Tag - Val di Fassa

Una notte al Rifugio Roda de Vael

Il Rifugio Roda de Vael è una meta imperdibile, raggiungibile sia dalla Val d’Ega che dalla Val di Fassa, ed è una gita davvero alla portata di tutti. Noi abbiamo scelto, e vi racconteremo qui, di raggiungere il rifugio partendo dal Ciampedie, ma soprattutto di fermarci per la notte.

Dormire in rifugio è un’opportunità alla quale non tutti pensano, ma che invece noi vi consigliamo assolutamente di provare. Verrete catapultati fuori dal tempo, e trascorrerete una notte davvero speciale con i vostri bambini o ragazzi!

Raggiungere il Rifugio Roda de Vael da Vigo di Fassa

Per questa escursione si raggiunge in auto (parcheggio disponibile presso gli impianti) Vigo di Fassa e si prende la funivia per il Ciampedie. Bastano pochi minuti per arrivare in quota. Già fermandovi qui avrete una vista spettacolare e un’infinità di cose da fare coi bambini, tra giochi, sentieri tematici e fly line! Trovate tutte le informazioni in Ciampedie: cosa fare con i bambini. Quando siamo arrivati noi il tempo non era dei migliori, quindi abbiamo fatto una sosta per pranzare alla Baita Checco, uno dei ristoranti che si trovano in Ciampedie. Guardate che bontà, valeva la pena!

Fuori dal ristorante c’è anche un bel parco giochi a tema Puffi, con castello e una grande sabbiera dove i bambini possono divertirsi mentre i grandi mangiano!

Il sentiero per il Rifugio Roda de Vael

Una volta rifocillati si prende la direzione per il Rifugio Negritella e da lì si procede seguendo le indicazioni. Ad un certo punto si abbandona la strada forestale e si prende il sentiero sulla destra. Attenzione a non sbagliare: una volta nel bosco dirigetevi a sinistra e non a destra (potrebbe sembrare che il sentiero sia a destra, ma vi riporterebbe (e con non poca difficoltà!) sulla forestale! Da qui si prosegue quindi su un comodo sentiero nel bosco, tra saliscendi non faticosi, fino a costeggiare una sorta di canyon, con dei suggestivi passaggi scavati nella roccia (niente di difficile). In un’ora e mezza si arriva a Malga Vael.

Dal Malga Vael al Rifugio Roda de Vael

Malga Vael è perfetta per una sosta prima delle ultime fatiche per raggiungere il rifugio. Non nel nostro caso perché pioveva, ma altrimenti questo è un luogo piacevolissimo, con tavolini esterni ed animali per la gioia dei bambini. Ne abbiamo parlato in A Malga Vael in Val di Fassa.

Dietro la malga inizia la salita per il rifugio. Se fino ad ora non si è fatta gran fatica mettete in conto che qui il gioco si fa duro! Un primo pezzo su strada di cemento potrebbe scoraggiare i bambini, ma poi si divertiranno a saltare di roccia in roccia in un paesaggio suggestivo. Noi ve lo proponiamo in versione “nebbia” ma anche così aveva un fascino non da poco!

Superata Malga Vael, dopo una ripida salita si arriva sui prati costellati di grandi massi. Manca poco per arrivare al Rifugio Roda de Vael!

Verso il rifugio Roda de Vael

A un certo punto la strada si interrompe e il sentiero prosegue tra i prati. Qualche decina di metri tenendo come riferimento i cavi della teleferica che serve all’approvvigionamento del rifugio e poi inizia una scalinata con gradoni. Per noi  è stata un’avventura e siamo riusciti a scorgere il  rifugio solo a pochi metri, avvolto tra le nuvole basse! Da Malga Vael al Rifugio Roda de Vael mettete in conto 40 minuti.

Una notte al Roda de Vael

Ad accoglierci Roberta, trentina di adozione che da molti anni gestisce questo rifugio che lei definisce la sua “Casa Alta“. Parliamo di un rifugio autentico, con le camerate e le camerette più piccole coi letti a castello. A disposizione degli ospiti piumini e cuscini, basta portare il sacco lenzuolo o noleggiarlo in loco. L’atmosfera la sera in rifugio è cordiale e amichevole. Si sta tutti vicini, si mangia, si chiacchera, si può giocare a carte o con i giochi in scatola.

Per i più piccoli Roberta ha fatto realizzare anche un bellissimo libricino intitolato “Roda di Vael – piccoli Esploratori” da colorare, leggere e completare. Un bellissimo diario a ricordo di una serata speciale! Eccolo nella foto che abbiamo scattato in una pausa sulla strada del ritorno!

Al Rifugio Roda de Vael i bambini troveranno il libricino "Piccoli Esploratori": un bel diario dove appuntare le esperienze vissute in quota.

Il libricino del rifugio Roda de Vael

L’ora della nanna scatta presto. Noi abbiamo dormito in una stanza piccola ma molto accogliente, cullati da un silenzio magico.

Il Rifugio ROda de Vael offre sistemazione per la notte in camerata o in stanze da 4 persone. I servizi igienici sono condivisi.

Una delle camerette del Rifugio Roda di Vael

La cosa più bella del risveglio in rifugio è sicuramente l’alba. Fortunatamente bellissima dopo la pioggia e la nebbia del giorno prima, ce la siamo proprio goduta tutta direttamente da sotto il piumone!

Alba al rifugio Roda di Vael

Alba al Rifugio Roda di Vael

Super colazione con pane, marmellate, jogurt e cereali in compagnia di uno dei mici di Roberta e poi via! Ah, per gli appassionati c’è pure la ricostruzione in Lego del rifugio!

L’aquila di Christomannos

Abbiamo deciso di iniziare la giornata percorrendo un pezzo del sentiero 548 in direzione Carezza per vedere l’aquila gigante di Christomannos, la grande scultura metallica con il becco rivolto verso Cortina. Ve la abbiamo raccontata in All’aquila (gigante) di Christomannos La passeggiata è piacevole e quasi pianeggiante. Offre panorami bellissimi e poi ci sono tante marmotte! Una vera gioia per i bambini ma anche per gli adulti!

Questa deviazione ci ha richiesto meno di un’ora tra andata e ritorno, ma è stata una buona scelta. Volendo da qui si prosegue un’altra mezzora e si arriva al Rifugio Paolina.

Il Viel de le Feide

Rientrati al Roda de Vael abbiamo imboccato il sentiero sul retro e camminato sul costone della montagna. Un panorama indescrivibile, a tratti lunare, a tratti maestoso, proprio sotto le guglie rocciose di quest’angolo di Dolomiti. Il Viel de le Feide, o sentiero delle Pecore, vi riporta al Ciampedie passando sopra il sentiero percorso all’andata, regalandovi così una visuale indimenticabile sulla Val di Fassa. Coi bambini piccoli bisogna prestare un po’ di attenzione , specialmente quando si attraversano i ghiaioni. Non ci sono salite nè discese impegnative, l’unica discesa più decisa è quando si arriva a destinazione e bisogna scendere  al Ciampedie (da Baita Pra Martin ). Mettete in conto un paio d’ore dal rifugio al Ciampedie. Si ritorna a valle in funivia!

Giro ad anello al Rifugio Roda de Vael : info utili

  • LUOGO: Catinaccio (Val di Fassa)
  • PARTENZA: Ciampedie (in funivia da Vigo di Fassa)
  • ARRIVO: Rifugio Roda de Vael
  • IMPIANTI: Funivia Vigo-Ciampedie
  • ALTITUDINE:  2283 metri
  • DISTANZA: 11 chilometri circa (totali)
  • DURATA: 4 ore (+ 1ora per la deviazione all’aquila di Christomannos)
  • DISLIVELLO: 300 metri
  • PASSEGGINO: no
  • PUNTI DI RISTORO: Rifugio Roda de Vael, vari rifugi al Ciampedie

Contatti

Rifugio Roda di Vael
Sella del Ciampaz – Catinaccio (Vigo di Fassa)
tel. 0462.764450
e-mail: info@rodadivael.it
sito: www.rodadivael.it

Percorsi alternativi

  • Il Roda di Vael è raggiungibile anche dal Passo Costalunga: s’imbocca il sentiero tra il Ristorante Rosengarten e l’Hotel Savoy e dopo circa venti minuti di cammino si prosegue sul sentiero 548 fino al rifugio. Il dislivello è di circa 500 metri e si percorre l’itinerario in in un paio d’ore di escursione.
  • Altro accesso è dal rifugio Paolina, che si raggiunge anch’esso dal Passo Costalunga in seggiovia o percorrendo il sentiero 552. Dal Rifugio Paolina si arriva al Roda di Vael passando per l’aquila gigante in 45 minuti (segnavia 539- 150 metri di dislivello)

Cosa fare nei dintorni del Catinaccio

Vi è piaciuta questa escursione al Rifugio Roda de Vael? È solo una delle innumerevoli possibilità che si hanno da queste parti! Per esempio potreste:

L’Agritur El Mas

Siete mai stati in un agritur dove nel ristorante c’è una finestra sulla stalla, da cui si possono vedere le mucche e i vitellini? Quando vedrete che c’è anche una panchetta in legno per permettere ai bambini di vedere i loro amici animali anche durante il pranzo capirete lo spirito con cui viene gestito l’Agritur El Mas di Moena. Tutto è pensato nel minimo dettaglio, fasciatoio in bagno per cambiare i neonati compreso.  La cosa importante è che la stalla dell’agritur El Mas rimane sempre aperta a tutti coloro che vorranno ammirare da vicino tutti i suoi abitanti e cercare di capire come funziona la vita e il ritmo di chi lavora con il cuore a contatto con gli animali e la natura ogni giorno.

Oltre alle mucche e ai vitellini, ci sono i maiali e dei bellissimi cavalli avellinesi che potranno essere accarezzati. E anche degli asinelli. Il tutto immerso in un’incredibile scenario naturale…  di quelli che ti fanno ringraziare di vivere in una provincia così bella.

Fare una tappa mangereccia qui è d’obbligo. La cura che Michelangelo mette nei fornelli è la stessa che utilizza per produrre le materie prime. Sì, perché è quasi tutto a “metri zero”, come ama ripetere lo chef: dai formaggi prodotti con il latte delle nove mucche e trasformati nel caseificio vicino, ai salumi affinati nei volti a vista del locale. Inutile dire che tutto è preparato a mano e sul momento: in questi luoghi bisogna andarci di persona perché è inutile raccontare quanto è buono il gelato al fiordilatte con il latte appena munto… rischieremmo solo di farvi venire solo l’acquolina in bocca.

Ci sono posti che ti entrano subito nel cuore, perché non appena ci metti piede stai bene. Questo agritur è uno di quelli, l’ideale per una gita o una sosta in Val di Fassa.

Per info e prenotazioni 0462 574221 333 6233471.

 

L’Agritur El Mas

Siete mai stati in un agritur dove nel ristorante c’è una finestra sulla stalla, da cui si possono vedere le mucche e i vitellini? Quando vedrete che c’è anche una panchetta in legno per permettere ai bambini di vedere i loro amici animali anche durante il pranzo capirete lo spirito con cui viene gestito l’Agritur El Mas di Moena. Tutto è pensato nel minimo dettaglio, fasciatoio in bagno per cambiare i neonati compreso.

Oltre alle mucche e ai vitellini, ci sono i maiali e dei bellissimi cavalli avellinesi che potranno essere accarezzati. E anche degli asinelli. Il tutto immerso in un’incredibile scenario naturale…  di quelli che ti fanno ringraziare di vivere in una provincia così bella.

Fare una tappa mangereccia qui è d’obbligo. La cura che Michelangelo mette nei fornelli è la stessa che utilizza per produrre le materie prime. Sì, perché è quasi tutto a “metri zero”, come ama ripetere lo chef: dai formaggi prodotti con il latte delle nove mucche e trasformati nel caseificio vicino, ai salumi affinati nei volti a vista del locale. Inutile dire che tutto è preparato a mano e sul momento: in questi luoghi bisogna andarci di persona perché è inutile raccontare quanto è buono il gelato al fiordilatte con il latte appena munto… rischieremmo solo di farvi venire solo l’acquolina in bocca.

Ci sono posti che ti entrano subito nel cuore, perché non appena ci metti piede stai bene. Questo agritur è uno di quelli, l’ideale per una gita o una sosta in Val di Fassa.

Per info e prenotazioni 0462 574221 333 6233471.

Al Rifugio Negritella

Sarà la sesta volta che rimaniamo a dormire al rifugio Negritella, in Val di Fassa, a quasi duemila metri d’altitudine. E ogni volta abbiamo la conferma che questo sia il luogo ideale per dimenticare la frenesia di tutti i giorni ed immergersi in un ambiente con un’energia particolare.

Si sale a piedi da Vigo di Fassa (chiedete della strada per le mountain bike, ci mettete un’oretta e mezza) oppure con la funivia (il Negritella dista poi 5 minuti a piedi, se avete bambini piccoli) e vi accorgerete dell’atmosfera magica che si respira lassù non appena avrete di fronte le spettacolari cime del Catinaccio, del Vajolet e del Larsec. Con queste splendide giornate di settembre, poi,…

Noi questa volta siamo saliti a piedi e subito abbiamo visto un cerbiatto fermarsi nel prato ad osservarci. Arrivati alla meta Sandro e Cesare, che erano andati a fare legna, ci hanno accolti con una merenda d’eccezione: brise fresche affettate, pane fatto in casa, speck e formaggio di malga. Serve dire altro? Dopodiché io e Samuel siamo andati un po’ per funghi e un po’ alla ricerca dei caprioli e dei cervi (si vedono facilmente all’imbrunire), ma questa volta non abbiamo trovato nè gli uni nè gli altri. Però, seduti in cima al prato, con la Valle di Fassa ai piedi e quelle cime maestose, non ce la siamo sentiti di lamentarci più di tanto!

Dal rifugio ci sono passeggiate ed escursioni per tutti i gusti: in una mezz’ora di sentiero pianeggiante ed adatto ai passeggini da trekking si arriva al Gardeccia, con un bel parco giochi; in un’ora e mezza di passeggiata un po’ più impegnativa si arriva alla Roda di Vael; in un’oretta si arriva anche alla Malga Vael, con un percorso affascinante che ricorda a tratti i canyon. Noi il giorno dopo abbiamo deciso di prendere il sentiero delle “caore” (capre in dialetto, e se lo fate capirete subito il perché, tanto va su dritto) per raggiungere in tre ore il rifugio Vajolet, sotto le sue omonime e famose cime. Escursione da fare con bimbi un po’ allenati a camminare, ma sono tante le sorprese che ripagano della fatica: le stelle alpine, le marmotte a due passi, i rododendri tra le rocce, un panorama mozzafiato.

Tornati alla base la cucina di Sandro Benamati appaga il palato: pasta fresca e gnocchi fatta in casa, materie prime freschissime e gustose, affettati e formaggi presi dai piccoli produttori, ogni piatto – cucinato rigorosamente con la stufa a legna – con quel tocco in più che solo i bravi chef danno. E quando si mette passione in quello che si fa, lo si vede subito. Sandro, per lungo tempo ristoratore a Canazei gestisce dal 2005 questa struttura con 25 posti letto e camere con vista (praticamente senza tende…e che colpo al cuore svegliarsi alle sei con quello spettacolo di fronte!) sulle più belle cime del Trentino. Un pezzo per volta ha realizzato il suo sogno con le proprie fatiche. Noi ci andiamo spesso anche d’inverno, anche perchè le piste attorno sono l’ideale per le famiglie, e amiamo quello speciale mini centro benessere ad alta quota: la sauna fatta esternamente a baita, il piccolo bagno turco, il letto con il materassino costituito da un sacco imbottito di fieno, la pavimentazione composta con le pietre di un rio vicino,…

Il problema è trovare posto. Il Negritella è infatti un gioiellino che ha colpito i tanti visitatori da ogni parte del mondo che prenotano da un anno all’altro, come una famiglia di australiani che timbrano puntuali il cartellino o la coppia di olandesi che richiede sempre la stanza “Vajolet” convinta che il nome derivi dal colore viola in inglese e non dalle spettacolari montagne che ti guardano dalla finestra.
Noi lassù sospendiamo i pensieri e vedere i bambini che si perdono a giocare fuori tra di loro o con i gattini e la fantastica terranova Scavia, senza pensare ai videogiochi o alla tv, è bellissimo. Per non parlare di quando decidono di cooperare alla vita del rifugio sparecchiando spontaneamente o aiutando con qualche lavoretto…allora ci crete che l’atmosfera è magica, o no?