Una domenica bestiale? L’abbiamo passata insieme a Sandro Zanghellini, naturalista e guida di media montagna dell’Ecomuseo dell’Argentario, che ci aveva accompagnati anche in notturna alla scoperta degli animali che popolano queste zone tra Trento, Civezzano, Fornace e Albiano (ecco il nostro racconto QUI). Bestiale perché bellissima, nonostante il tempo incerto, ma anche perché abbiamo cercato, trovato e imparato un sacco di notizie sugli animali e sugli habitat che caratterizzano queste zone. Le scoperte sono state tantissime e tutte interessanti, per adulti e per bambini. Questa escursione è una delle tante proposte che l’Ecomuseo dell’Argentario si preoccupa di strutturare sia per un pubblico adulto e che per famiglie e ragazzi, con l’intento di promuovere il territorio, ma anche di investire nell’educazione ambientale dei piccoli e di chi li cresce. Naturalmente potete percorrere questi sentieri anche senza guida, ammirando le cose belle, non in passeggino perché ci si arrampica un pochino sui sentieri, ma i bimbi si divertiranno in ogni caso.
L’esperienza è stata esaltante: partenza al mattino dal parcheggio del bel lago di S. Colomba, con zainetto e scarponcini e tanta voglia di ascoltare le perle di Sandro. Subito ci racconta cosa succede in questo periodo nel lago e nei suoi dintorni: migliaia di rospi e rane attraversano il bosco, perché è lì che vivono dopo la riproduzione, per arrivare alle acque del lago e dare il via alla stagione della riproduzione. La cosa carina? L’autostrada per rane che costruita sotto la strada: un canale sotterraneo che collega il bosco (lì vicino al lago c’è un parco giochi carinissimo in mezzo al bosco tra l’altro) al lago e che serve per evitare che le rane vengano schiacciate dal seppur ridotto traffico di macchine e mezzi. Divertente no? Ora capisco meglio a cosa servono certe strutture che si vedono nelle strade di montagna.
L’escursione vera e propria inizia oltre il parcheggio che sta di fronte al Ristorante, inoltrandosi nel bosco in direzione delle Grave, il biotopo dell’Argentario. Proprio su questa strada incontriamo il primo habitat ideale per la riproduzione degli anfibi: una pozza di acqua palustre che ospita delle meravigliose uova di rana. Vi pare strano che io abbia usato l’aggettivo “meravigliose” per delle uova? Vi dovete ricredere. Sandro ha detto una cosa meravigliosa che credo possa essere indicata come il senso ultimo di queste escursioni naturalistiche: “le meraviglie della natura non sono solo le cose eclatanti, quelle evidenti, come gli elefanti o le grandi cascate del Niagara, ma sono anche e soprattutto le piccole scoperte vicino a noi, che ci fanno comprendere la grandezza della natura”.
La passeggiata continua su un sentiero nel bosco dove scopriamo, grazie a Sandro, non solo le meraviglie della flora (quanti ricordi a vedere le scarpette della Madonna), le particolarità e le differenze tra pini ed abeti e tante curiosità, ma anche la costituzione geologica tipica dell’Argentario, tra porfido e storia della ricerca dell’argento. Intrigante ed interessante da sapere. Non solo, ma nel sentiero impariamo come riconoscere il passaggio dei tassi, animali selvatici curiosi che percorrono metodicamente la stessa strada più volte e scelgono percorsi che un uomo non potrebbe intraprendere. Ascoltiamo gli uccelli e arriviamo, come per magia, sul punto più alto del Calisio, dove scopriamo l’incanto dei bonsai e vi chiederete perché i bonsai e perché sul Calisio.
Contro ogni aspettativa, in questo luogo dall’aspetto spaziale ritroviamo una sorta di terreno lunare nostrano, con piccoli abeti bonsai, che devono le loro dimensioni, nonostante la loro età, al gran caldo e alle scarse precipitazioni oltre che al vento. Troviamo il vischio e un panorama bellissimo sulla piana rotaliana, Trento e tutti i dintorni della città. Ci piace un sacco. Timothy e Patrick riescono a scovare il nido di una mantide spaccando una roccia di porfido e, nonostante il gran vento, riusciamo a intravedere l’ingresso delle miniere di argentifere che hanno per moltissimi anni caratterizzato le attività di questa zona.
Pic-nic per pranzo: seduti su un bellissimo prato a mangiare pane e prosciutto, ad ascoltare i suoni della natura e già con l’idea di continuare il bellissimo giro ala scoperta dei prati e del biotopo. Troviamo i girini di salamandra (non sono sicura si chiamino così, ma ci siamo capiti) e passeggiamo nella palude dove, una volta c’era il lago.
Se eravamo rimasti contenti dell’uscita in notturna, con questa passeggiata domenicale abbiamo avuto conferma del valore delle iniziative organizzate dall’Ecomuseo dell’Argentario. Se avete voglia di scoprire insieme alle guide e agli accompagnatori altre meraviglie di questo museo all’aria aperta contattare il museo a info@ecoargentario.it vi sapranno dare tutte le info sulle prossime uscite.










Stretto e sterrato, incredibilmente azzeccato per i lama che si fermano a brucare qualsiasi cosa verde troviamo per la strada, questa via inusuale ci conduce nel verde tra Covelo e Frizzi e ci fa scoprire le rocce calcaree da cui continua a traspirare acqua creando divertenti e sottilissime cascatelle (super in estate! ). Scopriamo anche la storia delle fontanelle in cui si lavavano i panni degli appestati, la spiaggia che Danila ha rinominato “i Caraibi del Bondone” e dove di solito quando il tempo è più umido, si gode della vista e della frescura di una meravigliosa cascata. E ancora i mulini, ben due: uno che è ancora un rudere, proprio accanto al torrente Arione, che attraversa la zona e passa ad Aldeno, e uno, meraviglioso, appena restaurato e curatissimo dal proprietario, che è anche visitabile su richiesta, il Mulino dei Frizzi. Tutt’intorno i campi che con cura sono stati disboscati e resi vivibili.






Il percorso alterna campagne di meli, in questi giorni splendidi con i fiori rosati, o uliveti verdi chiari, con il fascino di cui vi parlavamo in apertura di articolo. L’eremo di S.Paolo, che si trova lungo il percorso, merita sicuramente una visita. E’ un po’ nascosto e abbarbicato sotto la roccia, ma recentemente ristrutturato e con un bellissimo affresco della Sacra Famiglia che non potrà che stupire.
Per finire, la passeggiata più lunga anche se forse la più semplice, parte dalla località Laghel. Dalla chiesetta S.Maria di Laghel subito sulla sinistra si seguono i cartelli con la scritta “sentiero Laghel – Ceniga”. La strada a tratti su fondo cementato, a tratti sterrata o in mezzo al bosco, è davvero molto suggestiva: campagne che sembrano giardini si alternano a uliveti e a boschi frondosi. Il tutto in un’escursione che dura circa tre ore. Tantissimi sono i fiori e le farfalle gialle che ci hanno fatto compagnia durante questo rilassante percorso, testimoni della primavera ormai arrivata.
Una torre in legno, dove potersi arrampicare e poi scendere da una pertica.
Uno scivolo grande raggiungibile passando sopra ad un ponte di legno e corde, uno scivolo per i più piccoli con scaletta di accesso più comoda.

Tutto immerso in un verde giardino con alberi e piante fiorite. In più punti sono dislocate numerose panchine, dove i genitori possono sedersi avendo sempre uno sguardo sui propri figli.
Troviamo inoltre, nella parte iniziale del parco, un ampio spazio piastrellato, delimitato da un alto pergolato (con sopra un meraviglioso glicine), dove i bambini possono scorrazzare liberamente in bicicletta senza il pericolo delle auto.





Il sentiero all’inizio è un po’ ripido, ma mentre riprendete fiato potete guardare dall’alto la città, seguendo il percorso dell’Adige nel fondovalle. Il bosco invece racconta molte cose interessanti, impariamo ad ascoltarlo: il vento che muove le foglie, il ronzio degli insetti, il ruscello che scorre, il canto degli uccelli ed i rumori degli animali. Dopo la salita arriviamo ad un punto panoramico: davvero bellissimo!
Ci sediamo su una panchina per ammirare le montagne che ci circondano, poi proseguiamo e alla fine sbuchiamo sul sentiero degli aquiloni che vi avevamo già raccontato (il post 
In Vallagarina, con sede a Rovereto, esiste un’agenzia preposta alla risoluzione di problemi legati all’accessibilità alle attività sportive, ma anche alla proposta di progetti legati allo stesso ambito: 


Ecco il programma completo delle attività: