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L’Agritur El Mas

Siete mai stati in un agritur dove nel ristorante c’è una finestra sulla stalla, da cui si possono vedere le mucche e i vitellini? Quando vedrete che c’è anche una panchetta in legno per permettere ai bambini di vedere i loro amici animali anche durante il pranzo capirete lo spirito con cui viene gestito l’Agritur El Mas di Moena. Tutto è pensato nel minimo dettaglio, fasciatoio in bagno per cambiare i neonati compreso.  La cosa importante è che la stalla dell’agritur El Mas rimane sempre aperta a tutti coloro che vorranno ammirare da vicino tutti i suoi abitanti e cercare di capire come funziona la vita e il ritmo di chi lavora con il cuore a contatto con gli animali e la natura ogni giorno.

Oltre alle mucche e ai vitellini, ci sono i maiali e dei bellissimi cavalli avellinesi che potranno essere accarezzati. E anche degli asinelli. Il tutto immerso in un’incredibile scenario naturale…  di quelli che ti fanno ringraziare di vivere in una provincia così bella.

Fare una tappa mangereccia qui è d’obbligo. La cura che Michelangelo mette nei fornelli è la stessa che utilizza per produrre le materie prime. Sì, perché è quasi tutto a “metri zero”, come ama ripetere lo chef: dai formaggi prodotti con il latte delle nove mucche e trasformati nel caseificio vicino, ai salumi affinati nei volti a vista del locale. Inutile dire che tutto è preparato a mano e sul momento: in questi luoghi bisogna andarci di persona perché è inutile raccontare quanto è buono il gelato al fiordilatte con il latte appena munto… rischieremmo solo di farvi venire solo l’acquolina in bocca.

Ci sono posti che ti entrano subito nel cuore, perché non appena ci metti piede stai bene. Questo agritur è uno di quelli, l’ideale per una gita o una sosta in Val di Fassa.

Per info e prenotazioni 0462 574221 333 6233471.

 

L’Agritur El Mas

Siete mai stati in un agritur dove nel ristorante c’è una finestra sulla stalla, da cui si possono vedere le mucche e i vitellini? Quando vedrete che c’è anche una panchetta in legno per permettere ai bambini di vedere i loro amici animali anche durante il pranzo capirete lo spirito con cui viene gestito l’Agritur El Mas di Moena. Tutto è pensato nel minimo dettaglio, fasciatoio in bagno per cambiare i neonati compreso.

Oltre alle mucche e ai vitellini, ci sono i maiali e dei bellissimi cavalli avellinesi che potranno essere accarezzati. E anche degli asinelli. Il tutto immerso in un’incredibile scenario naturale…  di quelli che ti fanno ringraziare di vivere in una provincia così bella.

Fare una tappa mangereccia qui è d’obbligo. La cura che Michelangelo mette nei fornelli è la stessa che utilizza per produrre le materie prime. Sì, perché è quasi tutto a “metri zero”, come ama ripetere lo chef: dai formaggi prodotti con il latte delle nove mucche e trasformati nel caseificio vicino, ai salumi affinati nei volti a vista del locale. Inutile dire che tutto è preparato a mano e sul momento: in questi luoghi bisogna andarci di persona perché è inutile raccontare quanto è buono il gelato al fiordilatte con il latte appena munto… rischieremmo solo di farvi venire solo l’acquolina in bocca.

Ci sono posti che ti entrano subito nel cuore, perché non appena ci metti piede stai bene. Questo agritur è uno di quelli, l’ideale per una gita o una sosta in Val di Fassa.

Per info e prenotazioni 0462 574221 333 6233471.

Al Rifugio Roda de Vael

Il Rifugio Roda de Vael è una meta imperdibile, raggiungibile sia dalla Val d’Ega che dalla Val di Fassa, ed è una gita davvero alla portata di tutti. Troverete decine di escursioni che arrivavano lassù e si differenziano per il dislivello e durata della camminata. Eccone alcune.

Partendo dal Passo Costalunga s’imbocca il sentiero tra il Ristorante Rosengarten e l’Hotel Savoy e dopo circa venti minuti di cammino si prosegue sul sentiero 548 fino al rifugio. Il dislivello è di circa 500 metri e si percorre l’itinerario in in un paio d’ore di escursione.

Durante il percorso abbiamo incontrato tante famiglie con bambini piccoli e diversi genitori con lo zaino portabimbi. Se avete bambini abituati a camminare noi ve la consigliamo, e se sarete fortunati potrete anche trovare ad attendervi nei pressi del rifugio le marmotte con il loro inconfondibile richiamo.

Splendido il panorama che si può ammirare, con la maestosità delle cime dolomitiche: il gruppo del Sella, con l’inconfondibile Piz Boè, il vicinissimo e incombente Larsech; non manca la Marmolada e il gruppo del San Pellegrino lì vicino. Mentre di fronte ecco le guglie del massiccio del Catinaccio.

Potete decidere di pranzare al Rifugio Roda di Vael (tel. 0462-764450) o alla vicina Baita Marino Pederiva (tel. 338 475 9709). Noi questa volta abbiamo scelto il rifugio e oltre ai classici canederli ci siamo concessi i i buonissimi kaiserschmarren (tipico dolce tirolese con uova, farina, uvetta, mela), davvero consigliati!

Per il ritorno si può rientrare dalla stesso percorso oppure, come abbiamo fatto noi, seguire l’indicazione per il rifugio Paolina, dove lungo il sentiero si può ammira la suggestiva aquila di bronzo dedicata a Theodor Christomannos, pioniere del turismo alpino sudtirolese.

Circa 30 minuti di strada sempre in leggera discesa e si arriva al Rifugio Paolina, dove potete prendere la seggiovia o seguire il sentiero 552 fino al Passo Costalunga.

Seconda opzione: se invece volete fare un’escursione molto più semplice e alla portata veramente di tutti, il nostro consiglio è di arrivare al Rifugio Roda di Vael prendendo la seggiovia che da Passo Carezza porta al Rifugio Paolina (QUI info utili). Da qui si prosegue seguendo il segnavia 539 (praticamente il nostro percorso del ritorno) si arriva al rifugio in 45 minuti di passeggiata alla meta (150 metri di dislivello).

Terza opzione il sentiero che parte dal “Ciampedie”, da dove si gode di uno straordinario panorama su Catinaccio. Lo potete raggiungere prendendo la funivia da Vigo di Fassa (QUI info utili). Scendete verso il Rifugio Negritella e proseguite quindi lungo il sentiero SAT 545.

 

Al Rifugio Negritella

Sarà la sesta volta che rimaniamo a dormire al rifugio Negritella, in Val di Fassa, a quasi duemila metri d’altitudine. E ogni volta abbiamo la conferma che questo sia il luogo ideale per dimenticare la frenesia di tutti i giorni ed immergersi in un ambiente con un’energia particolare.

Si sale a piedi da Vigo di Fassa (chiedete della strada per le mountain bike, ci mettete un’oretta e mezza) oppure con la funivia (il Negritella dista poi 5 minuti a piedi, se avete bambini piccoli) e vi accorgerete dell’atmosfera magica che si respira lassù non appena avrete di fronte le spettacolari cime del Catinaccio, del Vajolet e del Larsec. Con queste splendide giornate di settembre, poi,…

Noi questa volta siamo saliti a piedi e subito abbiamo visto un cerbiatto fermarsi nel prato ad osservarci. Arrivati alla meta Sandro e Cesare, che erano andati a fare legna, ci hanno accolti con una merenda d’eccezione: brise fresche affettate, pane fatto in casa, speck e formaggio di malga. Serve dire altro? Dopodiché io e Samuel siamo andati un po’ per funghi e un po’ alla ricerca dei caprioli e dei cervi (si vedono facilmente all’imbrunire), ma questa volta non abbiamo trovato nè gli uni nè gli altri. Però, seduti in cima al prato, con la Valle di Fassa ai piedi e quelle cime maestose, non ce la siamo sentiti di lamentarci più di tanto!

Dal rifugio ci sono passeggiate ed escursioni per tutti i gusti: in una mezz’ora di sentiero pianeggiante ed adatto ai passeggini da trekking si arriva al Gardeccia, con un bel parco giochi; in un’ora e mezza di passeggiata un po’ più impegnativa si arriva alla Roda di Vael; in un’oretta si arriva anche alla Malga Vael, con un percorso affascinante che ricorda a tratti i canyon. Noi il giorno dopo abbiamo deciso di prendere il sentiero delle “caore” (capre in dialetto, e se lo fate capirete subito il perché, tanto va su dritto) per raggiungere in tre ore il rifugio Vajolet, sotto le sue omonime e famose cime. Escursione da fare con bimbi un po’ allenati a camminare, ma sono tante le sorprese che ripagano della fatica: le stelle alpine, le marmotte a due passi, i rododendri tra le rocce, un panorama mozzafiato.

Tornati alla base la cucina di Sandro Benamati appaga il palato: pasta fresca e gnocchi fatta in casa, materie prime freschissime e gustose, affettati e formaggi presi dai piccoli produttori, ogni piatto – cucinato rigorosamente con la stufa a legna – con quel tocco in più che solo i bravi chef danno. E quando si mette passione in quello che si fa, lo si vede subito. Sandro, per lungo tempo ristoratore a Canazei gestisce dal 2005 questa struttura con 25 posti letto e camere con vista (praticamente senza tende…e che colpo al cuore svegliarsi alle sei con quello spettacolo di fronte!) sulle più belle cime del Trentino. Un pezzo per volta ha realizzato il suo sogno con le proprie fatiche. Noi ci andiamo spesso anche d’inverno, anche perchè le piste attorno sono l’ideale per le famiglie, e amiamo quello speciale mini centro benessere ad alta quota: la sauna fatta esternamente a baita, il piccolo bagno turco, il letto con il materassino costituito da un sacco imbottito di fieno, la pavimentazione composta con le pietre di un rio vicino,…

Il problema è trovare posto. Il Negritella è infatti un gioiellino che ha colpito i tanti visitatori da ogni parte del mondo che prenotano da un anno all’altro, come una famiglia di australiani che timbrano puntuali il cartellino o la coppia di olandesi che richiede sempre la stanza “Vajolet” convinta che il nome derivi dal colore viola in inglese e non dalle spettacolari montagne che ti guardano dalla finestra.
Noi lassù sospendiamo i pensieri e vedere i bambini che si perdono a giocare fuori tra di loro o con i gattini e la fantastica terranova Scavia, senza pensare ai videogiochi o alla tv, è bellissimo. Per non parlare di quando decidono di cooperare alla vita del rifugio sparecchiando spontaneamente o aiutando con qualche lavoretto…allora ci crete che l’atmosfera è magica, o no?