Non ditemi che avete già pensato a un post polemico. No alle polemiche perché niente e nessuno potrà sottrarci mai la magia della carta stampata, tantomeno in materia di favole, fiabe e derivati. Bisogna però cedere all’evidenza: i tempi cambiano, le esigenze cambiano, i mezzi di comunicazione si moltiplicano e demonizzarli non serve. Sfruttiamoli…che è meglio (come direbbe il famoso Quattrocchi). E’ proprio quello che deve aver pensato Manuel Ranzoni quando si è messo in testa di creare il sito e l’APP (disponibile sia per Android che per iOS) “Ti racconto una fiaba”. Invece di bambini abbiamo “nativi digitali”? Bene, ecco servite le digi-favole.
Ho scaricato l’APP per potervela raccontare. L’ho pagata 1,99€, ma prima di tutto mi sono fatta anche un giretto sul sito e ho scoperto che:
- non solo si trovano più di tremila fiabe e affini, ma si possono anche inviare le proprie creazioni (anche quelle dei piccoli, per intenderci): basta registrarsi gratuitamente e condividere la propria fantasia!
- non solo fiabe “classiche”, ma anche fiabe in inglese, filastrocche, audio fiabe e video fiabe, fiabe illustrate
- “Fiaba 140”, ovvero la possibilità di scrivere in 140 caratteri una fiaba e postarla su Twitter con @fiaba140 per poi vedere se viene pubblicata. Che idea!
- scegliere una fiaba adatta è facilissimo perché sono tutte catalogate per tipologia, autore, tema (feste, ricorrenze o spunti didattici vari) e chi ne ha più ne metta
L’APP è meno carina del sito a mio avviso, ma sicuramente più funzionale se siete in viaggio o cercate proprio una “fiaba al volo”. Nella parte del sito in cui si illustrano le funzioni delle applicazioni viene riportata la possibilità di registrare la propria voce mentre si narra la favola, in modo che il bambino possa poi riascoltarla ovunque senza bisogno di leggerla nuovamente. In realtà io non sono riuscita a provare questa funzione perché mi hanno informato che è attiva solo per Android. Per iPhone arriverà molto presto. Credo sia molto interessante come applicazione, proprio per riportare le favole ad una dimensione più “romantica”, quella da cui provengono in effetti. Immaginate quando papà o mamma sono lontani che meraviglia sentire comunque da loro una bella favola (magari usando il tablet di famiglia).
In ogni caso l’APP è utile prima di tutto per accedere ai contenuti anche in assenza di connessione internet (a parte le video e le audio fiabe almeno che non le abbiate prima scaricate). Si possono inoltre salvare le proprie fiabe preferite e poi disporre di un mezzo per raccontare in ogni momento le fiabe, in auto, in montagna, al mare, considerando che se ne aggiungono ogni giorno di nuove è proprio una bella idea.
Chissà quando lo verranno a sapere le nonne…


Niente contro le principesse col castello, ma a me fa piacere che mia figlia capisca che per essere speciale, unica, elegante, bella, non serve seguire uno stereotipo, ma piuttosto credere nelle proprie idee e sentirsi forti. Frida non era certo la tipica donna “bella” nel senso comune del termine, ma aveva tanto da dire, un talento speciale e un carisma incredibile, nonostante la vita le abbia riservato prove dure e una morte prematura. Capace di piccole e grandi rivoluzioni come vestirsi da uomo alle medie quando l’idea dell’aspetto femminile era ancora legata ad altre abitudini, innamorarsi di un artista come Diego Riveira e vivere con lui una storia squilibrata quanto intensa, marciare per i diritti dei lavoratori con uno stato di salute così grave da portarla di lì a poco alla morte. Frida non era dunque solo una pittrice, ma un concentrato di forza e di tenacia, che ha saputo esprimere la sua personale idea di realtà attraverso i colori accessi e le allegorie dei suoi famosissimi quadri.
L’autrice del libro, Nadia Fink si é appoggiata a un bravissimo illustratore, Pitu Saà, che ha vignetizzato i lavori e l’immagine di Frida per fare in modo che fosse più a misura di bambino. A noi sembra un inizio col botto: il libro é più un quaderno, maneggevole, rapido da leggere, efficace. L’idea é geniale e la confezione accattivante, tanto che ora non vediamo l’ora, con Sophie, di leggere le prossime “puntate” di questa collana.
Al nuovo centro commerciale Twenty di via Galilei, per altro vicinissimo all’uscita dell’autostrada e con un ampio e comodo parcheggio, ci sono ben 500 mq di divertimento per bimbi dai 3 agli 11 anni, si tratta del Kuni Kids Park. Qui si trovano tante attrazioni e bellissimi ambienti ispirati alle leggende dell’Alto Adige. E come se non bastasse tutti gli arredi e i giochi del Kuni Kids Park sono realizzati su misura in legno e le pareti sono animate dai bellissimi personaggi nati dalla fantasia dell’illustratrice 




Tornando alla nostra escursione di oggi, arrivato a Nosellari, ho subito notato come il giro delle trincee è strutturato in modo da poter avere diversi punti di partenza, ma vi consiglio di partire dall’inizio del percorso Ovest, così da tenere il tratto più bello dell’itinerario all’ultimo (sulla mappa è segnato il punto di partenza preciso). Dalla fontana trovate la segnaletica che indica l’inizio del percorso e una cartellonistica con la storia del vecchio caseificio di Nosellari, che raccoglieva tutto il latte munto nelle stalle delle frazioni limitrofe. Un centinaio di metri e seguendo le indicazioni raggiungete il bosco e primi due “Stoi”, così vengono chiamati i tunnel artificiali scavati durante prima guerra mondiale che venivano utilizzati come ricoveri e depositi di munizioni.






La scuola è stata progettata come un gruppo di edifici a due spioventi che si affacciano su una grande varietà di orti e recinti per il bestiame. Alla base di questa struttura, dunque, c’è l’obiettivo di avvicinare i bambini all’ambiente rurale facendoli interagire quotidianamente con l’elemento natura. Un’idea che in un certo senso in Italia ha alcuni proseliti e che potrebbe aiutare i bambini a migliorare le loro abilità sociali attraverso il lavoro di squadra, incoraggiare la loro autostima e promuovere stili di vita sani.