Author - Silvia

Mamma… mi scappa la pipì!

Come ormai è stato ampiamente dimostrato amo viaggiare, stare fuori casa, esplorare, far scoprire posti nuovi ai miei bambini, vedere il cielo da diverse angolazioni, scoprire diversi modi di vivere, assaggiare nuovi piatti, sdraiarmi al sole… si insomma avete capito cosa intendo: adoro prendere la macchina e via.

C’è solo un aspetto dello stare fuori casa che mi crea disagio: il bagno. Sono sempre stata particolarmente difficile sull’argomento, ma da quando sono diventata mamma il problema si è amplificato raggiungendo dimensioni incommensurabili. Avete presente no? La fatidica frase “mi scappa la pipì” così temuta che Pippo Franco ha anche deciso di dedicarle una canzone. 4 parole che sono in grado in insinuare un puro, semplice, profondo terrore in ogni genitore!

A tua figlia, una delle cose prime cose che cercherai di insegnarle quando siete fuori casa, sarà la “santa tecnica, tramandata da generazione in generazione, della pipì in equilibrio“. Presente no? Gambe leggermente piegate chiappe in fuori baricentro basso, cosce ad un’altezza tale che permettano di non entrare in contatto in nessun caso con la tazza, carta igienica a portata di mano e tutto il repertorio.

Il problema è che non arrivi neanche a dire “non toccare niente, braccia in alto e respira il minimo indispensabile per non soffocare” che lei è già seduta con i pantaloni calati talmente in basso che i lacci sfiorano la terra, accovacciata come sul bagno di casa con le mani che si tengono alla seduta. Quelli sono momenti di panico perché se sai che i pantaloni potresti incenerirli senza rimpianti nel più vicino depuratore la stessa cosa non potrai fare con le mani e le gambette di tua figlia. L’unica soluzione è cercare di disinfettare molto bene gli arti con acqua e sapone nel lavandino del bagno pubblico. Solo che non c’è né acqua calda né sapone e nemmeno salviette per asciugare. Ed è inverno.

Una delle principali cose che una mamma impara frequentando i bagni pubblici è che le tazze sono posizionate ad un’altezza tale che solo il figlio del GGG (il Grande Gigante Gentile) potrebbero arrivarci senza l’ausilio di una scala. Cosa che azzera pure il vantaggio della “pipì in piedi” dei maschietti.

Il mondo della pipì fuori casa con i bambini è ricco di insidie e per affrontarle al meglio è doveroso conoscerle. Ecco quindi alcune cose che una neo mamma farebbe bene a tenere a mente: 

  • Ad un bambino scapperà la pipì sempre, immancabilmente quando si sta per uscire di casa, possibilmente in inverno quando è vestito sotto la tuta da neve 4 strati di vestiti. Si può arginare il problema domandando in anticipo se deve andare in bagno, ma non sempre funziona. Perché? Approfondiamo l’argomento nel prossimo punto;
  • Un bambino ti avvertirà che gli scappa la pipì nell’esatto momento in cui è troppo tardi per cercare un qualsiasi posto in cui farla con discrezione ed intimità. Se si trova in piazza Duomo nel pieno di una manifestazione, con le telecamere puntate nella sua direzione, sarà in quel momento che se ne uscirà con la frase “mamma devo fare pipì. Immediatamente.” Perché, e qui si arriva direttamente al punto 3;
  • Un bambino ha due modalità “non mi scappa la pipì” o “mi scappa la pipì con urgenza”.  Non funziona come una bottiglia che si riempie piano piano. E’ più una cosa del genere interruttore della luce: spento o acceso.

Per tutti questi motivi vi ritroverete a rimpiangere il “tempo del pannolino” e vi chiederete come mai avevate tanta fretta di toglierglielo.

Una casa a misura di bambino, oggi si può!

Come deve essere una casa per essere a misura di bambino? A volte bastano pochi accorgimenti per rendere uno spazio adatto ad accogliere (e stimolare) i più piccoli, ma spesso, senza l’aiuto di personale esperto, è facile perdere la via e non sapere da che parte muoversi.

Proprio per venire incontro alle esigenze di quei genitori che “vorrebbero ma non sanno come” che vengono proposti questi incontri formativi/informativi all’interno degli appartamenti delle persone interessate.

Mi spiega Daniela Scandurra, presidente di Melograno Trento “L’idea di creare un servizio che aiuti a concepire spazi a misura di bambino è stata la naturale conseguenza delle tante richieste che ci arrivavano in sede. Abbiamo provato a proporre incontri comuni ma ci siamo accorti che le esigenze di ognuno sono così diverse che era impossibile parlarne in modo generale. Quindi abbiamo creato questo servizio di home-visiting che prevede alcune visite da parte di un esperto montessoriano in casa, con l’obiettivo di affiancare i genitori per promuovere la loro capacità di prendersi cura del proprio bambino attraverso l’organizzazione dell’ambiente quotidiano.”

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Già in poche parole Daniela mi spalanca un mondo: tutti noi possiamo dar vita a piccoli accorgimenti assolutamente banali… una volta che qualcuno te li fa notare. Come ad esempio mettere una brocca con un bicchiere su un tavolino basso, in modo che un bambino possa servirsi da solo tutte le volte che ha sete, senza dover richiedere sempre l’intervento di un adulto.

Il mio più grande dubbio è “anche una casa piccola può diventare una casa a misura di bambino?” così le sottopongo le mie perplessità.  Vengo subito rassicurata “non importa quanto sia grande una casa, l’importante è che in ogni ambiente venga soddisfatto il suo bisogno di muoversi, esplorare e scoprire.”

Una casa a misura di bambino è una casa in cui viene stimolato il suo bisogno di indipendenza e in cui ogni cosa ha il suo posto perché come ci insegna Maria Montessori l’ordine esterno aiuta a mantenere anche un ordine interno.

Ma come si svolgono questi incontri? Prima di tutto il progetto è suddiviso in 3 momenti ben distinti.

  • Nel primo c’è l’osservazione della casa e della famiglia, si raccolgono esigenze e bisogni e si valutano le possibili mosse;
  • nel secondo incontro ci si presenta con una proposta concreta di riorganizzazione della casa e se ne discute con la famiglia;
  • nell’ultimo incontro, a distanza di qualche tempo si verifica quanto è stato fatto.

Daniela ci tiene a specificare che vengono sempre dati consigli e che al genitore rimane la più totale libertà di movimento, perché, come ognuno di noi sa benissimo, ogni situazione è a sè e le soluzioni vanno adeguate alle più diverse esigenze familiari e personali.

Un servizio davvero utile, consigliato soprattutto a tutti i genitori di bambini fino a 6 anni; il periodo dei grandi cambiamenti in ogni famiglia!

Per maggiori informazioni: 3404861156.

Per la foto in copertina si ringrazia Joice Preira, la foto l’ha fatta lei alla sua bimba nella sua cameretta. A me è piaciuta tantissimo!

Parto in casa: la parola ad un papà!

Abbiamo parlato di parto in casa. Abbiamo raccontato cosa significa e cosa comporta intervistando un’ostetrica che da oltre 30 anni i parti in casa li segue e abbiamo chiesto ad una mamma di raccontarci la sua emozionante esperienza. Ci sarebbe da pensare che sul parto in casa non si sia più niente da dire! Invece no! Quando un bambino nasce all’interno delle mura domestiche anche il papà diventa parte attiva di tutto il processo, non è più solo uno spettatore il cui unico compito è detergere la fronte della neo mamma. Qui il papà diventa protagonista insieme a tutta la sua famiglia.

Impossibile rimanere indifferenti alla sua testimonianza, ecco il suo racconto.

“La scelta del parto in casa per Caterina, la nostra seconda figlia è stata quasi naturale. Mia moglie aveva espresso il desiderio di farlo anche con la nostra prima figlia, ma allora la cosa mi spaventava parecchio. Ma poi, vista l’esperienza piuttosto brutta del primo parto in ospedale e dopo aver approfondito e letto vari articoli sul tema, mi sono convinto anch’io che il parto il casa era la scelta migliore per la nostra famiglia.

La gravidanza non è una malattia, non c’è nulla di patologico che richieda necessariamente l’ospedale. Anzi, in situazioni normali e fisiologiche l’ambiente ospedaliero crea più danni che altro. Non solo per questioni di igiene (è molto più facile prendersi infezioni in ospedale che nel proprio ambiente domestico), ma soprattutto per quel clima di raccoglimento e di intimità che il parto richiede e che l’ospedale, per sua natura, non può fornire ( e spesso distrugge).

Nei giorni precedenti, abbiamo quindi immaginato quale poteva essere la stanza più adatta e preparato tutte le cose necessarie: asciugamani, candele, musica... e anche questo è stato davvero un bel modo di prepararsi al parto. Più coinvolgente anche per me visto che nel parto, per quanto ci si possa immedesimare, per il papà è davvero tutta un’altra cosa.

C’è una asimmetria enorme, una distanza incolmabile rispetto a quanto vive la mamma. Questa distanza rimane sempre, è costitutiva, ma in casa si crea un’intimità diversa, molto più intensa, più calda, più viva. C’è un coinvolgimento che l’ospedale non crea. E poi fare colazione dopo poche ore, pranzare tutti assieme… godersi tutti i momenti fin da subito, senza dover pensare a valigie, trasferimenti, viaggi in macchina, ecc. Probabilmente non c’è cosa più bella al mondo che un parto in casa. La vita che nasce in un ambente caldo, intimo, nell’ambiente che conosci meglio, in cui sei più rilassato e a tuo agio. E che potrai ricordare per sempre, associando al ricordo un ambiente reale, un profumo, un colore, una musica… uno spazio che vivi tutti i giorni.”

Un bel pomeriggio ai Bindesi!

Ma chi lo avrebbe mai immaginato che dalla Roccia a Villazzano, il locale in cui ho passato interminabili serate intorno ai vent’anni, partiva una bella e semplice passeggiata che porta in uno splendido prato con tantissimi tavolini perfetti per picnic di mezza stagione? 

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La passeggiata, completamente esposta a sud quindi in pieno sole, parte dal Ristorante Rosa Alpina (a Villazzano) e si dirama per un’oretta su un sentiero sterrato (adatto forse passeggini da trekking) in mezzo alla natura. Io e Samuel ci siamo andati con Giorgia (che ringrazio anche per le foto) e il suo piccolo Nathan e mentre i bambini correvano felici davanti a noi (niente macchine quindi una strada assolutamente sicura) noi ne abbiamo approfittato per chiacchierare con calma godendoci una giornata quasi primaverile.

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La passeggiata parte in salita per poi continuare con una leggera pendenza, il panorama da li è magnifico. Fermarsi per qualche minuto a contemplare il panorama è doveroso!

 

Dopo circa un’ora si arriva al grande prato dei Bindesi, una grande distesa verde disseminata da grandi massi (testimonianza degli antichi trascorsi geologici che hanno modellato la Marzola) su cui i bambini si sono divertiti ad arrampicarsi per giocare ai pirati. Proseguendo si può percorrere il Sentiero degli aquiloni di cui vi avevamo parlato qui.

 

Ecco la mostra dei serpenti di tutto il mondo!

L’anaconda, il taipan, ma anche il mamba, il cobra, il serpente a sonagli, il pitone, il boa e un gran numero di vipere: fino al 29 maggio è possibile ammirarli dal vivo nella mostra temporanea “Serpenti di tutto il mondo” allestita al Museo di scienze naturali dell’Alto Adige a Bolzano, in centro storico. In 35 terrari che riproducono dei biotopi naturali, la mostra espone 80 esemplari di serpenti di 34 specie diverse con differenti dimensioni, colori, abitudini e pericolosità.

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Una selezione mirata delle circa 3.400 specie che vivono in tutti i continenti, ad esclusione dei poli. I bambini possono anche accarezzare un pitone delle rocce indiano (con il dorso della mano e rigorosamente nel verso delle squame!), visto che questo esemplare è abituato al contatto umano e non rappresenta alcun pericolo.

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Ci sono stata martedì con Samuel e le sue compagne di classe Emma ed Arianna: sono rimasti colpiti da questi animali così particolari ed affascinanti ed hanno letto tutte le tabelle esplicative, da quelle che raffigurano le conseguenze di un morso per l’uomo alle caratteristiche generali dei serpenti. Sarà l’età (12 anni), ma si sono particolarmente soffermati sugli scheletri e le tecniche di riproduzione dei serpenti!

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Abbiamo visto il taipan, il serpente più velenoso che si conosca: originario dell’Australia e della Nuova Guinea,  arriva a tre metri e mezzo di lunghezza e vive cacciando roditori e volatili. E poi il cobra reale, che con i suoi cinque metri e mezzo è il serpente velenoso più lungo del mondo. Altro pezzo forte dell’esposizione è il mamba nero, considerato il re dei serpenti africani: sfiora i 4 metri e mezzo, si muove con una velocità che può raggiungere i 20 km/h e nella stagione degli amori è particolarmente aggressivo.

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Tra i serpenti non velenosi ecco l’anaconda verde, (proveniente dal Sud America può superare gli otto metri di lunghezza e i 200 chili di peso) e il pitone reticolato: lungo fino a nove metri, vive nel Sud-est asiatico e si nutre di ratti, conigli, uccelli e anche giovani maiali. Mascotte della mostra, inoltre, è Willy, pitone albino di diciannove anni di età, lungo cinque metri e pesante 60 chili.

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C’è poi vipera del Gabon, con le sue zanne velenifere che possono arrivare anche ad una lunghezza di 5 centimetri e mezzo. La mostra è caratterizzata da pannelli illustrativi trilingui, video e immagini che spiegano aspetti legati ad alimentazione, abitudini e habitat naturale. Può essere visitata anche in orario serale (ogni mercoledì dalle 19, prenotazioni allo 0471 412964) con il numero chiuso di 50 persone: è possibile assistere all’alimentazione dei serpenti, ma solamente se si è maggiorenni! (per motivi di sicurezza).

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Per le scolaresche interessate la prenotazione è obbligatoria al numero 0471.412975 oppure via internet. La mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 29 maggio tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10 alle 18. Previste apertura anche nei lunedì di Pasqua e Pentecoste, nonché nelle festività del 25 aprile e 1° maggio. L’ingresso costa 12 euro per gli adulti, 6 euro per bambini dai 3 ai 15 anni, mentre scolaresche e gruppi da più di 15 persone pagano 6 euro a persona con guida. Con questo biglietto è possibile visitare anche i piani alti del museo, che ospita anche un bellissimo acquario tropicale: QUI il post della nostra visita.

Flamenco – Peña Andaluza

L’Associazione Culturale Peña Andaluza propone dal ’95 corsi di flamenco a Trento e a Rovereto per tutte le età , promuovendo incontri con artisti di fama internazionale e viaggi di studio in Spagna. Fra le fondatrici Adriana Grasselli e Mariella Di Gregorio, pioniere nella diffusione di questa meravigliosa arte. La proposta didattica riguarda i bambini dai sei anni in su, coinvolti attraverso il gioco all’uso del ritmo e della gestualità tipica del flamenco.

Maggiori informazioni sui corsi qui.

Centro Giocastudiamo di Cristo Re

Il centro – aperto per i bambini delle elementari e per i ragazzi delle medie – si trova all’interno del complesso scolastico delle scuole Bellesini ed è costituito da due ampie sale; dispone di numerosi giochi in scatola, due calcetti, colori e numerosi altri materiali per la realizzazione di lavori manuali. Il centro usufruisce anche del cortile all’interno dell’edificio della scuola stessa. Le iscrizioni sono gratuite e si possono effettuare direttamente presso il centro, nell’orario di apertura.

L’attività svolta prevalentemente è di gioco libero, attività manuali e svolgimento compiti a seconda delle età e delle esigenze dei ragazzi. Referente del centro: Lara Scartezzini. Numero di cellulare per informazioni: 345.2611791. Indirizzo: via Stoppani 4, all’interno delle scuole Bellesini. Orario di apertura settimanale: lunedì e mercoledì dalle 15.30 alle 18.30 per i ragazzi delle medie, martedì e giovedì dalle 16 alle 18.30 per i bambini delle elementari. Venerdì dalle 14.30 alle 16.30 per le medie e dalle 16.30 alle 18.30 per le elementari.

La gestione del centro è affidata all’associazione Pop Up. Il centro collabora con il polo socio-territoriale 2, l’Istituto comprensivo TN6, e con la circoscrizione Centro storico-Piedicastello e l’associazionismo territoriale.

CDM – Rovereto

Con oltre 25 anni di esperienza didattica nell’insegnamento di musica, teatro, danza e scrittura, Cdm è il centro multidisciplinare più grande del Trentino- Alto Adige. Forte di questa peculiarità, ma sempre alla ricerca di “quel qualcosa in più” per i suoi allievi, da 2 anni fa parte del circuito MAEurope-Edexcel, l’hub italiano della didattica mondiale. Cdm è quindi in grado di offrire percorsi didattici certificati per gli allievi dei corsi di danza, musica, teatro e scrittura che ne faranno richiesta, supportati nell’esperienza didattica da insegnanti professionisti del settore.

Il percorso teatrale per i bambini, dagli 8 ai 12 anni, prevede l’acquisizione di competenze sull’uso della gestualità, del movimento e della voce attraverso attività divertenti, giochi di improvvisazione ed esercizi di gruppo in un clima ludico e di accettazione in cui ognuno si senta libero di esprimere la propria creatività. Gli incontri sono incentrati sulla creazione di un buon clima di gruppo, sull’espressione delle proprie emozioni, sull’esplorazione delle proprie capacità comunicative e di relazionarsi con gli altri, sull’espressione del proprio immaginario attraverso racconti ed improvvisazioni che porteranno alla costruzione dello spettacolo finale.

Il saggio rappresenta davvero un’esigenza espressiva del gruppo, in quanto il testo e l’idea stessa della performance nascono dalle improvvisazioni, dalle proposte e dal desiderio di comunicare del gruppo. Un vero lavoro di squadra che porta alla creazione di intense dinamiche di gruppo positive e alla soddisfazione di una creazione artistica personale e allo stesso tempo condivisa con i propri compagni.
Maggiori informazioni sul SITO

 

Danza e movimento – Trento

Associazione culturale, organizza corsi di danza contemporanea e coreografia per adulti e bambini. E’ diretta da Carolina Bianchi, diplomata alla Scuola Rèncontres Internationales de Danse Contemporain di Parigi.

All’oratorio S.Pietro in vicolo S.Maria Maddalena, si tiene il corso per bambini dai 2 ai 4 anni “Io giocodanza. E tu?”, mentre per le fasce d’età 4-6 anni e 6-10 anni ci sono i corsi di propedeutica. Corsi di propedeutica e danza per bambini anche alla palestra delle scuole Crispi. Maggiori info qui.

Contattando direttamente Carolina Bianchi ad uno dei seguenti recapiti:

Per maggiori info e prenotazioni: 046/1820526 3470878608
e-mail carolinabian@gmail.com

Danza Creativa – Il Diapason

Corso di danza creativa condotto da Rosa Tapia, danzatrice ecuadoregna ed è destinato ai bambini a partire dai 6 anni.

Per apprendere le basi tecniche della danza e scoprire le potenzialità di movimento ed espressione del proprio corpo. Per trovare la gioia di muoversi e danzare sviluppando la propria fantasia, in costante interazione ludica con gli altri. Concetti come tempo, spazio, peso, diventano realtà concreta all’interno del gioco creativo. Maggiori info qui.