Kidsonthetree parrebbe non avere più segreti per noi ormai, ma a quanto si legge nel nuovo articolo del suo ideatore sul blog omonimo (qui) esiste un fattore molto importante legato a questo marchio che non abbiamo ancora conosciuto a fondo: il “come” i giochi da inserire nelle proposte Kidsonthetree.com vengono scelti.
Che il marchio fosse nato dall’esigenza del suo creatore di trovare giocattoli per la sua primogenita che soddisfacessero determinate caratteristiche in termini di materiali e processi di produzione e che faticava a trovare, è cosa (importante e) ben nota. La cosa veramente importante però è sapere che, come dichiara lui stesso: “Quando scelgo i giocattoli da inserire nell’assortimento non lo faccio mai solo sfogliando un catalogo. A me piace vedere i prodotti dal vero, toccarli, sentirne la consistenza, toccare i colori e soprattutto mi piace cercare di capire la logica che ha portato alla creazione del giocattolo stesso. Per queste ragioni cerco di parlare il più possibile con i produttori o distributori: per capire come è nata l’idea di quel determinato prodotto e come avviene il processo di produzione.” In una seconda fase poi Stefano prova, testa il gioco. E proprio da questa importante fase pare proprio aver capito che il gioco è un’attività soprattutto per i grandi, altro che “roba da bambini”!
Il gioco, ecco la convinzione di Kidsonthetree, è un’attività per tutti ed è, come conferma Alves Scarparo, un modo per respirare “aria di vita”, atmosfera di leggerezza e convivialità. Tutti valori che oggi dovremmo cercare di preservare, vista la frenesia e gli impegni anche pesanti che siamo chiamati a soddisfare. Approcciarsi al gioco con la voglia di lasciarsi andare, di condividere e gioire del momento conviviale e della bella atmosfera è il segreto giusto per essere felici, non solo da bambini.
Se volete scoprirne di più su questo argomento vistiate il blog Kidsonthetree.com e magari con l’occasione sfogliate il catalogo online di questo incredibile marchio che fa vivere, grazie alle sue scelte in tema di giochi educativi, le concezioni e le sensazioni del suo ideatore.
Fantasia, immaginazione, creatività sono parole chiave per la filosofia di Kidsonthetree, un marchio che ha fatto della ricerca e della qualità i suoi fiori all’occhiello. Parlando con Stefano Scarparo Alves, ideatore e anima del progetto Kidsonthetree il discorso sui giochi e le tipologie di giochi che i bambini preferiscono salta spesso fuori e in una recente chiacchierata siamo finiti a parlare di quelle volte in cui, di fronte a un regalo fatto a un figlio si rimane delusi della reazione, magari perché il bambino è più attratto dalla confezione che dal giocattolo stesso.Vi è mai capitato? Fa sorridere, ma anche pensare. A Stefano con le sue figlie, ma anche a noi onestamente, è successo e questo ci fa soffermare sulla nostra capacità reale di riconoscere i gusti dei bambini, senza farci influenzare dai nostri. Stefano sostiene di aver sempre pensato che si trattasse di uno di quegli inevitabili (e numerosi) “eventi naturali e comuni” della vita del genitore imperfetto. Può essere sicuramente, ma ci racconta che da quando ha avuto modo di parlare con Jordi, ideatore, fondatore e realizzatore dei Nins® di Grapat il suo punto di vista in merito a questo episodio è di certo cambiato. Jordi gli ha infatti spiegato che toccando con le mani i giochi che produce i bambini “vedono al di là dei colori e poiché sono sensibili ad ogni prezioso piccolo tocco, accarezzano la consistenza del legno, i bordi arrotondati, le facce lisce e le sfere”, un po’ come se le mani potessero vedere. Un’immagine a dir poco suggestiva!
I bambini hanno, ci racconta Stefano dal suo punto di vista, delle priorità sempre speciali, non sempre comprensibili agli adulti e a volte non si tratta di regalar loro giochi “sbagliati” o “corretti”, ma solo di diverse priorità. Spesso i materiali sono solo uno strumento, perché il gioco infantile è l’essenza dell’esistenza e l’espressione massima di vita. Attraverso il gioco i bambini si aprono al mondo e se li lasciamo fare vedremo che loro ci diranno io sono, io esisto”. Per scoprire il mondo è necessario anche passare attraverso il gioco libero e destrutturato, anche a favore dell’acquisto di autonomia.
Stefano, papà di due bambine, si rende conto nel quotidiano che mano a mano che la crescita dei bambini avanza, i giochi di trasformazione e di invenzione diventano sempre più complessi e più intriganti, rimanendo fermo il concetto però di gioco come occasione per creare qualcosa di nuovo, riprendere e sviluppare ulteriormente un’attività, un gioco lasciato il giorno prima. Persino degli scatoloni semplicissimi, imballaggi senza orpelli, possono diventare automobili, case per le bambole, stalle di cavalli oppure navicelle spaziali grazie ai colori e agli addobbi fatti di nastro adesivo, etichette, nastri e tutto quello che la fantasia suggerisce al momento.
I materiali, le consistenze e i colori sono caratteristiche essenziali dei prodotti selezionati e proposti da Kidsonthetree, in particolare quelli del marchio GRAPAT (proprio ideati da Jordi di cui si parlava prima), esaltano le forme, le tine e il legno di cui sono composti, regalando al bambino, al di là del gioco fine a sè stesso, anche l’opportunità della scoperta. Educativi di nome e di fatto, i giochi scelti da Kidsonthetree si possono visionare al catalogo online grazie al sito, dove troverete anche il blog di Stefano Scarparo Alves, che regala continui spunti sull’essere genitori.
Baselga di Pinè, conosciutissima per il suo bel lago, è uno di quei luoghi che non devono trarvi in inganno: al di là dei posti più frequentati infatti, ci sono un sacco di belle passeggiate e luoghi carini da frequentare che sono assolutamente a misura di famiglia. Oggi, per esempio, per spolverare un po’ la mia memoria di bambina ex villeggiante, siamo partiti da Poggio dei pini, una nota zona residenziale degli anni Ottanta (alla rotatoria di Baselga, per chi arriva da Albiano, prendere la prima uscita per Vigo), ma questo percorso si può iniziare anche nel verso opposto partendo dall’abitato di Grill.
Ci siamo inoltrati alla scoperta di una leggenda che aleggia sui boschi della zona: quella di Jacopino, terribile sovrano del pinetano nel Medioevo, decapitato dai contadini in rivolta e padrone di un castello, precisamente quello “de la Mot” o anche detto Castel Belvedere, di cui oggi rimangono solo pochissimi resti, ma di cui rimane intatta la meravigliosa posizione panoramica. “Sulle orme di Jacopino” è una bella passeggiata animata da cartelli e indicazioni curiose, create dalle classi della zona qualche anno fa: alcuni danno notizie sugli alberi che popolano il bosco (ontani, noccioli, betulle, abeti e pini per citarne alcuni), altri conducono proprio al castello dell’antico sovrano e al bellissimo maso Purga (dal nome della zona “Purga”, storpiatura dell’antico “Burg”, castello). All’inizio la passeggiata, che dura poco meno di un’oretta se non vi fermate, alla ricerca di funghi, fogli o animaletti autunnali, parte su una strada asfaltata che fiancheggia belle casette per villeggiatura e che, passata una coltivazione in serra di fragole, tipica di queste zone, conduce diretta al bosco.
In questo bosco è concesso tirare con l’arco e infatti tutta la zona è costellata di bersagli a cielo aperto ed è divertente scovarne le strane posizioni, ma in realtà la cosa migliore è il fresco del sottobosco e, a detta dei bambini, gli stupefacenti incontri sul cammino: scoiattoli, lucertole e niente poco di meno che una bella salamandra. La luce del primo pomeriggio filtra fa gli alberi e anche se il sentiero nel bosco volge lentamente alla salita nessuno si lamenta perché i colori sono bellissimi grazie al foliage atunnale e l’aspettativa rispetto al castello è molta.Seguendo i cartelli che ci chiedono di farsi guidare dalla “spada di Jacopino” arriviamo a un bivio che ci fa sentire come Alice nel Paese delle Meraviglie: “per di qui o per di lì?”, “per il castello o per il maso”?, nase spontanea la domanda. Decidiamo per il castello e in men che non si dica, superato l’ultimo tratto di salita arriviamo ai ruderi e soprattutto allo spiazzo con vista panoramica sulle montagne che circondano la valle e sui paesi.
Proprio sul culmine del dosso (il Dos de la Mot appunto) che un tempo ospitava il castello ora ridotto a pochi sassi che formano modesti muretti, è stata installata una postazione con una panca e un “libro” molto particolare da sfogliare per scoprire il riadattamento della leggenda di Jacopino, da parte degli studenti dell’Altopiano. Anche se pochi lo sanno il Castel de la Mot o anche “castel Belvedere” è uno dei più antichi del Trentino.
Un po’ dispiaciuti per i pochi resti di questa struttura che doveva sicuramente riservare un grande fascino per chi arrivava dal sentiero, scendiamo e decidiamo di prendere anche la stradina che porta al maso Purga. Ottima scelta: in pochi minuti arriviamo proprio ai piedi di questo affascinante posto, conservato benissimo e che, scopriamo, era il luogo di servizio del castello. Ci fermiamo davanti alla tabella che descrive gli utensili del tempo: la gerla, la falce e così via e proseguendo un poco più avanti, sulla stradina che ci riporterà a Poggio dei pini, troviamo una fontanella di acqua fresca e il “capitel de le Caore”. Proprio alla fontanella un cartello ci avvisa che da lì in poi il cavaliere non ci avrebbe più fatto da guida verso la strada del ritorno. Poco male, ormai il percoso ad anello è chiaro: per un tratto si percorre uno stradino asfaltato e poco dopo si ritorna al punto, nel bosco, in cui iniziava la salita per il castello.
Sconsigliata ai passeggini è invece consigliatissima per chi vuole passare un po’ di tempo in mezzo al bosco senza fare troppa strada e magari fermandosi a riposare un po’ al sole con una gran bella vista sulla valle e sulle montagne. Si parcheggia comodamente a Poggio dei pini, a poca distanza dal maneggio “Natura al trotto” e volendo, se si ha ancora un po’ di tempo, poi si può passeggiare nel centro di Baselga, godendo dei due nuovissimi parchi gioco (uno vicino alla centrale via Roma, l’altro proprio lungo le sponde del lago di Serraia). Consigliato, come sempre, lo storico gelato del Bar Pinetana oppure un dolcetto al Bar Bianco, tutto allestito in stile shabby chic (e che a me, lo ammetto, fa sempre tornare in mente quello spettacolare profumo di pizzette che c’era all’ora di merenda…d’estate, tanti tanti anni fa).
Quando si dice una gita a 360 gradi per trascorrere una giornata bellissima unendo cultura, buon cibo e natura! Abbiamo deciso al volo di fare una gita diversa dal solito, spostandoci verso il sud del nostro Trentino e abbiamo pensato che, sentendone spesso parlare bene, sarebbe stato carino visitare Castel Ivano, situato nell’omonimo paese (Ivano Fracena), nei pressi di Ospedaletto. All’inizio i bimbi non erano convinti della sola visita al castello ma io ero sicura che avremmo trovato un luogo bellissimo e che lo sarebbe stato anche per loro, soprattutto perché questo è un castello speciale, non un museo, ma un castello “vivo” in cui gli attuali padroni passano il loro tempo. Ci è sembrato da subito diverso da quelli che avevamo visitato finora, fin dal primo scorcio di giardino: fiori colorati, aiuole verdissime, un bell’ingresso, guardiola con cucina e attrezzatura, la piscina e soprattutto il padrone, il signor Paolo Staudacher che ci ha accolti calorosamente non appena siamo entrati. La corte dell’ingresso ci ha praticamente ammaliato: il grande portone contornato di verde e di rose, tra grandi alberi e scorci di castello che paiono invitarti ad entrare hanno catturato subito non solo il nostro sguardo adulto, ma anche l’attenzione dei nostri piccoli accompagnatori. Timothy è rimasto colpito dalle grandissime (e antichissime) rose rampicanti che come segno di appartenenza hanno abbracciato le grandi mura del castello catapultandoci con la fantasia in una favola antica. Il grande fienile che ci accoglie per primo, oggi adibito a sala da cerimonia per un imminente matrimonio, si staglia imponente e ci costringe a soffermare lo sguardo, ma la vera attrazione è la storia che questo luogo conserva in sé. Castel Ivano è il risultato di secoli di appropriazioni, passaggi pignoratizi, guerre e grande passione nella sua ricostruzione da parte della famiglia Staudacher, nonostante i disastri commessi dalla Grande Guerra. Da fortezza dell’anno 1000 con mura impervie e guardinghe a difesa dell’intera fortezza, sul lato in cui passava la Via Claudia Augusta, a meraviglioso maniero del ‘500 che, dal lato ormai bonificato dell’attuale Valsugana, con stemmi, balaustre, cucine e loggiati troneggiava tutta la zona insieme, scopriamo, ad altri 13 castelli, la maggior parte dei quali sono stati rasi al suolo. Rimaniamo affascinati da tutto, dall’interno e dall’esterno, dalla chiesetta consacrata che ha visto il matrimonio segreto del Generale Dalla Chiesa, e soprattutto, lo dobbiamo confessare, dal regalo speciale concessoci dal proprietario: la salita sulla torre. Che sensazione ragazzi! Nel punto più alto del castello, a un passo dal cielo, sopra quella che era una vera prigione per le donne, che se solo potesse parlare avrebbe mille e mille storie da raccontare. Uno spettacolo: la visuale, l’emozione della salita, i racconti di chi Castel Ivano lo porta nel cuore e nell’albero genealogico. Una visita guidata davvero unica. Vi consigliamo di prendervi il tempo di fare un salto in questa residenza privata, che si può visitare solo su prenotazione e che, grazie alla guida (Sabrina, simpatica e bravissima tra l’altro), diventerà subito familiare. Basta telefonare allo 0461 763432 oppure al 334/7425960).
E non è finita: proprio ai piedi del castello a sorpresa c’è un’oasi faunistica (l’oasi faunistica Villa Agendo) in cui, pensate, arrivano i cervi a prendere il fresco più o meno ogni mattina presto e anche la sera qualche volta e si lasciano pure avvicinare! Che cosa meravigliosa! Noi siamo arrivati un po’ tardino oggi, ma vogliamo riprovarci presto.
La nostra gita non è finita al castello in realtà perché abbiamo fatto tappa gourmet al Ranch dei Lupi a Strigno (www.ranchdeilupi.it ) riempiendoci il pancino di polenta, fuso, funghi e salsiccia (piatti spazzolati in men che non si dica dai piccoli di casa!), prezzo ragionevole per un agritur che è anche maneggio e che ha sul serio tutto l’aspetto di un vero e proprio ranch.
Non contenti abbiamo voluto fare anche una breve escursione nei paraggi per vedere uno tra i più importanti ponti naturali del Nord Italia che, scopriamo, sta proprio tra Ivano e Ospedaletto ed è un assoluto spettacolo. Arriviamo ad Ospedaletto e seguiamo le indicazioni per “Sentiero dell’orco” che, detto così sembra un po’ pauroso ma in realtà è il sentiero che porta all’omonimo “Ponte dell’orco”, il quale prende il nome da una leggenda molto carina secondo la quale sarebbe stato costruito da un orco per permettere il passaggio da un versante all’altro a un pastorello con le sue pecore, dopo che questi avrebbe, proprio per ottenere un aiuto per passare, venduto l’anima al diavolo.A 60 metri da terra, imponente e pericoloso (è percorribile ma molto rischioso perché privo di protezioni), il ponte si staglia in cielo con la roccia come sfondo e per i bambini, ma anche per noi adulti, è un chiaro e bell’esempio della potenza incommensurabile della natura. Rimaniamo impressionati e ammettiamo che solo papà riesce a farci qualche metro sopra, per noi tre rimane solo un bello spettacolo. Il sentiero che porta al ponte, facilissimo, fresco e molto carino tra vegetazione e recinti di sicurezza, oltre che comodi punti panoramici, dura circa un’ora e mezza andata e ritorno, ma secondo noi per i più abituati anche meno. Niente passeggini anche se all’inizio può sembrare fattibile, ma poi quando si sale il sentiero si stringe e non è più agibile, nemmeno con i tre ruote, a piedi invece tutto procede liscio.
Insomma, giornata splendida in un luogo che ammetto non avrei mai pensato potesse nascondere così tante attrazioni storiche e naturali. Molto interessante e da provare!
Quando e come visitarlo:
Dal secondo sabato di giugno al secondo sabato di settembre:
dal martedì al venerdì, orario da concordare
sabato, domenica, partenza visita alle 10.30, 14.30, 16.00
Dal secondo sabato di settembre alla seconda domenica di giugno visite solo per gruppi di almeno 8 adulti paganti
Costo del biglietto comprensivo dell’entrata e della guida € 6. Durata 1 ora e 15 minuti. Adatto a tutti e accessibile ai disabili previo accordo. Possibilità di prenotare pranzo/cena. Per maggiori info o per prenotare una visita telefonare al 0461763432.
Consigli: Durante il periodo autunnale il giardino del castello si coloro di mille sfumature, ed è veramente uno spettacolo!!
Cos’è il Pegorar? Intanto vi dico che dal Pegorar si ha una super vista sull’Andalo Life Park e su tutto Andalo e poi aggiungo che il Pegorar é un maso e che per raggiungerlo é stato creato un grazioso sentiero che parte dal Plan dei Sarnacli (dov c’è la chiesetta della Madonna del Loreto) e si snoda nel bosco sottostante, tutta pianeggiante … o quasi.
La cosa bella di questo sentiero che potete percorrere in circa quaranta minuti andata e ritorno é il fatto che é stato “attrezzato” per poter mostrar la meraviglia della geologia che caratterizza questa particolare zona: ponticelli di legno sospesi sopra forre scavate nelle rocce, sovrastate da grandi ammassamenti rocciosi che fanno pensare ai giganti. Qui, sotto le fronde del bosco o meglio, della foresta di faggi, si sta freschi e ci sono un sacco di rocce con il muschio e popolazioni di trifogli. La passeggiata é tranquilla ma non la consiglio per i passeggini perché un po’ scoscesa a tratti. Ci sono alcuni punti panoramici e ci sono panche e tavoli per pensare anche ad un pic nic. L’arrivo, come vi ho anticipato, é al maso Pegorar dove ci sono persine le caprette e da dove, volendo, si può scendere fino al centro di Andalo o al Life Park.
Noi torniamo indietro per fare una piccola sosta al bar dei Sarnacli e dare uno sguardo alla piccola cappella che sta proprio in mezzo al “Plan” che, tra l’altro, é un posto ottimale per prende il sole e fermarsi a fare un piccolo pic nic.
Non consiglierei di salire ad Andalo solo per questa passeggiata, ma se siete in zona fate un giro fino a qui e incamminatevi su questo sentiero, tra l’altro da qui parte la strada per salire a Malga Tovre o al Rifugio La Montanara, di cui vi aveva già parlato Silvia.
Vi ricordate quando vi abbiamo presentato la cartoleria Duomocenter in centro città a Trento? Bene, lo staff è prontissimo: è già tutto arrivato per il prossimo anno scolastico e, consiglio da non trascurare, se volete risparmiarvi la ressa di settembre potete andare a scegliere con calma tutto ciò che vi serve per iniziare al meglio la nuova avventura.
Scegliere la cartella è il primo passo per fare degli acquisti intelligenti per la scuola, ma anche il più importante, perché seguirà ogni giorno i vostri bambini carichi del peso di tutti i materiali necessari, ma anche pieni di emozioni! Le caratteristiche fondamentali per un ottimo zaino sono: ERGONOMIA, INDIVIDUALITA’, SOSTENIBILITA’ e VISIBILITA’.
Scegliere uno zaino leggero è già un buon inizio e se lo prendete con le strisce catarifrangenti vostro figlio sarà più visibile e più sicuro. Giustamente i bambini hanno i loro gusti e oltre ad acquistare un prodotto valido e funzionale possono scegliere tra le tante grafiche accattivanti per portarlo con entusiasmo! Certo è vero che queste linee costano un po’ di più rispetto ai marchi commerciali che stancano presto i bambini ma acquistare uno zaino ben strutturato permette un risparmio negli anni e soprattutto tutela la schiena dei nostri ragazzi. Ecco nel dettaglio le varie marche che propone Duomocenter:
ERGOBAG – Lo zaino Ergobag unisce le caratteristiche ergonomiche degli zaini da trekking più innovativi, alle qualità strutturali delle migliori cartelle per la scuola elementare. Zaino che ha ottenuto anche il sigillo di qualità IGR ”prodotto ergonomico”!
Cresce con la schiena. A seconda della forma anatomica del bambino, gli spallacci si lasciano regolare facilmente lungo le barre in alluminio alla statura del bambino. Lo zaino ergobag cresce insieme a chi lo indossa per tutta la durata della scuola elementare, da 1 m a 1,50 m. Ergonomico da cima a fondo. Ben progettato: sia la borsa che lo zaino per lo sport si agganciano facilmente allo zaino ergobag pack o cubo, per poter lasciare le braccia libere ai bambini. Cosí che il carico solo su un lato potrà essere evitato.
Gli zaini ERGOBAG sono:
I più ergonomici: grazie alle barre in alluminio, alla doppia cintura (pettorale e lombare) allo schienale imbottito, alla coulisse e sopratutto allo schienale regolabile in altezza per seguire lo sviluppo del bambino nel corso del tempo, lo zaino Ergobag consente una distribuzione perfetta dei pesi, proteggendo spalle, collo e zona dorsale.
Bellissimi e personalizzabili, grazie a tantissimi adesivi in velcro intercambiabili. Si possono inoltre creare adesivi personalizzati, con le foto o le immagini che preferiamo.
Ben costruiti: qualità tedesca, gli zaini Ergobag sono curati in ogni minimo dettaglio e prodotti attraverso diverse fasi di lavorazione.
Pratici: grazie ai molti spazi pensati per tutte le funzioni: lo scomparto per i libri, quello per gli oggetti, ma anche una tasca specifica per la borraccia e la merenda!
Totalmente sostenibili! Gli zaini Ergobag sono costruiti con tessuti ricavati al 100% da bottiglie in PET riciclate. In questo modo, oltre a essere interamente impermeabili, gli zaini rispettano l’ambiente.
SACTH – Lo zaino perfetto per la scuola media e superiore. Il design incontra e si fonde con una struttura ergonomica unica nel suo genere. Il rispetto per l’ambiente è massimo grazie ai tessuti realizzati con materiale 100% PET.
SCOUT – Da sempre sinonimo di qualità, ergonomia e sicurezza. Grazie alla struttura rigida o semi rigida e al sistema di regolazione dello schienale, la cartella Scout distribuisce il peso al suo interno in modo corretto e rende molto semplice organizzare il materiale scolastico. I suoi inserti catarifrangenti e fluorescenti rendono ben visibile il bambino sulla strada e questo ne aumenta la sicurezza negli spostamenti in città. Scout è garantita tre anni e propone un’ampia scelta di accessori come: astucci, borse sportive, borracce, ombrelli, portafogli, e molto altro tutto coordinato alla fantasia della cartella.
Burton
BURTON – Sinonimo di personalità e libertà. Il marchio più amato nel mondo degli snowboarder è oggi un vero punto di riferimento nel settore moda. Gli zaini sono adatti per l’università, il lavoro e il tempo libero grazie alla perfetta combinazione tra design e funzionalità.
SEVEN – INVICTA – Da sempre sinonimo di zaino. Uno zaino Seven nasce da un’idea. Un’idea brillante, creativa, fantasiosa, colorata. Uno zaino Seven nasce dalla passione, dall’energia, dalla voglia di innovazione, dall’allegria, le stesse che ci guidano nella creazione dei nostri prodotti che, con oltre 40 anni di storia alle spalle, sono diventati il simbolo di intere generazioni. Seven è sinonimo di zaino ma anche di design, di qualità, di innovazione e di legame con i ragazzi. Ma sì, certo, ragazzi che proprio come te amano stare insieme, amano sorridere, amano portarsi in spalla lo spirito colorato ed innovativo di Seven per rendere unico il proprio stile. Non conoscete ancora Jack? JACK è il trolley brevettato Seven che diventa un normale zaino perché grazie allo speciale carrello sganciabile, lo stacchi e indossi solo lo zaino. Se non vuoi staccarlo dal carrello puoi anche indossarlo tirando fuori gli spallacci dalla tasca posteriore, oppure lo trascini a mano con la doppia barra in alluminio estraibile, che puoi regolare in altezza. Il carrello di Jack è studiato per la massima facilità di utilizzo: le ruote toccano sempre a terra, anche mentre sali le scale. Trolley New Jack: in poche facili mosse lo trasformi in uno zaino vero e proprio e il carrello, lo lasci a casa. E’ lavabile, resistente ed indistruttibile! Dì la verità, un trolley così non l’avevi ancora mai visto, eh?!?!?
kit mancini
Bambini o ragazzi mancini? E’ sempre utile sapere che per i mancini o per chi ha problemi di impugnatura esistono prodotti utili e dedicati per favorire e aiutare il bambino alla giusta impugnatura.
Panico da foderatura libri? Cara mamma e papà ricordatevi che i libri possono foderarli direttamente da Duomocenter, con il sistema Colibrí. Lo conoscete? E’ fantastico! I suoi valori sono: amore per la cultura, rispetto per i libri, qualità del servizio, innovazione, internazionalità. “Un libro è come l’amore. Va protetto per allungargli la vita.” Un libro protetto vive più a lungo e vivono più a lungo anche i suoi contenuti, perché i libri sono la nostra memoria e la nostra identità, e conservarli meglio è un atto d’amore per la nostra cultura e per le generazioni future. Ecco perchè pensare a Colibrì…
Troppe spese? In effetti sono sempre tante e onerose, ma da Duomocenter potete trovare prezzi concorrenziali tutto l’anno su tanti prodotti, quaderni maxi 100g, colle Pritt, Frixion… e tanto altro!
Tutto lo staff è sempre a vostra disposizione per aiutarvi e seguirvi con professionalità e simpatia.
Attenzione! Un super servizio è attivo: si invia la lista per la scuola per email a info@duomocenter.com, te la porteranno a casa gratuitamente dal 1° settembre (in zona Trento).
Sull’acquisto scolastico o sulla lista scuola poi Duomocenter cerca di coccolarti il più possibile:
Etichette gratuite con nome e classe del bambino per personalizzare il materiale ( nb: omaggio su venti euro di spesa per chi ha la CARD del Trentino dei Bambini)
Per acquisto zaino Ergobag in omaggio custodia per i quaderni (fino esaurimento scorte)
Il Tonale e le sue sorprese. Vi ricordate quando Silvia aveva avuto la possibilità di fare un “bagno inaspettato” proprio in Val di Sole, sul Tonale? Per rinfrescarvi la memoria basta leggere questo suo articolo e farvi venire un po’ (anzi molta) voglia di fare un giretto in questa splendida valle. Ma se per fare il bagno vi manca un po’ di dovuto coraggio ecco un’idea alternativa che ci ha consigliato la nostra amica Silvia Sasso, che al Tonale è di casa: la passeggiata alla scoperta della Torbiera del Tonale.
La torbiera non è altro che una vasta conca umida ed è caratterizzata da una notevole varietà di ambienti alle quali corrisponde un’eccezionale ricchezza di biodiversità. Per questo la zona è stata dichiarata area protetta entrando a far parte della Rete Natura 2000(l’Unione Europea ha designato un sistema di aree meritevoli di protezione a livello continentale).
Si tratta di un vero e proprio “paradiso botanico”: piante carnivore, specie vegetali diffuse nelle regioni artiche e rarissime sulle Alpi sono alcuni esempi. Non mancano naturalmente le specie animali: soprattutto insetti, anfibi e rettili. Spesso si tratta di specie rare che qui alla torbiera trovano rifugio e nutrimento, come per esempio la libellula e il tritone alpino. Vicino alla torbiera c’è un’area a bosco rado che ospita mammiferi come il capriolo e il maestoso cervo, ma anche galli cedroni e forcelli, grazie ai cespugli del sottobosco.
La storia, qui alla torbiera, la fa da padrone: analizzando i pollini e i tronchi fossili imprigionati fra gli strati di torba si sono potuti chiarire i cambiamenti climatici e l’evoluzione del paesaggio. Ci sono anche testimonianze storiche dell’uomo: residuati bellici sprofondati sotto la molle superficie acquitrinosa del terreno, quale testimonianza della Grande Guerra. Quello che ha percorso Silvia per noi è il percorso tematico che si trova nella parte della torbiera situata a valle della strada statale. Poco impegnativo e accessibile a tutti consiste in 12 punti di osservazione e un punto informativo con un interessante allestimento didattico che aiuta a conoscere ed apprezzare lo straordinario patrimonio di biodiversità dell’area. Gli esperti della zona ci dicono che camminando in silenzio (sempre che con i bimbi vi riesca…), con un po’ di fortuna non è difficile scorgere i timidi animali del bosco.
Silvia non è stata così fortunata, ma ci conferma che per le famiglie e i bambini questa passeggiata semplice e divertente grazie alle installazioni, è molto carina e permette di trovare un po’ di frescura lungo i sentieri del biotopo.
Arrivare è semplice, grazie alle tabelle con le mappe, una anche all’inzio del sentiero. Si può parcheggiare la macchina presso la chiesa parrocchiale San Bartolomeo e il percorso parte imboccando il sentierino dopo Torre Presena, la terza Torre bianca al termine di Via San Bartolomeo e si snoda lungo la parte bassa della conca del Tonale. Raggiunta la strada statale la si prosegue per qualche metro in direzione Vermiglio ed in prossimità dell’area di sosta con tavole da pic nic e parcheggio auto la si attraversa per imboccare il sentiero che sale a monte della statale. Si prosegue finchè non si raggiunge l’altiporto del Tonale, lo si attraversa verso l’Ospizio San Bartolomeo che si vede in alto e si continua fino alla strada asfaltata che riporta all’abitato di Passo del Tonale. Lungo il percorso si trovano anche siti attrezzati con tavole e griglia.
La passeggiata dalla chiesa fino alla strada statale, dura circa 40 minuti, da li poi si può proseguire fino all’aliporto verso l’ospizio (per riconoscerlo c’è la chiesetta dell’ospizio vicino all’Hotel Mirandola, uno degli hotel più storici del Passo) e tutto il giro coi bimbi sono buone 2 ore. Un’alternativa a questo giro, può essere quello di arrivare alla strada asfaltata in fondo ai prati e invece che proseguire verso l’aliporto, prendere il sentiero a destra sul ponte del torrente e si ritorna per il “percorso vita” situato all’interno del bosco, un po’ più pianeggiante e corto. Si arriva alla Chiesa di S.Bartolomeo. Tempo percorrenza di questo giro circa un’ora e mezza.
Silvia e i suoi piccoli si sono divertiti molto, quindi non ci resta che seguire il consiglio! 😉
La Valle di Cembra è un mosaico di ambienti ricchi di biodiversità e di luoghi di interesse naturalistico che si trova nel Trentino orientale, al confine con l’Alto Adige e la Val di Fiemme. È attraversata dal torrente Avisio che, nel suo percorso dalla Marmolada al fiume Adige, ha scavato profondamente la dura roccia creando profondi canyon. Il corso d’acqua separa i due versanti della valle, incidendo profondamente sulla morfologia, la storia e lo sviluppo economico della valle, dando origine a profonde differenze tra la sponda destra e quella sinistra che si traducono anche in diverse forme di commercio e agricoltura.
Sponda destra
E’ caratterizzata da suggestivi vigneti secolari coltivati su terrazzamenti di muretti a secco, che grazie ai vari microclimi offerti dalla valle e al suolo porfirico, danno origine a vini pregiati come il Müller Thurgau. Salendo di quota, si trovano vasti boschi di latifoglie e conifere: habitat diversi dove si possono incontrare animali selvatici che contribuiscono a mantenere il ricco equilibrio biologico della valle. Tra questi, cervi, caprioli, volpi, scoiattoli, rapaci, picchi, rettili e anfibi.
Sponda sinistra.
Confina con la catena montuosa del Lagorai, famosa per essere l’area alpina più estesa d’Europa senza la presenza di insediamenti umani. Nella parte più bassa, predominante è l’estrazione del porfido, largamente impiegato nelle pavimentazioni di strade e piazze.
Tra gli ambienti diversificati che contribuiscono a rendere la valle un mosaico ricco e interessante, meritano di essere ricordati, oltre al torrente Avisio, le torbiere di alta quota, che si possono ammirare in particolare in Alta Val di Cembra, e le rinomate Piramidi di Segonzano.
Nel 2011 è nata la Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio, un’area protetta che si estende attualmente sui comuni di Altavalle, Capriana e Segonzano, creata in base a un accordo volontario tra enti locali e la Provincia di Trento con l’obiettivo di preservare e valorizzare tali siti e contribuire a uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’ambiente. La Rete di Riserve si occupa di azioni di conservazione della natura, di ricerca e di educazione ambientale; promuove inoltre di percorsi di visita sul territorio: sentieri escursionistici, strade forestali e percorsi tematici si sviluppano per chilometri consentendo a chi vuole immergersi in questo ambiente di assaporare le peculiarità ambientali, storiche, geologiche, culturali ed enogastronomiche dell’Alta Val di Cembra.
Bellissimi gli eventi organizzati dalla Rete. In agosto:
23 Agosto 2017: “Reste…rete sorpresi: escursione guidata alla torbiera del Lac del Vedes“, a partecipazione gratuita, ma con iscrizione obbligatoria. Maggiori info QUI.
26 agosto 2017: “Il bosco dei 5 sensi: biowatching sensoriale notturno nella Rete di riserve Alta Val di Cembra-Avisio”, con pernottamento in tenda! Tutte le info QUI.
Ecco alcuni siti imperdibili di questo territorio, preservato dalla Rete:
Lac del Vedes
Una delle più belle e preziose torbiere delle Alpi. Nel corso di millenni la torba prodotta dalle piante acquatiche ha occupato gran parte dell’originario bacino glaciale, così oggi rimane solo un piccolo laghetto. La vegetazione della torbiera è composta da tappeti di particolarissimi muschi e da piccole piante palustri molto rare. Questo ambiente è di vitale importanza per la sopravvivenza e la riproduzione di molte specie di animali legati all’acqua, come le libellule e gli anfibi.
Lago di Valda – Crediti fotografici: www.panoramio.com
Lago di Valda
Un ambiente estremamente interessante, vasto e ricco di piante e animali rari. Il Lago di Valda fino a pochi anni fa era completamente invaso da alberi e arbusti, cresciuti anche in seguito ai tentativi di bonifica messi in atto in passato. Di recente, grazie ai lavori di valorizzazione ambientale, è stata ripristinata una zona d’acqua ai margini della torbiera, che garantirà un idoneo habitat di vita e di riproduzione alla preziosa fauna acquatica.
Si trova a circa 1700 metri di quota, nel Comune di Capriana, nei pressi del Monte Corno. È inserito in un contesto ambientale e forestale di grande valore ed è un biotopo di vitale importanza per la riproduzione di molte specie di anfibi e rettili. La torbiera è per gran parte della sua superficie occupata da vegetazione palustre e caratterizzata dalla presenza di un piccolo specchio d’acqua. Per poterlo conoscere al meglio, la Rete di Riserve ha creato un piccolo percorso di visita con passerelle in legno.
Avisio
Un torrente selvaggio che attraversa e divide nettamente l’intera Val di Cembra in una sponda destra e sinistra, scorrendo nella forra incisa nel porfido. Le sue acque scaturiscono dal lago di Fedaia (2028 m), alla base del ghiacciaio della Marmolada, attraversano le valli di Fassa, Fiemme e Cembra fino a riversarsi nell’Adige. Nel tratto cembrano l’Avisio, anche per la distanza dai centri abitati, crea un ambiente selvaggio che conserva ancora elevate caratteristiche di naturalità.
Piramidi di Segonzano
Un capolavoro della natura e un fenomeno geologico unico in Trentino e raro nel mondo: colonne alte fino a 20 metri sovrastate da un masso di porfido, le cui origini risalgono a circa 50 mila anni fa. Noi ci siamo stati QUI e anche con il passeggino QUI.
Sentiero vecchi mestieri
Sentiero dei vecchi mestieri
Il Rio dei Molini fra Grumes e Grauno presenta una concentrazione di almeno 20 macchine ad acqua fra molini, segherie e fucine, con tre opifici restaurati. Il Sentiero dei Vecchi Mestieri collega questi fabbricati, portando al visitatore indimenticabili suggestioni di un paesaggio ambientale e storico unico. Noi c’eravamo stati QUI.
Green Grill – Info E Sapori
La Casa della Rete di Riserve, dove puoi trovare informazioni ambientali e consigli per scoprire il territorio a passo lento e gustare i pregiati vini della Val di Cembra, accompagnati dai nostri salumi, formaggi, mieli, confetture…
Per maggiori informazioni: reteriservecembra@gmail.com – 327 1631773 – 349 5805345
Pista che tocca Trento – Rovereto – Avio. Partendo da Trento in direzione Verona, si costeggia il fiume Adige e si attraversa la Vallagarina arrivando fino a Rovereto, qui si può deviare poi fino al Lago di Garda
Dal centro di Trento il fiume Adige passa per Besenello e Calliano, dove domina, dall’alto la fortezza di Castel Beseno. Nella zona di Nomi si trova anche un ottimo punto di ristoro il Bicigrill. Qualche chilometro più a sud la valle si apre tra Volano e Villa Lagarina, e da qui si possono già intravedere i campanili di Rovereto, il centro principale della Vallagarina. La piste ciclabile prosegue lungo le rive del fiume Adige fino ai vigneti di Mori, passando per il nuovissimolido del Navicello sul Leno che abbiamo visitato per voi, con il suo bellissimo percorso Kneipp che fa da vero e proprio lido cittadino in caso di arsura. Qui si trova anche il bivio che porta al Lago di Garda, mentre la ciclabile della Vallagarina procede verso sud, dove fino al comune di Ala, al Monte Baldo e Avio (si può visitare il Castello di Sabbionara di Avio). Sul confine provinciale presso Borghetto finisce anche la pista ciclabile.
A questo tratto di ciclabile si può accedere da: Trento, Besenello, Calliano, Nomi, Villa Lagarina, Rovereto, Mori (collegamento Lago di Garda), Ala, Avio.
Treno e bici: treni regionali con trasporto bici, tratta Trento – Verona.
Il nome la dice lunga: InBike Valsugana è un centro noleggio e un punto di riferimento per le escursioni in Valsugana, tutto da scoprire! Gli appassionati di natura e di due ruote avranno la possibilità, grazie a questa giovane realtà imprenditoriale promossa da Stefano Casagranda che propone il noleggio di biciclette, trekking bike e mountain bike, di percorre in sicurezza e libertà gli itinerari presenti.
La sede principale è a Levico Terme, dove di recente è stato inaugurato un nuovo negozio: un punto vendita gestito in collaborazione con Cetto Cicli che amplia maggiormente l’offerta in termini di qualità e quantità dei prodotti, per accontentare tutti i gusti. Oltre al nuovo punto vendita ci sono ben nove punti noleggio, dislocati lungo la ciclovia del Brenta e ben otto stazioni dei treni sono servite da Inbike. La cosa interessante? La possibilità di affittare la bici in un punto e riconsegnarla in un altro.
Trekking bike, mountain bike, bici da strada, e-bike ma anche baby bike: sono numerosi i modelli disponibili da Inbike insieme a moltissime attrezzature indispensabili per i bikers come caschetti, borse laterali, carrellini e porta bimbi.
Vogliamo parlare di escursioni? L’intera area della Valsugana e del Lagorai è ricca di percorsi on the road sviluppati lungo migliaia di chilometri di strade forestali e sentieri e InBike le rende percorribili e appetibili per tutti! Anche quest’estate 2017 si arricchisce con un calendario di eventi imperdibili dal 22 maggio all’8 ottobre, dal lunedì alla domenica, con un programma di esperienze tutte da vivere, su due ruote o a piedi, in collaborazione con Activity Trentino, in cui Inbike è coinvolta con le sue guide e i suoi esperti maestri! Cosa si farà? Dal tour in mountain bike attorno ai laghi di Levico e Caldonazzo, a una piacevole passeggiata che conduce alla scoperta del lago di Levico e della sua storia con Castel Selva e il Forte delle Benne. Ma anche per i più piccini ci saranno attività dedicate all’esplorazione dell’ambiente attraverso il gioco e le gite in famiglia, divertenti ed emozionanti, lungo i laghi o ad esplorare nuovi panorami. Ci saranno anche il trekking day a 2000 metri sul Monte Costalda, i percorsi adrenalinici ideali per i ciclisti più allenati e tante proposte tutte da vivere!
Noi vi segnaliamo, invitandovi a guardare tutti gli eventi cliccando su EVENTI INBIKE VALSUGANA 2017, questi due appuntamenti pensati per le famiglie:
fino all’8 di ottobre tutti i MERCOLEDÌ in programma il family tour in bici “IL GIRO DEI LAGHI”. Un tour per tutta la famiglia alla scoperta dei laghi di Levico e Caldonazzo. Orario: 9.30-12.30 con partenza dal Bar Big Fish – Spiaggia libera – Lago di Levico. Adatta a tutti, bimbi maggiori di 8 anni. Costi: €12, mentre €7 per i bambini
fino al 7 settembre tutti i MARTEDÌ in programma il Baby Nordic Walking. Attività per bambini che ha come obiettivo l’accompagnare i bambini al piacere del camminare, lasciando che l’esplorazione dell’ambiente avvenga attraverso il gioco. Verranno proposti giochi di percezione corporea, giochi nello spazio, di equilibrio, di ritmo, percorsi sensoriali, percorsi fantastici. Orario: 10.00 – 12.00 ritrovo presso il Bar Big Fish – Spiaggia libera – Lago di Levico. Costo €5
Per partecipare basta davvero poco: bisogna visionare il programma, che è disponibile presso tutti gli hotel e le strutture ricettive convenzionate e, una volta selezionata la propria esperienza in movimento, è sufficiente comunicare la propria adesione specificando l’attività scelta e, nel caso, la necessità di noleggiare una bici. Il calendario Inbike Valsugana è consultabile a questo link.
Per maggiori informazioni: info@inbikevalsugana.it – 346 0150795