Author - Alessandra

Adventure Dolomiti: adrenalina tra i larici

Tra i larici di Molina di Fiemme, in direzione Passo Manghen, c’è il posto ideale dove trascorrere qualche ora in modo alternativo, spostandosi di albero in albero grazie a ben 9 percorsi sospesi diversificati per difficoltà. Stiamo parlando dell’Adventure Dolomiti Park, facilmente raggiungibile sia in auto (a un minuto dalla rotonda di Castello-Molina di Fiemme) che a piedi, in dieci minuti, attraverso un sentiero facile nel bosco.

I percorsi sono contraddistinti da diversi colori in base alla difficoltà: un totale di 122 passaggi per 1500 e più metri di divertimento e adrenalina!

L’ingresso al parco è libero: chi intende cimentarsi in uno o più percorsi deve rivolgersi alla cassa, misurare la propria altezza  (ci sono dei vincoli di altezza da rispettare per poter svolgere in sicurezza i vari percorsi) e scegliere i percorsi che desidera provare.  Dopo aver indossato l’imbragatura, i guantini ed il caschetto si passa al briefing: un breve video introduttivo seguito da un percorso di prova dove un addetto mostrerà l’utilizzo dei moschettoni e della carrucola, affinché tutto si svolga in completa sicurezza.

A proposito di sicurezza, questa è garantita da un sistema di linea vita continua: il gancio di sicurezza ha un’apertura  inferiore al diametro del cavo ma superiore allo spessore delle piastre di raccordo così che una volta entrati nella linea vita è impossibile uscirne prima della fine del percorso.

Per chi invece preferisce rimanere con i piedi per terra sono disponibili e liberamente utilizzabili i tavoli da  picnic: l’esperienza all’ Adventure Dolomiti è così piacevole per tutta la famiglia e ad ogni età!

PERCORSI:

VERDE : molto facile, per bambini di statura >80 cm (dai 3 ai 6 anni). Obbligatoria l’assistenza da terra di un adulto. Altezza massima da terra 1 m. –
AZZURRO: facile, per bambini di statura > 110 cm, (dai 5 anni in su). Altezza massima da terra 2/3 metri. –  Con altezze diverse e passaggi più impegnativi
GIALLO: facile, per bambini di statura superiore a 110/120 cm: offre qualche gioco con difficoltà leggermente superiori all’azzurro, per migliorare la propria psicomotricità
BLU: facile, per ragazzi ed adulti di statura > 120 cm (dai 6 anni in su). Due percorsi diversi con un’altezza da terra di  3 metri.
ROSSO: medio, per ragazzi  ed adulti di statura > 140 cm. Altezza da terra compresa tra 4 e 8 m. Due percorsi separati. Entrambi permettono di mettersi alla prova con le proprie capacità di presa e di equilibrio. Bellissimi passaggi con carrucole, per volare da un albero all’altro atterrando su morbidi e sicuri materassi!
NERO: impegnativo, adatto esclusivamente per adulti atletici o ragazzi di età >16 anni se accompagnati da adulto. E’ richiesta un’altezza minima di 160 cm e… non soffrire di vertigini! Altezza da terra fino a 20 metri.
CANOPY: fly-line di circa 300 metri; si vola da un albero all’altro scivolando sui cavi grazie alla carrucola in dotazione. Per ragazzi/adulti di altezza > 140 cm
Noi abbiamo passato un paio d’ore provando i due percorsi rossi: anche se non si è particolarmente temerari il consiglio che vi diamo è quello di scegliere un percorso adatto alla vostra età: sarà comunque un ottimo esercizio per misurarsi con se stessi e imparare a superare le proprie paure. Il divertimento è comunque assicurato: i passaggi non sono tutti impegnativi allo stesso modo, ad esempio abbiamo trovato molto difficile il passaggio nel quale si doveva procedere su una scala orizzontale dai gradini mobili, perché tutto dondolava e i pioli erano alquanto distanti tra di loro. Ci sono invece molto piaciuti i tratti da percorrere con la carrucola e forse per questo il nostro percorso preferito in assoluto è stata la fly-line: che meraviglia volare nel bosco! Se non ci avete mai provato dovete assolutamente farlo!

Belli anche il salto dei funghetti, il quadro svedese e i vari tunnel sospesi!

L’ombra dei larici rende la temperatura piacevole anche per una sosta prolungata: adiacente al parco vi è anche un ristorante, mentre per quanto invece riguarda le bevande fresche, è possibile acquistarle alla cassa del parco. E se vi siete divertiti qui, Mauro, il titolare, gestisce anche un altro parco avventura Adventure Dolomiti, a Cinte Tesino. Ne abbiamo parlato QUI

Aperto tutti i giorni fino a metà settembre, dalle 9.30 alle 18.00 circa.

Per maggiori informazioni:

Adventure Dolomiti Park
Località Piazzol  (S.P. 31 del Manghen)– 38030 Castello Molina di Fiemme (Trento)
📞3273195985
📧 info@adventuredolomiti.it

El Molin: a Cavalese come in Perù!

Come sapete adoriamo lama e alpaca sia per il loro aspetto morbidoso che per il loro sguardo dolcissimo, caratteristiche che fanno di questi animali dei veri e propri peluche viventi!

Siamo stati a trovare Christine e Manuel, titolari del b&b El Molin, che si trova a pochi passi dal centro di Cavalese, in una zona molto tranquilla e verdeggiante. Assieme alla loro bimba Amelie, ci hanno accolti con il sorriso (e naturalmente con tutti i loro animali) in quella che è una vera piccola oasi di pace: qui oltre ai lama ed agli alpaca troverete infatti anche altri animali.

LAMA E ALPACA: LONTANI PARENTI DEI CAMMELLI

Christine, che si occupa delle passeggiate, ci ha innanzitutto spiegato le caratteristiche di questi animali, lontani parenti di cammelli e dromedari, e come essi si siano adattati perfettamente a vivere anche qui da noi, dove la latitudine compensa la mancanza di altitudine.

Ci ha poi istruiti su come comportarci durante la passeggiata e come condurre l’animale (che non va montato, ma solo condotto).

IN PASSEGGIATA

Siamo così partiti alla volta del nostro giro, la cui prima tappa è stata la segheria veneziana, distante solo pochi passi: qui abbiamo incontrato anche le mucche! Poi, attraversando prati e boschi con passo saltellante, siamo giunti ad un punto panoramico dal quale ammirare la valle sottostante, con l’Avisio che scorre nel mezzo.

I lama e gli alpaca di Christine hanno tutti nomi che si rifanno a città del Perù, dove Christine si è recata anni fa e dove è iniziata la sua storia d’amore con questi animali: per allevare questi animali bisogna infatti dedicare loro molta della propria pazienza e del proprio tempo. Decisamente un lavoro che si fa solo se spinti dalla passione.

PIONIERI DEGLI ALPACA IN TRENTINO

È stato molto piacevole chiacchierare ed ascoltare le tante storie e curiosità che hanno accompagnato questa scelta di vita: vi immaginate, ad esempio, lo stupore ed i commenti degli abitanti Cavalese, quando anni fa, per la prima volta, si sono ritrovati faccia a faccia con un alpaca o un lama al guinzaglio? Col passare del tempo, però, questi animali sono diventati una delle presenze più amate del paese, conquistando tutti, in particolar modo i più piccoli.

LA CITTA’ DI CAVALESE

La nostra passeggiata è proseguita fino al parco giochi, dal quale è possibile ammirare la bellissima chiesetta di San Valerio che risale al 1200.
Il parco giochi è inserito all’interno del grande parco della pieve, fulcro sociale della Magnifica Comunità di Fiemme: un bellissimo parco ombreggiato da alberi di tiglio secolari, luogo ideale per le tante attività estive e non solo. Se non l’avete già fatto e siete in zona vi consigliamo di visitarlo perché è davvero un bel posto. Sotto gli occhi dei curiosi abbiamo quindi continuato il nostro giro, con uno stop per dissetarci alla fontana.

Poi siamo ridiscesi attraverso le stradine del centro storico, dirigendosi nuovamente verso casa. Durante tutta la passeggiata gli animali si sono comportati egregiamente, camminando ordinatamente in fila indiana (anche se alcune volte il mio lama avrebbe preferito sdraiarsi per fare un riposino, ahahah!).
ANIMALI ABITUDINARI

Pochi passi prima di raggiungere il bed and breakfast abbiamo lasciato gli animali all’interno del recinto dove passano la loro giornata brucando l’erba. Abbiamo così scoperto che sono animali molto abitudinari, soprattutto per quanto riguarda le questioni fisiologiche: la prima cosa che infatti hanno fatto una volta rientrati nel loro recinto è stato mettersi in fila per fare il loro bisogni!

NON SOLO ALPACA E LAMA

Rientrati alla base, Amelie, la bimba di Christine e Manuel, ha consegnato ai bambini e diplomi ed anche un piccolo ricordo e ci ha fatto accarezzare i morbidi conigli ariete e le altrettanto soffici galline moroseta.

Per poter uscire in passeggiata basta contattare Christine. Vi assicuriamo che non rimarrete delusi: una passeggiata in compagnia di questi animali è davvero un’esperienza bellissima. Gli alpaca in particolare vengono usati sempre più spesso per la per la pet therapy, soprattutto per la loro tendenza a voler mantenere i propri spazi. A El Molin si può anche dormire: due sono le stanze a disposizione degli ospiti. Qui si è comodi a raggiungere il centro di Cavalese anche a piedi, ma allo stesso tempo si è defilati rispetto al caos.

Le passeggiate con lama ed alpaca si svolgono tutto l’anno, nel pomeriggio, basta chiamare in struttura.

INFO E PRENOTAZIONI

B&B El Molin
Via Avisio, 36 – Cavalese
📱348 671 8831
www.bebelmolin.it

Tutti i lunedì pomeriggio fino al 28 agosto 2023 (dalle 16:00 alle 18:00) è possibile prenotare l’attività anche in collaborazione con APT Fiemme, con la possibilità di un prezzo agevolato per i possessori della Fiemme Cembra guest card;  (1 animale – max 3 persone: 30 € – 25 € con FC Guest Card-; persona aggiuntiva  senza animale 5 € – 3 € con FC Guest Card). Obbligo di prenotazione entro le ore 18.30 del giorno precedente: clicca QUI

Anche nella nostra agenda trovate il calendario con il link per la prenotazione: vedi QUI

Per ulteriori info:
APT Valle di Fiemme
Via Fratelli Bronzetti 60 – 38033 Cavalese
📞 0462 241111 – 📞 331 9241567

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Per conoscere tutti i trekking con animali speciali selezionati da noi sul territorio cliccate QUI

Caccia al tesoro tra i larici di Salanzada

Conoscete il Doss dei Laresi? Siamo in Val di Fiemme, a quota 1280 m. e qui fa la sua prima tappa la cabinovia del Cermis. Per capirci, è il luogo dove sorge Cermislandia, uno dei parco giochi più amati del Trentino.

Quella che abbiamo provato oggi è una semplice passeggiata che conduce a Malga Salanzada. Da lì si può poi proseguire fino a valle compiendo un anello e tornando al punto di partenza. La nostra scelta è stata quella di fare la passeggiata in compagnia, approfittando di una delle esperienze promosse dall’APT Fiemme: un modo carino per far camminare anche i bimbi più restii, perché si sa che in compagnia il tempo passa più velocemente, si stringono nuove amicizie, si chiacchera e anche la fatica passa in secondo piano!

Abbiamo quindi lasciato l’auto nel grande parcheggio della funivia del Cermis e siamo saliti con l’impianto fino alla prima fermata, dove ci attendevano Marzia, la nostra dolcissima guida, e le altre famiglie partecipanti. Col nostro bel gruppetto ci siamo presto avviati verso il bosco: la strada forestale che scende a Malga Salanzada si trova sulla destra, sotto l’Adventure Park Cermis.

In giornate come queste, quando il caldo si fa sentire anche in quota, non c’è nulla di meglio che rifugiarsi al fresco, riparati dal sole sotto i rami dei larici! Il tratto che arriva a Malga Salanzada è percorribile anche con il passeggino, preferibilmente da trekking (non adatto ai passeggini invece il secondo tratto della passeggiata, ma volendo è possibile arrivare a valle completando il percorso sulla strada asfaltata).

Per rendere l’escursione più appetibile ai bambini Marzia ha proposto una caccia al tesoro: seguendo gli indizi abilmente nascosti tra rami, sassi e foglie i bambini si sono guadagnati ad ogni tappa un pezzettino della leggenda di Salanzada. Ma chi era Salanzada? Era una splendida fanciulla con dei magici capelli… ma il suo mondo purtroppo fu colpito da un incantesimo malvagio e piovve per secoli, giorno e notte, finché un bel giorno…  Non vogliamo svelarvi di più, ma la storia ha affascinato grandi e piccini! Ovviamente non c’è caccia al tesoro senza tesoro, e quindi ecco i bambini alle prese con il tesoro di Salanzada: un tesoro pieno di bellissimi colori che si conquista soltanto prestando attenzione a ciò che nel bosco ci circonda.

Dopo circa un’oretta (abbondante, se teniamo conto della caccia al tesoro) si esce dal bosco e si scorge da lontano Malga Salanzada, dove termina l’attività “Se il prato fa la spia” e salutiamo Marzia, scegliendo di fermarci per pranzare.

Malga Salanzada (che si può anche raggiungere in auto) in estate è aperta tutti i giorni tranne  il martedì, mentre ad agosto è aperta ogni giorno. E’ un luogo carino anche per i bambini perché potranno vedere gli asinelli e le pecore e giocare nel parco giochi, magari con i nuovi amichetti, mentre mamma e papà fanno due chiacchere in attesa del pranzo. Il giovedì’ mattina inoltre c’è la possibilità per i bambini di  provare a fare il burro nella maniera tradizionale: il laboratorio, dal titolo “Mastri Burrai a Salanzada”, viene proposto in collaborazione con APT Fiemme (vedi sotto per i dettagli)

Sono presenti sia tavoli all’aperto (ogni tavolo si trova dentro una “casetta” di legno, una sorta di gazebo che garantisce l’ombra necessaria per potersi godere il pranzo), che in veranda, che all’interno e per essere sicuri di trovare posto è consigliata la prenotazione (tel. 0462 235480)

La cucina offre piatti della cucina tradizionale, serviti in abbondanti porzioni. Noi abbiamo provato le tagliatelle con il ragù fatto in casa, i canederli, gli spatzle e la polenta (ottima) con i funghi. Anche i dolci sono buonissimi: vi consigliamo la panna cotta ai frutti di bosco, davvero gustosa! Da segnalare infine l’assortimento di birre locali di Fiemme, sia alla spina che in bottiglia.

Una volta rifocillati siamo ripartiti per il fondovalle: si segue inizialmente la strada asfaltata per circa un chilometro, poi, poco prima del ponte di legno (che scorgerete senza difficoltà dopo essere passati sotto la cabinovia) si imbocca il sentiero per la stazione di fondovalle (ben segnalato) che scende nel bosco.

Qui abbiamo anche fatto merenda con tantissimi lamponi! Si sbuca infine, dopo mezz’ora scarsa di camminata, proprio nei pressi della biglietteria, a pochi passi quindi dal punto di partenza.

Malga Salanzada
Via Salanzada, 17 Cavalese (TN)
tel 0462 235480
www.agritursalanzada.it

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ATTIVITA’ ESTATE 2022 

Se il Prato fa la Spia

Che chiacchierone il prato, se lo guardi bene scopri che è uno spione! Passeggiata facile facile da Doss dei Laresi a Malga Salanzada, seguendo indizi e tracce degli abitanti del bosco grazie alla leggenda di Salanzada.

  • Dove: Biglietteria di fondovalle Cavalese-Cermis (TN)
  • Quando: sabato, ore 10.00
  • Durata attività: 2 h passeggiata con attività + il tempo necessario per il rientro  ed eventuale pranzo
  • Attività Family, adatta a tutti, anche ai passeggini
  • Laboratorio itinerante con caccia al tesoro
  • Impianto di risalita non incluso (prezzo agevolato per possessori FPC Guest Card)
  • Attività a pagamento: 10 € a persona (gratuita con FPC Guest Card)

Obbligo di prenotazione entro le ore 18.30 del giorno precedente: clicca QUI

 

Mastri Burrai a Salanzada

A Malga Salanzada giocando insieme scopriamo i segreti di mastri burrai facendo il burro come una volta.

  • Dove: Agritur Salanzada, Via Margherita Dellafior, 20, 38033 Cavalese TN
  • Quando: giovedì h. 9.45 (fino al 1 settembre 2022)
  • Laboratorio ludico-educativo
  • Durata attività: 2,5 h
  • Attività Family, adatta a tutti.
  • Costi: bambini  fino a 10 anni: 10 € (con FPC Guest Card: 5 €)

Obbligo di prenotazione entro le ore 18.30 del giorno precedente: clicca QUI

Per ulteriori info:

APT Valle di Fiemme

Via Fratelli Bronzetti 60 – 38033 Cavalese

 

Trovate tutti gli appuntamenti anche nella nostra agenda: clicca QUI

 

 

 

 

 

Vita da capra a Malga Agnelezza!

Le capre sono uno degli animali della fattoria che ispira più simpatia: vuoi per la loro curiosità, vuoi per quello sguardo così particolare, o per i loro salti… non c’è bambino che sia immune al loro fascino!

Se dunque anche a voi piacciono le capre e volete trascorrere un pomeriggio in loro compagnia potete fare come abbiamo fatto noi: in compagnia di Andrea, accompagnatore di mezza montagna e micologo, ci siamo spinti fino a Malga Agnelezza, una malga che si trova nei pressi del Passo del Manghen, che mette in comunicazione la Val di Fiemme con la Valsugana.

Partendo dall’Acropark Adventure Dolomiti in Località Piazzol a Castello-Molina di Fiemme si percorre, facendo molta attenzione alle numerose motociclette, la strada del Manghen per circa 6-7 chilometri e si lascia l’auto in uno spiazzo nei pressi della strada forestale che conduce alla malga, facilmente riconoscibile dai cartelli che indicano il sentiero 314 e la malga Agnelezza. Da qui si prosegue a piedi per circa 45 minuti,  su una strada non faticosa, sempre in piano o al massimo in leggerissima salita.

Il paesaggio è quello selvaggio del Lagorai, con le ferite inferte da Vaia e da ciò che ne è susseguito. Ma se molti sono gli alberi caduti, con conseguente perdita di fresco ed ombra, numerosissimi sono invece i fiori e le erbe che si possono osservare lungo il percorso.

Ognuno di essi racchiude proprietà e benefici per la nostra salute, come la diffusissima achillea o i fiori gialli dell’iperico… e così, dopo una sosta alla fontana per riempire le borracce, tra curiosità, aneddoti e racconti di Andrea ecco comparire all’orizzonte la nostra mèta: un piccolo sforzo per affrontare la salita finale e veniamo subito accolti dagli scodinzolanti cani pastore.

Poi le vediamo: una, due, tre, dieci, venti…. le capre sono ovunque e sono tantissime! Qualcuna si avvicina incuriosita, qualche altra, più sfrontata, si appoggia a noi con la testa per ricevere coccole. Ci sono capre piccole, capre grandi, capre con le corna lunghe, con le corna storte, capre per tutti i gusti, inclusi alcuni esemplari di capra pezzata mochena.

Veronica, che pur avendo un trascorso da altleta ha preferito dedicarsi quasi totalmente a questi animali, ci racconta della sua giornata e della vita in malga, che da tante soddisfazioni ma è fatta anche di tanti sacrifici e levatacce mattutine. Ci racconta di quando, purtroppo, l’orso ed i lupi sono passati da queste parti, a spese delle povere caprette…

E mentre ci rifocilliamo con un‘ottima merenda a base di salame nostrano e formaggio di capra e proviamo anche il latte di capra, tutto sotto gli occhi delle capre (che vorrebbero partecipare al banchetto, attirate dal pane), ci si prepara per la mungitura.

I bambini hanno la possibilità di provare a mungere una capretta a mano, proprio come una volta! E che soddisfazione riuscire a far uscire il latte e vederlo depositarsi nel secchio! Le caprette, abituate però alla mungitura meccanica, non sembrano gradire particolarmente questa incursione, nonostante si mostrino abbastanza collaborative…

Entrano quindi in campo i cani pastore, che in men che non si dica radunano il gregge. Le capre corrono ordinate  verso la stalla e si mettono in fila: alcune verranno munte, altre no (capre giovani, anziane, che non hanno avuto da poco capretti): attaccate le pompette alle capre parte la mungitura automatica, che richiede un po’ di tempo.

Per noi invece è ora di salutare Malga Agnelezza e le sue caprette.

Riscendiamo a ritroso la strada dell’andata con già un po’ di nostalgia per questo mondo semplice e antico, consapevoli del privilegio che abbiamo avuto di poter trascorrere un pomeriggio lontano dalla frenesia. Bye bye caprette!

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Per ulteriori informazioni sulla visita con l’accompagnatore:

APT Valle di Fiemme

Via Fratelli Bronzetti 60 – 38033 Cavalese

ESTATE 2022:

E’ possibile effettuare l’escursione con merenda e mungitura e con l’accompagnamento della guida tutti i venerdì pomeriggio alle 14.30, fino al 2 settembre. L’attività “Un pomeriggio da Capra” rientra tra le esperienze prenotabili anche con la Fiemme Pinè Cembra Card. Per ulteriori informazioni e prenotazioni vedi anche la nostra agenda QUI

 

Al Biolago di Predazzo

Ci troviamo vicini al centro di Predazzo, nelle immediate vicinanze del parco giochi, dello skate park e del passaggio della pista ciclabile che collega Castello di Fiemme a Canazei. Una sosta al lago può essere quindi anche un’idea per chi vuole spezzare una pedalata nelle ore centrali e più calde (oltretutto qui troverete colonnine di ricarica per le e-bike e service attrezzi!). Il biologo è aperto indicativamente da inizio giugno a fine settembre, prezzi e orari sempre aggiornati QUI.

Ma cos’è innanzitutto un biolago? E’ una sorta di piscina naturale, dove la depurazione dell’acqua avviene facendo passare l’acqua attraverso delle vasche nelle quali sono presenti piante e microrganismi. L’alimentazione del lago avviene tramite un pozzo. L’acqua si scalda poi grazie al sole (l’altezza massima del lago è 15o cm). Insomma, niente cloro né altri additivi dannosi per l’ambiente e le persone e acqua cristallina bella fresca, perfetta per un bagno rigenerante!

È davvero un posto piacevole dove trascorrere alcune ore di relax e riposo. Semplicissimo da raggiungere, si parcheggia gratuitamente a pochi metri dall’ingresso. E’ circondato da un parco molto curato, con un bel prato verde e alberi che creano zone d’ombra, così da potersi sdraiare dove si preferisce. E’ anche possibile noleggiare sdraio, lettini ed ombrelloni: basterà chiedere in cassa e il bagnino ve li porterà dove preferite!

Il laghetto sul lato verso il bar ha un fondale di sassolini che digrada lentamente, perfetto per far giocare i bimbi più piccoli, ma anche per stare in ammollo mentre li si sorveglia. Al centro del laghetto c’è una fontana che spruzza acqua in altezza e che rende subito più divertenti i bagni “al largo” dei bambini più grandi, che possono anche tuffarsi dal pontile.

Se poi volete provare il sup, è possibile noleggiare le tavole e le pagaie per 20 o 40 minuti: il nostro consiglio è di noleggiarle per 40 minuti perché 20 minuti finiscono davvero subito, mentre, al contrario, il divertimento tende a non finire mai!

Dietro il pontile si possono ammirare le vasche di depurazione. Ebbene sì, ho detto proprio ammirare perché si tratta in realtà di un laghetto ricco di vegetazione rigogliosa tra cui spiccano le stupende ninfee con i fiori bianchi e rosa e il canneto di tifa, con le classiche “pannocchiette” marroni. Qui nuotano indisturbati anche alcuni pesci.

A pochi metri di distanza troviamo anche il ruscello che alimenta il lago, circondato da fiori colorati: le sue acque ghiacciate ed i diversi fondali lo rendono fruibile anche come percorso kneipp!nSi arriva così sul ponticello in legno e sulla sponda opposta del lago.

I servizi del biolago:

Il bar ha un grande plateatico esterno ed è aperto tutti i giorni da giugno a settembre dalle 10.00 alle 20.00: troverete ovviamente bibite e gelati, ma anche un bell’assortimento di panini, piadine, insalatone, piatti freddi, e persino lo zucchero filato… per gustarvi un pranzo in libertà, una merenda o un fresco aperitivo. Vicino ai tavolini del bar c’è anche una casetta con i coniglietti: i bimbi li adoreranno!

Naturalmente sono presenti i servizi igienici (bagni, docce, fasciatoio per bimbi). Ricordiamo che prima di entrare in acqua è necessario fare la doccia per togliere residui di creme e olii che, se disciolti in acqua, potrebbero alterare il delicato ecosistema del lago. Per lo stesso motivo purtroppo non è possibile portare con sé gli amici a quattro zampe.

Info utili:

📞 351 7664008
www.visitfiemme.it/

Indirizzo:

Via Hallbergmoos 38037 Predazzo (località Fontanelle).

Biglietto giornaliero:

  • adulti € 4,5
  • over 65 e bimbi 4-13 anni € 3,5
  • bimbi fino a 3 anni gratis

Abbonamento:

  • settimanale: adulti € 24,00; bimbi 4-13 anni € 18,00
  • mensile: adulti € 80,00; bimbi 4-13 anni € 60,00
  • stagionale: adulti € 150,00; bimbi 4-13 anni € 100,00

E’ possibile noleggiare ombrellone (€ 4,00), lettino (€ 6,00), sdraio (€ 3,00), tavole  sup+ pagaie  (€ 5,00/20 min;   € 8,00/40 min)

Servizi: docce interne ed esterne, spogliatoi, colonne ricarica bici elettriche e colonna service attrezzi.

Altri biolaghi in Trentino?

Eccoli qui:

Se volete divertirvi a Predazzo ecco una mini guida su cosa fare in estate, cliccate QUI

Val di Rabbi: i larici monumentali

Ventitré imponenti e maestosi larici (con sorpresa finale) sono l’attrattiva principale di questo percorso didattico-naturalistico che vi porterà alla scoperta di questi incredibili alberi, ognuno dei quali custodisce una storia unica. Stiamo parlando della cosiddetta “scalinata dei larici monumentali“, in fondo alla Val di Rabbi.
COME ARRIVARE
Per arrivare all’inizio di questo sentiero, che si trova all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, potete lasciare la macchina al parcheggio in località Còler per poi proseguire a piedi. Nei mesi di luglio ed agosto è attivo anche lo Stelviobus, un servizio di bus navetta molto comodo (QUI potete trovate maggiori info). Dal Còler si raggiunge Malga Stablasolo (a piedi circa un’ora, camminata tranquilla anche per i bambini). Iniziate poi a seguire le indicazioni per le Cascate del Saent, tappa assolutamente consigliata, suggestive alla vista: imperdibile l’attraversata sul ponte di legno.
Salendo dalla base alla cima della cascata il sentiero si fa più erto e impegnativo ma con calma e qualche sosta sulle numerose panchine che si trovano lungo il sentiero non avrete problemi.
LA SCALINATA DEI LARICI MONUMENTALI
Dopo un’altra oretta abbondante, (considerando le varie soste) si arriva a Malga Prà di Saent (1785 m,), dove potete riprendere fiato ammirando il paesaggio incantevole e fare il pieno di energie necessario per poter affrontare nel migliore dei modi la fantomatica “scalinata“:  700 scalini in pietra e radici, un percorso lungo un chilometro e mezzo circa, con un dislivello di 610 metri. Per percorrerlo vi servirà all’incirca un’ora e mezza. La bellezza e la tenacia di questi larici, cresciuti a quasi 2000 metri di altitudine, in condizioni difficili, su un terreno impervio ed esposto alla forza degli agenti atmosferici, vi lasceranno increduli.
STORIE DI ALBERI
Le storie di questi monumentali alberi sono narrate in chiave quasi fiabesca su dei cartelli illustrativi posti a fianco o comunque in prossimità di questi larici plurisecolari. Qui ogni albero è protagonista silenzioso della vita. Il più vecchio si stima abbia addirittura 500 anni. Proprio per il rispetto che l’uomo deve a questi esseri viventi, ad ogni albero è stato dato un nome che ne richiama le peculiarità. I testi che leggerete sono stati curati dall’esperto forestale Marcello Mazzucchi: rimarrete affascinati dalle parole di questo autentico “poeta della natura”.
E poi, avete mai abbracciato un albero? Lo sapevate che questo gesto di connessione tra uomo e natura ha un effetto terapeutico? Secondo noi abbracciare un albero che per oltre 300 anni ha resistito quassù non può trasmettere altro che positività e forza: che ne dite, non era il caso di provarci comunque, anche solo per renderci effettivamente conto della grandezza di questi larici?
Alla fine del percorso troverete anche un “dinosauro” che veglia sulla valle. Non un vero dinosauro naturalmente, e nemmeno il suo scheletro, ma un tronco di larice che negli anni ha assunto delle sembianze che ricordano questa creatura estinta. Chissà, magari un tempo questa valle era popolata da dinosauri in carne ed ossa…
Da qui in poi il sentiero si fa più insidioso e il dislivello si fa sentire ma la fatica ne vale tutta la pena! Con un po’ di tenacia e allenamento nelle gambe potete permettervi una salita mozzafiato a fianco di questi giganti verdi dalle forme maestose.
IL RIENTRO
Una volta in cima potete decidere di proseguire verso rifugio Dorigoni (2436 metri) o concludere l’anello. Noi siamo rientrati per la strada dell’andata, fino a Plan de le Scalace (dove ci sono tavoli da picnic e il punto panoramico). Qui abbiamo girato a destra seguendo le indicazioni per Malga Stablasolo (1540 m), dove abbiamo pranzato.
La camminata intera dura su per giù cinque ore e richiede un certo impegno fisico, tuttavia ripaga con emozioni e panorami mozzafiato.
INFO UTILI

🌍 LUOGO: Val di Rabbi
📍 PARTENZA: Parcheggio Còler (1380 m)
📍ARRIVO: Scalinata dei larici monumentali
⛰️ ALTITUDINE: m 1988 (punto più alto)
🚶🏻‍♂️DISTANZA: 9 km
⏱️ DURATA: 5,5 ore  (andata e ritorno)
⬆️DISLIVELLO: 610 metri
⚠️ PASSEGGINO: no
🏡 PUNTI DI RISTORO: Malga Stablasolo (m.1540)
📞 388-863 95 82

Se siete alla ricerca di altre idee su cosa fare in Val di Rabbi in estate, ecco la nostra mini-guida: cliccate QUI

Tra Viel del Pan e Sass Pordoi

L’escursione che vi raccontiamo oggi è stata un susseguirsi di emozioni per gli occhi e per il cuore! Non è una passeggiata particolarmente impegnativa ma è piuttosto lunga, quindi potete valutare di percorrerne solo un tratto. Tuttavia, fatta tutta in un giorno vale davvero lo sforzo (possono farla anche i bambini senza particolari problemi, del resto le cose da ammirare sono davvero tantissime!). Noi abbiamo lasciato la macchina ad Alba di Canazei, nel parcheggio degli impianti di risalita, per salire a bordo della modernissima funifor che in 5 minuti ci ha portate al Col dei Rossi. Già la sola risalita regala un panorama spettacolare, ma è appena si esce dalla stazione a monte della funivia che si sente il primo vero tuffo al cuore, con la vista che spazia a 360 gradi su Sassopiatto, Sassolungo, Piz Selva, Sass Pordoi, Piz Boè, Marmolada…

Da qui si scende qualche centinaio di metri lungo una lieve discesa, fino al vicino Belvedere, dove i bambini possono provare una moto e un trenino di legno, suonare il campanello nella casetta del gallo o anche fare, come ho fatto io, una foto con il sosia del Gruffalo!
Il sentiero a questo punto si dirama e si deve tenere la destra, seguendo le indicazioni per Viel del Pan: in altri dieci minuti si arriva al moderno Rifugio Fredarola, a quota 2388 mt s.l.m. Qui inizia il vero e proprio Viel del Pan, che collega Passo Fedaia a Passo Pordoi. Si tratta di un sentiero per lo più pianeggiante, abbastanza ampio e dal fondo per lo più regolare, in terra battuta, percorribile anche con il passeggino da trekking. Il rifugio deve il suo nome (Viel del Pan significa “Strada del Pane”) al commercio della farina, che veniva trasportata lungo questo tragitto d’alta quota perché ritenuto più sicuro.

Abbiamo camminato circa 45 minuti, tagliando in orizzontale la montagna, su prati scoscesi di un verde incredibile che mi hanno istantaneamente riportata con la mente sulla mia amata isola scozzese di Skye, con il grigio del ghiacciaio della Marmolada a fare da contrasto dall’altra parte della vallata.
Ci siamo fermate più volte cercando di scorgere qualche marmotta tra le rocce, ma pur essendo molto chiacchierone, purtroppo non erano molto propense a farsi vedere! Punto d’arrivo di questa nostra prima tappa di oggi era il rifugio Viel dal Pan, che si trova a 2432 metri.
Affacciandosi alla staccionata davanti al rifugio e guardando verso la Marmolada si può ammirare il sottostante lago di Fedaia, anch’esso raggiungibile se si prosegue il cammino (non è però un percorso adatto ai bambini, anzi è consigliato solo ad esperti, visto il forte dislivello e i tratti esposti).

Noi quindi ci siamo fermate ad assaggiare la cucina ma non abbiamo proseguito oltre. Il personale è stato molto cortese ed il servizio molto rapido, pur essendoci molte persone. Ci siamo poi rimesse in cammino sulla stessa via dell’andata e, giunte all’altezza del rifugio Fredarola, abbiamo deviato a destra, salendo verso il sovrastante Rifugio Sas Becè.

A metà della salita abbiamo preso il sentiero che costeggia ad est il Sas Becè e che, in una ventina di minuti, scende  fino al Passo Pordoi  a quota 2240 mt s.l.m. (adatto allo zaino portabimbo ma forse un po’ troppo difficoltoso per il passeggino da trekking): eccoci così in men che non si dica nuovamente a camminare su una strada asfaltata, su un tratto reso famoso dalle imprese dei più noti corridori del Giro d’Italia. Sconfinato per pochi metri in Veneto, abbiamo attraversato la strada e percorso pochi metri per tornare in Trentino e salire sull’incredibile funivia che porta sulla sommità del Sass Pordoi, alla famosa Terrazza delle Dolomiti (per i più temerari la salita si può fare anche a piedi: dalla cabina della funivia si vede l’incredibile ultimo tratto del sentiero, un suggestivo quanto apparentemente durissimo zig zag tra le rocce sgretolate!

Lo spettacolo che lassù si è presentato davanti ai nostri non ha paragoni: abbiamo avuto la sensazione di trovarci sulla luna e al contempo di fronte a un poster: uno sguardo da 2950 metri di altitudine su tutte le Dolomiti, un’esperienza assolutamente da provare almeno una volta nella vita. Tanto bello da sembrare irreale!

Le bambine hanno costruito la loro piramide di sassi e giocato con la poca neve sopravvissuta alle temperature estive. Attenzione coi bambini però, perché pur essendoci ampi spazi si è circondati da dirupi e il fondo ghiaioso e di pietrisco può risultare sdrucciolevole.

Ci è dispiaciuto tornare “con i piedi per terra” ma purtroppo era ora di incamminarci per il ritorno. La puntatina fatta al negozio di souvenir che le bambine hanno insistito per fare e che si è conclusa con l’acquisto di una marmottina di peluche ci ha però portato fortuna: infatti, risalendo lungo il Sas Becè, ne abbiamo scorta finalmente una in carne ed ossa che faceva capolino tra le rocce.

Arrivate ai piedi del Becè, senza tornare al Rifugio Fredarola, abbiamo imboccato il sentiero pianeggiante sulla sinistra, sentiero che ci ha riportate al Belvedere e poi alla stazione di Col Dei Rossi (in tutto, da passo Pordoi, un’oretta scarsa).

Complice la bella giornata ed il caldo anche in quota, credo che questa resterà a lungo nella top ten delle nostre più belle passeggiate!

Monte Muro: panorama super!

Eccoci qui con il racconto di un’altra escursione nei pressi del Passo delle Erbe, il valico che collega la Val di Funes con la Val Badia.

Dopo un bel sonno rigenerante avvolti dal profumo del legno, scostare le tende ed iniziare la giornata con questa vista non poteva che darci l’energia giusta  per affrontare al meglio la passeggiata odierna.

Niente di esageratamente difficile, anzi, il sentiero è adatto anche a chi ha bambini poco propensi a camminare o nel passeggino. Ciononostante questa passeggiata vi regalerà una visuale incredibile su alcune delle più belle cime delle Dolomiti. Stiamo parlando della salita al Rifugio Monte Muro, dirimpettaio d’eccellenza del Sass de Putia.

COME ARRIVARE

Il punto di partenza è il parcheggio Pé de Börz, che si trova poco sotto il Passo delle Erbe, a quota 1869 m. slm. Qui si può lasciare l’auto a fronte del pagamento di una tariffa giornaliera. In alternativa potete arrivare qui con il servizio autobus (linea 464, tra la Val Badia e il Passo delle Erbe), che è gratuito con il Südtirol Guest Pass (viene consegnato nelle strutture ricettive e garantisce l’utilizzo gratuito di treni ed autobus per tutta la durata del soggiorno). Noi lo abbiamo trovato molto comodo.

Da questo parcheggio partono vari sentieri: noi ci siamo incamminati verso destra, sul sentiero numero 1,  seguendo appunto le indicazioni per il Rifugio Monte Muro.

IL SENTIERO

Il sentiero ha una lunga partenza pianeggiante e si snoda inizialmente nel bosco, per poi  cominciare a salire in maniera costante ma mai troppo faticosa. Sui bivi è segnalata sempre chiaramente la direzione da seguire. Man mano che si sale il bosco si fa meno fitto e comincia a farsi apprezzare il paesaggio circostante: gli alberi lasciano il posto ai fiori e, dopo circa un’oretta di camminata, dietro un tornante ecco apparire anche il rifugio.

IL RIFUGIO

Il Maurerberghütte  si trova a quota 2157 metri e sorge in una posizione privilegiata, una sorta di “balcone” sul Putia e sulle Odle. Non non solo: lo sguardo spazia su tutte le montagne della Val Badia, dal Plan de Corones, al Sass dla Crusc, che con i suoi 2907 metri di altezza è la cima più alta delle Dolomiti di Fanes, a tutte le montagne che delimitano ad est la val Badia…

E mentre gli adulti si perdono ad ammirare e fotografare tutto questo, per i bambini c’è un bellissimo parco giochi con altalene, dondoli, castello multipiano con scivolo e casetta segreta. I più grandicelli invece si divertiranno sulla slack-line, esercitandosi a stare in equilibrio.

Attorno i prati si aprono sconfinati. L’ideale per qualche bella corsa, sia per i bambini che per gli amici a quattro zampe!

Una sosta al rifugio per mangiare o spizzicare un dolce resta sempre un’ottima idea. Qui la cucina calda è aperta da giugno a fine ottobre, e offre una selezione di piatti tipici e di dolci tradizionali. Vi consigliamo la Linzer Torte perché era davvero spettacolare.

Siamo stati fortunatissimi perché abbiamo avuto il piacere di trovare anche un’esibizione di musica dal vivo, che ha reso il nostro pranzo, già allietato dalla magnifica vista, un’esperienza ancora più piacevole.

Non scordate di portare con voi una giacchina antivento o una buona felpa perché quassù tende ad essere alquanto ventilato! Mangiare al fresco in giornate così calde come quelle di questa estate è comunque un lusso che non ha prezzo!

ALTRI PERCORSI DA MONTE MURO

Dal rifugio è possibile proseguire l’escursione  (un’altra ora di camminata, 180 metri di dislivello) per raggiungere la cima Monte Muro, dove si può avere una visuale a 360 gradi sulle montagne circostanti, compresa l’Alpe di Luson e quella di Rodengo. 

IL RITORNO

Il rientro è sulla strada dell’andata. Se siete arrivati in autobus potete anche allungare la camminata e scendere fino ad Antermoia a piedi evitando la strada. Basterà seguire la direzione segnalata.

E dopo questa fantastica escursione siamo rientrati alla base per coccolarci con un bel idromassaggio e una sauna panoramica e concludere infine la giornata con una cena deliziosa preparata dallo chef Roland.

Qualche carezza a Ginny con lo sfondo di questo panorama incredibile (impossibile non capire perché si chiami Hotel Panorama Elisabeth! ) e la giornata si conclude in bellezza. Pronti per una nuova escursione domani?

INFO UTILI

🌍 LUOGO: Passo delle Erbe
📍 PARTENZA: parcheggio Pé de Borz
📍 ARRIVO: Rifugio Monte Muro
⛰️ ALTITUDINE: m 2157
🚶🏻‍♂️DISTANZA: 5,4 km
⏱️ DURATA: 2 ore  (andata e ritorno)
⬆️DISLIVELLO: 300 metri
⚠️ PASSEGGINO: da trekking
🏡 PUNTI DI RISTORO: Rifugio Monte Muro
📞 0474 520059; 

CONTATTI E PRENOTAZIONI

Rifugio Monte Muro (Maurerberghütte)

tel. 0474 520059
info@montemuro.it

COSA FARE NEI DINTORNI
  • Giro delle baite del Sass de Putia: QUI il nostro racconto.
  • Val dl’Ert: percorso di land art dedicato all’arte contemporanea nel bosco sopra San Martino in Badia: a noi è piaciuto tantissimo, guardate QUI
  • Escursione alla Ütia Ciampcios, paradiso di pace affacciato sul gruppo del Puez: lo trovate QUI
  • Malga Munt da Rina ed i suoi bassotti: ve lo abbiamo raccontato QUI

Vi piace la Val Badia? Volete scoprire di più? Abbiamo raccolto tutte le esperienze da noi provate in una mini-guida per l’estate. La potete consultare cliccando QUI!

 

All’alpeggio di Malga Tremalzo

Avete mai assistito alla produzione del formaggio? Questa mattina ci siamo svegliati di buon ora (certo non quanto il casaro…) ed abbiamo raggiunto il Rifugio Garibaldi, in quel di Tremalzo, dove ci attendeva Annamaria, la guida che ci ha accompagnate in questa esperienza.

Tremalzo è località di alpeggio e pascolo storica per gli abitanti della Valle di Ledro: qui, tra prati e boschi che si contendono gli spazi, si trovano infatti alcune malghe, tra cui la Malga Tremalzo di Bezzecca, la mèta del nostro viaggio odierno.

Il rifugio Garibaldi si raggiunge facilmente in una mezz’ora d’auto da Passo Ampola (nei pressi dell’omonimo lago: ne abbiamo scritto QUI), a cavallo tra la Valle di Ledro e la valle del Chiese: si sale su una ampia strada asfaltata a tornanti, dapprima nel bosco e poi, più in quota, sui prati.

Con Annamaria, dopo i saluti di rito, ci siamo subito incamminate verso Malga Tremalzo di Bezzecca.Lungo il breve tragitto abbiamo avuto modo di conoscere, grazie alla sua esperienza, alcuni fiori di campo e le loro proprietà e ne abbiamo annusato i profumi, a volte intensi a volte meno. Abbiamo persino scoperto che i cardi, una volta sbucciati venivano spesso utilizzati nella cucina popolare. Presenza costante al nostro fianco, ovviamente, le mucche al pascolo.

Anche la malga è  poi comparsa all’orizzonte, circondata da verdi alberi che la mantengono fresca anche nelle giornate più calde.

Qui ci aspettava Marco, giovane gestore della malga ma soprattutto casaro: il latte delle sue mucche infatti viene quotidianamente lavorato e trasformato in tanti deliziosi prodotti proprio qui grazie, è il caso di dirlo, alla forza delle sue mani. Eh sì, perché questo è un lavoro nel quale molti dei passaggi della lavorazione del latte vengono ancora effettuati a mano, come da antica tradizione.

E’ stato interessante assistere alla lavatura ed alla porzionatura del burro mentre ascoltavamo i racconti di Marco relativi alle sue giornate ed alle attività che le scandiscono.

Successivamente ci siamo occupati anche del formaggio, con tre diverse lavorazioni: il primosale e un altro formaggio a pasta molle tipo taleggio, per i quali il latte viene tenuto ad una temperatura meno calda, ed un terzo tipo di formaggio, destinato ad una stagionatura più lunga, il quale invece viene riscaldato ulteriormente dopo aver proceduto con il taglio della cagliata (che avviene dapprima con una lama e poi con uno spino che tradizionalmente era costituito da un ramo di albero a molte punte – oggi esiste un apposito utensile!)

La pasta del formaggio viene successivamente ricompattata  a mano fino ad ottenere una massa omogenea che va posta nelle apposite forme e “strizzata” anche con l’aiuto di teli a trama sottile per far fuoriuscire la componente liquida residua (siero che verrà poi impiegato per la produzione della ricotta ).  I formaggi così ottenuti vengono lasciati scolare (le forme da stagionare  vengono compresse, per favorire questa operazione, sotto dei pesi).

Le mucche da latte di Marco sono circa 25, alle quali si aggiungono alcuni vitelli e manzette. Si producono giornalmente circa 600 litri di latte, che oggi si sono trasformati in dieci kg di burro, 4 belle forme di formaggio da stagionare, una decina di formaggi tipo taleggio e altrettante forme di formaggio fresco.  Il lavoro in malga inizia però molto prima, al mattino, già verso le 5.30, quando viene effettuata la prima mungitura, e non finisce con le forme messe a riposare e scolare… Durante la giornata è necessario infatti girare più volte i formaggi, per favorire la fuoriuscita di siero residuo ed evitare la formazione di muffe.

Mentre Marco e il suo aiutante di nome… Marco (!) riassettavano la stanza caseificio e ci preparavano qualche assaggio, noi abbiamo approfittato per andare fino alla stalla a vedere i vitellini!

Annamaria ci ha raccontato altre curiosità, stavolta riguardanti le ortiche, pianta che può essere fastidiosa per chi la tocca inavvertitamente (abbiamo visto, ingrandendo la foto, come si “difende” dai potenziali aggressori) e la cui presenza indica che il terreno è ricco di azoto.

Siamo poi tornate alla malga dove abbiamo assaggiato i vari tipi di formaggio, compresa una formaggella aromatizzata all’erba cipollina (ma se preferite c’è anche allo zafferano, o al peperoncino). E dopo che la nostra lingua ed il nostro stomaco hanno approvato e gradito ci siamo spostate nello shop e qualcosa abbiamo preso anche da portare a casa, compresi degli yogurt freschi, disponibili in vari gusti  (buonissimi!).

E’ stato affascinante ascoltare i racconti e le spiegazioni di Marco, mentre osservavamo i movimenti sicuri e sapienti  grazie ai quali in poche ore il latte si è trasformato in formaggio sotto i nostri occhi: storie e gesti di una vita che scorre con ritmi diversi da quelli cui siamo abituati, storie di un lavoro che è soprattutto una passione di famiglia… perché sarebbe bello che anche tutti i nostri bambini crescessero con delle passioni e con la volontà necessaria per trasformarle in realtà.

Marco, oltre all’azienda agricola (che prende il nome del soprannome di famiglia, Batistì) gestisce anche, sempre con la sua famiglia, l’agritur La Dasa in località Derco, a Bezzecca, in Valle di Ledro. Noi abbiamo dato una sbirciata al sito e ci sembra proprio un bel posticino, sia per mangiare che per dormire (le stanze sono super!)

L’esperienza in alpeggio fa parte delle Garda Trentino Experience, delle quali vi abbiamo parlato QUI, e si svolge tutti i martedì di luglio ed agosto dalle ore 9 alle ore 12 circa.

Un’occasione davvero interessante per conoscere tutto il lavoro e la passione che sta dietro anche a una sola piccola forma di formaggio ed imparare ad apprezzare ancor di più il gusto di burro e formaggi dei piccoli produttori locali, oggi ultimi custodi di autentiche tradizioni. Marco vi aspetta con degli assaggi super buoni! Andate a trovarlo!

La prenotazione va effettuata online QUI entro le ore 17 del giorno precedente

Per ulteriori informazioni:

GARDA DOLOMITI S.P.A. – AZIENDA PER IL TURISMO
Largo Medaglie d’Oro al Valor Militare, 5 Riva del Garda
NEI DINTORNI
Questa esperienza fa parte delle Experience proposte da Garda Dolomiti: ne abbiamo provate anche altre. Leggete QUI per prendere ispirazione per la vostra prossima avventura!
Infine non dimenticate la nostra guida estiva per la Valle di Ledro: la trovate QUI

Sulla ferrata Colodri con Mmove

Uno dei simboli di Arco è sicuramente il suo castello, che si erge sulla rocca sovrastante il centro storico e che è ben visibile sia per chi proviene da nord che per chi proviene da sud offrendo un punto privilegiato per godersi uno splendido scorcio. Esiste tuttavia un altro posticino dove la vista è ancor più spettacolare e da cui si può ammirare in tutta la sua magnificenza il panorama sulla “Busa“, la piana che si apre attorno al corso del Sarca e arriva fino al Lago di Garda: questo punto è la croce dei Colodri, che sorge sulla sommità dei monte da cui prende il nome.

Una gita quassù è davvero un must e quando ci sarete stati una prima volta non vedrete l’ora di ritornarci. Ci si può arrivare a piedi partendo dal centro di Arco e passando dalla Chiesetta in località Laghel (se volete provare ad arrampicare in falesia in zona leggete QUI ) oppure salendo lungo la via ferrata che si trova sul versante opposto della montagna.

Il Colodri è noto agli appassionati di arrampicata per le sue pareti, ma grazie alla facile via ferrata potrete portarci anche i bambini in tutta sicurezza e con piena soddisfazione di tutta la famiglia. Noi ci siamo affidati a Mauro Girardi, guida alpina e fondatore di Mmove-into Nature, team con esperienza ventennale nel settore outdoor le cui attività sono particolarmente apprezzate anche dalle famiglie.

Il punto di ritrovo per l’escursione lungo la ferrata è ad Arco, ai piedi del Monte Colodri,  versante est, presso la piscina in località Prabi (Ci siamo stati anche noi, leggi QUI). Arrivando da Trento e Rovereto si va verso il centro di Arco e si svolta a destra subito dopo aver oltrepassato il ponte sul Sarca. Da qui si prosegue per circa 1 chilometro fino ad arrivare alla piscina comunale. È proprio qui che si trova anche il quartier generale di Mmove e che potete lasciare la vostra auto.

Se avete già esperienza potete anche solo noleggiare il kit per ferrata, altrimenti l’appuntamento, da marzo a fine ottobre, è fissato per il giovedì pomeriggio alle ore 14 con la “Family Ferrata“: in questo caso avrete a vostra disposizione anche una guida alpina che vi accompagnerà per tutto il pomeriggio aiutandovi nella tecnica ma anche illustrando a tutta la famiglia le peculiarità del percorso e le regole di sicurezza.
La ferrata del Colodri, nata come discesa per i climbers, è un sentiero attrezzato adatto a tutta la famiglia (bambini dai 5 anni, purché amino camminare in montagna) che si percorre in un’oretta e regala una visuale spettacolare su tutta l’area sottostante.

Ai bambini piacerà arrampicarsi e tenersi occupati ad agganciare e sganciare i moschettoni, aggrapparsi ai fori nella roccia creati dall’acqua e dal ghiacciaio (la zona è molto interessante anche dal punto di vista geologico, con i campi solcati e altri fenomeni di carsismo ben visibili soprattutto nella parte alta del percorso), ma anche salire le scalette di ferro e, perché no, sentirsi grandi e provare il brivido della vertigine guardando giù!

Già perché la ferrata è talmente scenografica e coinvolgente che sarà quasi un peccato rendersi conto di essere già arrivati sulla sommità del Colodri… il panorama, quasi a 360°, che si aprirà di fronte ai vostri occhi spazia dalla valle del Sarca, alla rupe del Castello di Arco, al Monte Brione fino ad arrivare, naturalmente, al Lago di Garda con tutte le montagne  che lo circondano.

Quassù noi abbiamo trovato anche delle caprette ed un caprone ad attenderci, intenti a brucare dei cespugli e per nulla intimoriti dalla nostra presenza.

Camminando altri 10 minuti sui campi solcati siamo giunti sulla vetta del Colodri, contrassegnata dalla grande croce di ferro mèta di tanti escursionisti.

Si scende a questo punto con una gradevole passeggiata verso la valle di Laghel, altra soleggiata località immersa negli uliveti, lungo la via del Calvario, una stradina lastricata dove sono visibili le stazioni della via Crucis e si prosegue verso il centro storico di Arco per fare infine ritorno al punto di partenza.

Le guide di Mmove propongono un calendario settimanale di attività, anche dedicate alla famiglia, tutte prenotabili anche online direttamente dal loro sito: il lunedì pomeriggio è dedicato al family climb, il giovedì alla family ferrata, ma ci sono anche il trekking fluviale lungo il Sarca, il canyoning e la canoa. Lo scopo è quello di offrire ai bambini una giornata all’insegna dell’avventura e di avvicinare le famiglie a nuovi modi di vivere la natura, con rispetto e nuovo entusiasmo.

A riprova di quanto bambini e famiglia siano importanti nel progetto di Mmove, non possiamo non nominare i loro apprezzatissimi e sempre fully booked camp estivi all’insegna dello sport, della natura, dello spirito di gruppo e della qualità delle attività offerte, ogni giorno diverse e sempre interessanti e stimolanti. Tutti gli Adventure Camp (divisi per età: 8-10 e 11-14 anni) di Mmove culminano nella notte in tenda, il momento più atteso da tutti i bambini e ragazzi.

Per prenotazioni e informazioni sulle attività contattate Mauro ed il suo team MMOVE ai seguenti indirizzi:

📞334 2193862
📧 info@mmove.net
🌐 www.mmove.net