciare per i diritti dei lavoratori con uno stato di salute così grave da portarla di lì a poco alla morte. Frida non era dunque solo una pittrice, ma un concentrato di forza e di tenacia, che ha saputo esprimere la sua personale idea di realtà attraverso i colori accessi e le allegorie dei suoi famosissimi quadri.

Inutile dire che dopo aver letto questo libro Frida ci sta ancora più simpatica, ma quello che dovete sapere é che come lei ci sono tante altre donne, che da ora poi chiameremo “antiprincipesse”, che Rapsodia Edizioni insieme alla casa editrice Argentina Chiribote vogliono presentarci, avvicinando bambini e bambine non solo a loro ma anche a terre e paesi lontani.

imageL’autrice del libro, Nadia Fink si é appoggiata a un bravissimo illustratore, Pitu Saà, che ha vignetizzato i lavori e l’immagine di Frida per fare in modo che fosse più a misura di bambino. A noi sembra un inizio col botto: il libro é più un quaderno, maneggevole, rapido da leggere, efficace. L’idea é geniale e la confezione accattivante, tanto che ora non vediamo l’ora, con Sophie, di leggere le prossime “puntate” di questa collana.

Unico neo il prezzo: 15€ sembrano davvero un po’ esagerate, ma comprendiamo le motivazioni che partono dalla tiratura limitata. Speriamo che si riesca ad abbassare un pochino fino ai 10€ che ci sembrerebbe il giusto prezzo.image

 

Kuni Kids Park: bambini al centro commerciale

Mio marito è per metà lussemburghese e spesso ci è capitato di frequentare in Lussemburgo o in paesi limitrofi (Belgio, Francia, Germania), dei centri commerciali non solo “a misura di bambino” (frase fatta che serve a invogliare i clienti), ma realmente pensati per i bambini. Parchi gioco a tema, baby parking, junior cinema, gonfiabili, mini bar e molto altro non sono per me cose fantascientifiche, almeno finché mi trovo all’estero. Per quanto riguarda Trento e dintorni siamo, ahimè, lontani anni luce. Io non sono una fanatica dei centri commerciali e la domenica di certo non mi rintano in questi luoghi affollati e poco adatti ai bambini, ma è inutile: prima o poi ci dobbiamo andare tutti…o quasi. E se la volta che ci tocca andare per forza,  la nonna non ci tiene il pupo? E se “il pupo” ha 10 anni, ci potrebbe seguire, ma piuttosto inscena la seconda guerra mondiale? Se vivi a Trento niente da fare: non vai a nessun centro commerciale ma nemmeno in centro storico, diciamocelo. A Bolzano invece sì.

KUNI-LOGO_personaggio_piccolinoAl nuovo centro commerciale Twenty di via Galileiper altro vicinissimo all’uscita dell’autostrada e con un ampio e comodo parcheggio, ci sono ben 500 mq di divertimento per bimbi dai 3 agli 11 anni, si tratta del Kuni Kids Park. Qui si trovano tante attrazioni e bellissimi ambienti ispirati alle leggende dell’Alto Adige. E come se non bastasse tutti gli arredi e i giochi del Kuni Kids Park sono realizzati su misura in legno e le pareti sono animate dai bellissimi personaggi nati dalla fantasia dell’illustratrice Evi Gasser. Nessun mobile “IKEA style” dunque, che ormai sono un must per chi desidera avere un’area family, ma un vero e proprio arredo ad hoc. Fantascienza? Direi di no.

Questo parco a tema è gestito dalla cooperativa Ki.Ba.Project e dal suo staff di educatrici: Caroline, Daniela, Helene, Jessica, Magdalena, Miranda e Simone, ognuna con il suo compito, ognuna decisa a far divertire tutti i piccoli che passano per di qua. Questo staff si occupa dell’assistenza ai bambini oltre che della cura del programma ludico/creativo che prevede laboratori artistici ed altre attività comuni (qui il programma del mese). Ogni mese l’iniziativa: “Il libro del mese” con la lettura di libri per l’infanzia. Ma al KUNI si possono anche organizzare bellissime feste di compleanno, personalizzate e a tema, invitando fino a 12 amichetti, purché si decida per un giorno dal lunedì al venerdì e si termini entro tre ore. Per prenotare una festa basta scrivere una mail a kuni@kibaproject.it oppure telefonare al numero 3489759927.

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credits Radio NBC

La struttura prevede bellissime attrazioni e stanze dedicate: dalla struttura per arrampicare allo scivolo, il nido dell’aquila, il palcoscenico e l’immancabile zona relax. In linea con il tema leggende ecco la caverna nella roccia e persino una sala per il gioco attivo. Ci sono laboratori creativi e un angolo per le costruzioni. Per chi non vuol farsi mancare un po’ d’aria ecco la terrazza all’aperto.

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credits Radio NBC

Ora che abbiamo scoperto cosa succede in questo parco divertimenti all’interno del Twenty, dovete sapere che incontrerete e scoprirete la storia leggendaria di un sacco di amici di Kuni: MOLTINA la principessa trasformista, SILLA la sirenetta dei laghi alpini, SPINA DE MUL simpatico e un po’ dispettoso e il folletto dei boschi EVON. Ci piace un sacco questa idea!

Ecco gli orari di apertura del parco: dal lunedì al venerdì dalle 14:00 alle 20:00; il sabato e la domenica dalle ore 10:00 alle ore 19:00. L’accesso per i bambini dai 3 agli 11 anni è possibile per un massimo di 3 ore (quanto basta per un “signor shopping”).
Ogni ora di “parcheggio” dei piccoli pagherete 2,50 euro (considerando che il massimo è tre ore con 7,50€ ve la caverete). Sono persino disponibili tessere fedeltà (15 ingressi + 1 ingresso gratuito) e sconti per le famiglie numerose: ingresso gratuito a partire dal terzo figlio.

L’idea ci piace e speriamo che anche qui in zona decidano di portarsi un po’ avanti con questo tipo di iniziative, oltre che con lo svecchiamento di alcuni centri commerciali.

Il libro inventamostri, quante risate!

Pasqua è arrivata e ancora non avete comprato l’uovo per i vostri bambini? E se quest’anno invece si regalasse un libro? Già lo sapete che sono una gran sostenitrice della lettura a tutte le le età e che amo libri e librerie, ma oggi vi voglio di parlare di qualcosa che non è un semplice libro: è magia, è scoperta… è divertimento! Sto parlando de “il libro inventamostri”, dio Sandro Natalini edito da la Margherita Edizioni.

E’ un libro adatto davvero a tutti perché, sebbene le parti scritte siamo davvero poche, è un vero antidoto contro il cattivo umore: qui le risate sono assicurate e contagiose!

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Cos’ha di speciale? E’ un libro diviso in 4 segmenti ed in ognuno c’è disegnata una parte del viso del mostro (occhi, naso, bocca e mento) aprendo il libro a caso… si inventano nuovi e spaventosi mostri!

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e chi lo avrebbe mai immaginato che il terribile signore della notte avesse problemi di vista? Visti così i mostri non fanno più paura. Non trovate?

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Samuel adora questo libro per una serie di motivi: è divertentissimo, lo può leggere e sfogliare senza l’intervento di un’adulto che legga tutta la storia, lo aiuta a esorcizzare la paura per i mostri che tanto lo spaventano.

Ideale anche da portare in macchina per i lunghi viaggi: assicura qualche minuto di pace dalla domanda “mamma, siamo arrivati?”

Alla scoperta degli Stoi di Nosellari

Belle giornate di sole, temperatura ideale e la grande voglia di andare alla ricerca di post nuovi e ancora non molto conosciuti mi ha portato alla scoperta di una linea trincerata affacciata sull’alta valle dell’Astico. Dove siamo? A Nosellari una piccola frazione del comune di Folgaria, posto a me molto caro per aver trascorso gran parte della mia infanzia.

Raggiungibile facilmente sia da Trento che Rovereto in circa mezz’ora di macchina, Nosellari si trova nei pressi del Lago di Lavarone, luogo prediletto da Freud. Nei suoi soggiorni sull’altopiano il padre della psicoanalisi era solito infatti passeggiare in riva al lago, dove la pace e tranquillità del luogo creavano un’atmosfera ideale per le sue riflessioni. Se siete in zona merita sicuramente una visita, ed è bello in ogni stagione.
lago-di-lavaroneTornando alla nostra escursione di oggi, arrivato a Nosellari, ho subito notato come il giro delle trincee è strutturato in modo da poter avere diversi punti di partenza, ma vi consiglio di partire dall’inizio del percorso Ovest, così da tenere il tratto più bello dell’itinerario all’ultimo (sulla mappa è segnato il punto di partenza preciso). Dalla fontana trovate la segnaletica che indica l’inizio del percorso e una cartellonistica con la storia del vecchio caseificio di Nosellari, che raccoglieva tutto il latte munto nelle stalle delle frazioni limitrofe. Un centinaio di metri e seguendo le indicazioni raggiungete il bosco e primi due “Stoi”, così vengono chiamati i tunnel artificiali scavati durante prima guerra mondiale che venivano utilizzati come ricoveri e depositi di munizioni.
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I tunnel e le trincee sono stati recentemente ripuliti e messi in sicurezza grazie alla sinergia e il lavoro di volontari del luogo e del circolo culturale e sportivo di Nosellari. Ed è proprio con uno di questi volontari Franz, un amico di vecchia data incontrato casualmente lungo il percorso che decido di proseguire la mia escursione. Dopo i primi tre Stoi arriviamo nei pressi dell’acquedotto e comincia il tratto più affascinante, sbuchiamo su dei grandi prati, dove se siete fortunati potete trovare dei camosci che pascolano in tutta tranquillità. Da qui raggiungiamo una bella galleria (ai bambini piacerà tantissimo!!) che ci conduce di fronte ad un suggestivo punto panoramico che da sulla Val d’Astico, e intravediamo alla nostra sinistra il caratteristico abitato dei Piccoli e Forte Belvedere.
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Continuando lungo la tincea arriviamo fino ad una grande spaccatura conosciuta come La Lunt, si tratta di un’impressionante frattura che taglia verticalmente un’alta parete di roccia calcarea risalente all’era mesozoica (circa 200 milioni di anni fa). Non preoccupatevi la zona è messa in sicurezza e delimitata da un apposito recinto.

Il percorso è semplice ma bello, si può percorrere in circa 30 minuti di passeggiata e non presenta particolari tratti esposti, anche se in qualche passaggio è richiesta un po’ di attenzione.

Sempre la verità davanti alla paura

Avevo appena finito di arrampicarmi sugli specchi per arginare la curiosità impaurita di Timothy, sette anni, di fronte all’inevitabile cascata di notizie tragiche che oggi arrivano dal Belgio, quando mi è caduto lo sguardo su una nota dell’Osservatorio sui diritti dei minori dal titolo “Terrorismo: due parole su come spiegarlo ai bambini”. La cosa più sconvolgente però è che qualcuno prima dovrebbe spiegarlo anche a me…a noi grandi, insomma. La cosa vera è che non ci sono spiegazioni, ma rimane la necessità di affrontare l’argomento perché scappare dalla verità non aiuta nessuno, tantomeno i bambini. L’Osservatorio, come dice Antonio Marziale, va proprio in questa direzione: “I bambini necessitano della verità per imparare a misurarsi con il quotidiano che li circonda, per quanto nuda e cruda possa essere. D’altronde le favole non sono tutte “belle” . Per noi genitori è durissima pensare di dover mettere sul piatto dei nostri bambini un mondo che non è per niente, in questo preciso momento, un luogo idilliaco in cui crescere i propri sogni. Ma la vita è bella, sempre e comunque. Loro devono imparare ad amarla e viverla fino in fondo affrontando anche il brutto del mondo. “Sempre la verità davanti alla paura” dice l’Osservatorio: chi “ignora” avrà sempre più paura di chi è consapevole e una persona impaurita non avrà mai vita facile.

Ma il punto rimane sempre quello: quali parole? Fin dove ci possiamo spingere? Con quelle che volete voi, semplici e dirette. Non costruite castelli che non sarete mai più capaci di tenere in piedi: diventerete uno dei tre porcellini che cerca di costruire una casetta di paglia per sconfiggere il lupo, ma alla fine il lupo, o la verità, quella casetta di paglia l’abbatterà e dovrete ricominciare da capo.Risparmiare la verità ai bambini, pensando che siano troppo piccoli per capire, li trasforma in vittime alquanto impreparate di fronte a qualsiasi trauma la vita li destinerà”. Chiude così Marziale, sociologo, giornalista, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.

Io sono d’accordo con lui: i bambini hanno risorse di cui noi nemmeno conosciamo la potenza e a volte sono in grado di tirar fuori dai guai i genitori, meglio di quanto non riusciamo a fare noi con loro. Non è una buona giornata certo per fare auguri, ma io mi auguro di riuscire a trasmettere una verità serena ai miei figli, perché possano avere la minor paura possibile e vincere questa subdola guerra.

Spero che questo pensiero abbia su di voi lo stesso effetto che ha avuto su di me: una rassicurante pacca sulla spalla, quello di cui oggi sentivo fortemente il bisogno.

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Reddito di attivazione: cosa c’è da sapere?

L’Agenzia del lavoro della Provincia di Trento riconosce il Reddito di Attivazione ad integrazione dell’ indennità statale NASpI , aumentandone la durata.

A chi spetta? 
L’Indennità spetta ai lavoratori che hanno terminato il periodo massimo indennizzabile a titolo di NASpI, non hanno usufruito dell’ASDI o del RA per 6 mesi o più nei 12 mesi precedenti il termine del periodo di fruizione della NASpI e sono in possesso di una attestazione dell’ISEE che non superi gli € 8.000,00.
Sono inoltre beneficiari del RA i soggetti al termine di attività con assegno di ricerca presso università o altri enti, ai quali non sia stata accolta la richiesta di DIS-COLL o di altro ammortizzatore sociale previsto dalla normativa statale.

Da quando si può usufruire del Reddito di Attivazione?

Il RA spetta dal giorno successivo alla data di cessazione del periodo massimo indennizzabile a titolo di NASpl.

Qual è la durata massima?
Il periodo massimo in cui si può usufruire del RA è 6 mesi.

Qual è l’importo giornaliero?
L’importo giornaliero del RA è pari al 75% dell’ultima indennità giornaliera di NASpi percepita.
L’importo giornaliero del RA per i disoccupati al termine di attività con assegno di ricerca è pari a € 20,00 per ogni giorno in cui il soggetto è privo di occupazione.

Baby Little Home

Con l’inaugurazione di quella di piazza Fruet a Pergine, che avverrà il 15 aprile, sale a dodici il numero delle BABY LITTLE HOME sparse sul territorio Trentino. Le “Baby little home” sono casette in legno in cui i genitori possono prendersi cura del proprio bebè: rappresentano un piccolo nido, un guscio protetto, una micro dimensione domestica dove poter allattare al seno in un luogo confortevole e riparato, preparare il biberon di latte artificiale e dare da mangiare al bambino in ambito tranquillo, cambiare il bambino in sicurezza e comodità.

Sono diverse le Baby little home sparse sul territorio. A Trento è collocata all’interno delle piscine Fogazzaro, mentre a Cavalese, nel Parco della Pieve, si trova una confortevole casetta realizzata in legno naturale di larice e dotata di strumentazioni domotiche. All’interno, tutto quanto serve per consentire alle mamme di accudire ai propri bambini: fasciatoio, scaldabiberon, una poltrona ergonomica per l’allattamento, un tavolino da gioco per i bambini ed una seduta aggiuntiva per un eventuale accompagnatore. Non mancano la musica di sottofondo, disegni sul soffitto per attirare l’attenzione dei bebè e il parcheggio protetto esterno per i passeggini.
Riva del Garda ci sono due strutture: una alla spiaggia dei Sabbioni e l’altra ai Giardini di Porta Orientale. Sono entrambe attrezzate con poltrona per allattamento, fasciatoio, tavolino da gioco, scalda biberon, bollitore, cestino per i pannolini, dispenser igienizzatori e teli monouso. Un ottimo “rifugio” per i genitori che si devono occupare dei figli quando sono lontani da casa. Sono aperte dalle 9 alle 20:
ritiro chiavi Casetta Sabbioni –> Bar Sabbioni, Casetta Giardini Porta Orientale –> Sede staccata Polizia Locale – Viale della Liberazione.
La prima Baby little home è nata nel 2010 a Pinzolo, in località Pineta e la Val Rendena si è dimostrata ulteriormente attenta ai genitori di neonati, inaugurando l’estate scorsa un’altra struttura simile nel parco giochi comunale di Bocenago. 
A Cles altra casetta presso il Giardino di Legno di viale Degasperi in centro storico.  All’interno, in un ambiente riscaldato in inverno, si trova tutto quanto serve per consentire alle mamme di accudire ai propri bambini: fasciatoio, scaldabiberon, una seduta per l’allattamento, lo spazio per il passeggino. Completano il quadro quelle di Malé, Caldes Roncegno…speriamo ne arrivino presto molte altre!

Inoltre è disponible una Baby Little Home che può essere utilizzata, previa richiesta, a scopo dimostrativo e come servizio ad uso delle famiglie in occasione di eventi temporanei sul territorio.

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“Maternage”: alla scoperta della disabilità

Disabilità: una parola difficile che diventa ancora più difficile da comprendere appieno se non la si vive o conosce da vicino. Un’occasione per capire di più sarà quella che, dal 20 marzo al 23 maggio 2016, ci offrirà il Museo Diocesano Tridentino che ospiterà infatti la mostra “MATERNAGE – Tracce di un viaggio”, un’installazione di Laura Morelli. Questa mostra racconta il vissuto quotidiano dei genitori e dei fratelli dei bambini con disabilità e si tratta di un’iniziativa che nasce dall’esigenza di portare alla luce gli spaccati di vita quotidiana sotto forma di arte: diretta ed efficace. Già installata al Museo Diocesano di Milano, questa mostra ha avuto più di 1000 visitatori in quaranta giorni e ci si augura che anche Trento recepisca il messaggio e accolga l’opera della Morelli in modo positivo.
Tutto nasce da un progetto dell’associazione “L’abilità”, una Onlus nata a Milano nell’ottobre del 1998 dall’iniziativa di un gruppo di genitori di bambini con disabilità. Nel 2013 infatti “L’abilità” ha consegnato delle valigie vuote alle famiglie coinvolte in un progetto chiamato “In viaggio senza valigie”, chiedendo loro di riempirle con oggetti che simboleggiassero il loro vivere insieme ad un bambino con disabilità.
Il contenuto, consegnato all’artista Laura Morelli, è stato oggetto di trasformazione e hanno preso vita una serie di installazioni d’arte dai titoli evocativi. Cosa significa questa idea? Significa che chi visiterà la mostra è invitato a provare a entrare nelle case delle famiglie che vivono la disabilità day by day e soprattutto è invitato a vivere una quotidianità che spesso fa paura, il più delle volte perché sconosciuta.

Ph. Giovanni Diffidenti | Laura Morelli, Stanza 1, La palla specchiante

Ph. Giovanni Diffidenti | Laura Morelli, Stanza 1, La palla specchiante

Il percorso della mostra è un’esplosione di sensazioni e vede il susseguirsi di tre stanze da visitare attraverso esperienze sensoriali. Le prime stanze racchiudono immagini, odori, suoni che raccontano emozioni, vissuti, e sogni di padri, madri e fratelli di bambini con disabilità: un pavimento coperto di zucchero a velo vanigliato e di spezie su cui sono appoggiati gli oggetti che hanno legami di significato o di provenienza con l’attesa.
La seconda sala accoglie “Lo sguardo senza veli”: al centro, una sfera specchiante è sospesa su un letto di cipolle, qui si ascoltano le parole di genitori, fratelli e sorelle. L’ultima sala descrive il progetto “In viaggio senza valigie” e il come è nata la mostra, dando allo spettatore la possibilità di esprimere quali siano le ‘valigie’ indispensabili per il proprio viaggio esistenziale.

L’inaugurazione sarà il 19 marzo alle ore 17. Ecco i dettagli dell’evento d’apertura QUI.

Per chi volesse visitare la mostra ecco gli orari: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30 / 14.00-17.30 – domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00 – giorni di chiusura: ogni martedì e il giorno di Pasqua.
L’ingresso è gratuito.
Informazioni: 0461 234419 – info@museodiocesanotridentino.it

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Insegnare l’agricoltura? Ci pensa la scuola!

Immaginate una scuola dove i bambini fin da piccoli imparano a coltivare il loro cibo. Bello vero? Ecco il progetto di alcuni studiosi italiani che recentemente hanno vinto il concorso di idee AWR International Ideas Competition con Nursery Fields Forever, una proposta che fonde l’agricoltura urbana con l’istruzione materna.
Loro sono Edoardo Capuzzo Dolcetta, Gabriele Capobianco, Davide Troiani e Jonathan Lazar e hanno in testa un’unica idea: se solo si vuole, i bambini si possono avvicinare alla natura eccome, mettendo al bando quel costante contatto digitale con cui li bombardiamo. E non solo: scopo del team che opera a Roma è quello di far intendere che la agricoltura serve a far capire ai bambini da dove proviene il loro cibo e come coltivarlo. Secondo il progetto, infatti, si potrà insegnare ai bambini come coltivare e raccogliere il proprio cibo, come interagire con gli animali, conoscere le energie rinnovabili.

In parte fattoria e in parte scuola, la “Nursery Fields Forever” segue per l’apprendimento tre tipi di approccio: imparare dalla natura, imparare dalla tecnica e imparare dalla pratica. “Pensiamo che i bambini dovrebbero stare a contatto con la natura, spiega Edoardo Capuzzo Dolcetta, così abbiamo progettato questa strana scuola: niente aule, ma spazi aperti dove le verdure crescono e gli animali possono stare liberi. Si tratta di una miscelazione delle due cose, la scuola e la natura”.
scuola-del-futuroLa scuola è stata progettata come un gruppo di edifici a due spioventi che si affacciano su una grande varietà di orti e recinti per il bestiame. Alla base di questa struttura, dunque, c’è l’obiettivo di avvicinare i bambini all’ambiente rurale facendoli interagire quotidianamente con l’elemento natura. Un’idea che in un certo senso in Italia ha alcuni proseliti e che potrebbe aiutare i bambini a migliorare le loro abilità sociali attraverso il lavoro di squadra, incoraggiare la loro autostima e promuovere stili di vita sani.

Fonte @Greenme.it
Crediti Fotografici @AWR Competion