A Rovereto, in via Flaim, c’è uno spazio accogliente in cui le famiglie possono incontrarsi, scambiarsi idee e consigli, far giocare i bambini. Lo spazio che è arredato a misura di bambino con tavolini e seggioline, giochi e spazi morbidi.
I più assidui frequentatori sono bambini, in compagnia delle loro mamme, dai 9 ai 6 anni, in particolare sotto i 3, anche grazie alle proposte di incontri, laboratori e attività che vengono fatte dallo spazio. Per accedere non serve prenotare, coerentemente con il concetto di “spazio aperto”. Quello che bisogna fare però per poter frequentare “la mansarda delle famiglie” è pagare una quota associativa annua di 30€ .
Fiore all’occhiello sono le proposte tematiche “fisse”:
lunedì e giovedì mattina orario 10 – 12 | SPAZIO NEO e FUTURE MAMME – Attività ed eventi per mamme in attesa o con bimbi sotto i due anni
mercoledì mattina orario 10 – 12 | ATELIER IN TUTTI I SENSI – Laboratori creativi genitore – bambino (fino ai 3 anni)
martedì e giovedì pomeriggio orario 16 – 18 | ATELIER IL GIOCO DELL’ARTE – Laboratori creativi fino ai 6 anni
martedì e giovedì mattina orario 10 – 12 e mercoledì pomeriggio orario 16- 18 | SPAZIO APERTO – Accesso libero, senza attività strutturate. Genitori e bambini 0-6 anni
A dirigere e coordinare lo spazio è la cooperativa Progetto92. Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdi, la mattina dalle 10 alle 12 e il pomeriggio, tranne il lunedì, dalle 16 alle 18.
Non immaginereste mai cosa si vede da quel buco nella roccia! Per questo ho deciso di raccontarvi questo itinerario, che si trovano nel libro “La montagna racconta, itinerari escursionistici sulle tracce della grande guerra tra Tesino e Vanoi” perché i suoi resti testimoniano il primo grande conflitto che sconvolse il mondo. Un itinerario in quota, da fare non appena arriva un po’ di caldo.
Per raggiungere il Monte Lefre, bisogna percorrere la statale 47 della Valsugana e dopo Borgo, all’altezza di Strigno, seguire le indicazioni per il passo del Brocon – Tesino fino all’abitato di Pradellano. Da qui si gira a destra e seguendo le indicazioni si prosegue per il Rifugio Monte Lefre. Potete parcheggiare nei pressi del rifugio, dove è possibile mangiare o pernottare.
Da qui si prende la stradina sterrata che costeggia il prato sulla sinistra che con una breve passeggiata, tutta immersa nel bosco, vi porta al caposaldo, segnalato da apposita targa. All’interno si trova un’apertura che riserva uno splendido panorama sulla vallata. Attenzione per lavori momentaneamente non è consentito l’accesso.
Proseguendo il percorso si trova anche uno splendido belvedere con magnifico panorama sulla vallata e sui monti circostanti, dall’altopiano di Asiago al Lagorai, fino al gruppo di Rava.
Successivamente salendo lungo le scalette rocciose si arriva al secondo punto panoramico, dove una tabella indica i nomi delle montagne e due panchine invitano alla sosta. Entrambi i balconi sono protetti da parapetti e sono perciò sicuri. Attraverso i sentieri si ritorna al punto di partenza, il rifugio, dove potete gustarvi un ottimo pranzetto.
IL RIFUGIO
Il rifugio nasce nel 1970 e da allora è sempre stato gestito a conduzione familiare, oggi infatti ad accogliervi troverete Sofia e Nicola che sono la terza generazione. Un grande prato verde circonda il ristorante, abbellito con diverse sculture in legno raffiguranti vari animali.
Noi abbiamo mangiato un ottimo tagliere di formaggi di malga, degli gnocchetti con il ragù di cervo e un piatto con funghi, spezzatino di cervo e polenta realizzata con una miscela di ben tre farine, tutte rigorosamente trentine e cotta sulla stufa a legna nel paiolo di rame. Un piatto da non perdere è sicuramente il formaggio fritto, la cui ricetta è stata tramandata di generazione in generazione.
Abbiamo chiuso infine la nostra deliziosa esperienza con una bella fetta di torta di ricotta e mirtilli e una fetta di treccia mochena, realizzate con burro fresco di malga e marmellate di loro produzione.
La struttura è aperta tutti i fine settimana e i festivi fino al 6 gennaio 2023, è consigliata la prenotazione. Trovate tutte le informazioni QUI.
Dal rifugio, imboccando la strada asfaltata sulla destra, in circa cinque minuti si può raggiungere la chiesetta alpina, inaugurata nel 2003 e dedicata ai caduti delle due guerre mondiali. E’ segnalato anche un ulteriore percorso, “Il sentiero dei fiori” che faremo sicuramente la prossima volta!
Lo stadio del ghiaccio di Pinzolo è una struttura coperta con pista olimpionica a refrigerazione artificiale, di dimensioni 30 per 60 metri. Per rimanere aggiornati sugli orari cliccate QUI, in quanto spesso variano con festività e ponti. La pista di pattinaggio riapre al pubblico l’8 dicembre 2022.
Tariffe (cliccate QUI per restare sempre aggiornati) Ingresso euro 7 / Ingresso + pattini euro 12
Ingresso ridotto (per bambini con meno di 12 anni, richiesto documento) euro 5 / Ridotto + pattini euro 10
Ingresso ridotto + pattini (per bambini con meno di 4 anni, richiesto documento) euro 5
Prezzi Ice Disco, dalle 21.30
Intero euro 10 / Ridotto under12 euro 5
Intero + pattini euro 15,00 / Ridotto under 12 + pattini euro 10
Lezioni 20 minuti – euro 20,00 / 40 minuti – euro 30 / 60 minuti – euro 40 – I prezzi non comprendono l’ingresso alla pista e il noleggio dei pattini.
Passeggiata semplice, ed allo stesso tempo spettacolare, quella che porta dal paesino di Nova Ponente in Val d’Ega alla deliziosa chiesetta di Sant’Elena. Maestosi i gruppi montuosi del Catinaccio e del Latemar, sullo sfondo per tutto il percorso. Si parte nei pressi dell’Hotel Pfösl: meraviglioso quattro stelle superior con una vista incredibile. Seguite per una decina di minuti a piedi il sentiero che costeggia la strada che scende verso la Val d’Ega, fino alla fermata dell’autobus sulla sinistra.
Da lì si imbocca la strada asfaltata da cui comincia il percorso. Ci sono anche dei posti auto vicino alla fermata, ma pochi. Importante: dovete vedere presto questo panorama. Se vi inoltrate nel bosco quella invece è la strada che poi completa il giro, se volete farlo ad anello. Il fondo stradale è perfetto per i passeggini da trekking, per la maggior parte asfalto, un breve tratto sterrato e solo un punto un po’ faticoso per fondo irregolare.
Camminerete attraversando i masi contadini del posto, intatti nella loro autenticità. Non mancheranno trattori, lavoratori nei campi, animali al pascolo anche in autunno inoltrato. Noi a fine ottobre abbiamo incontrato asini e mucche, placide e sornione.
In un’ora scarsa si arriva alla meta: un nucleo di case con la chiesetta di Sant’Elena con il suo campanile.
INFO UTILI:
LUOGO: Val d’Ega
PARTENZA: Nova Ponente
ARRIVO: Maso Sant’Elena e chiesetta di Sant’Elena
DURATA: un’ora (solo andata)
PASSEGGINO: si, da trekking
PUNTI DI RISTORO: Maso Sant’Elena📞 346.5797527
UN PO’ DI STORIA.
Questa chiesa è tra quelle di montagna con la posizione più bella, con Catinaccio, Pale di San Martino e Latemar a farle da sfondo. Chiesa e maso hanno radici antiche: vengono menzionati addirittura nel 1300. All’importanza storica e religiosa della chiesetta va aggiunto il valore dei suoi affreschi, preziosa testimonianza del gotico del primo Quattrocento in provincia.
Proprio attaccata si trova la trattoria Kreuzhof, detta anche Lien Hof: maso Sant’Elena. Qui l’atmosfera sembra essersi fermata parecchio tempo fa, anche se è tutto curato nei dettagli. Belle le tavole in legno sotto il porticato, così come quelle con vista sulle montagne. Poi ci sono altri tavoli sparsi qui e là… se arrivate nel weekend e soprattutto dopo l’effetto “Trentino dei bambini” meglio arrivare un po’ presto. Qualche tavolo è disponibile anche all’interno, con le vetrate che danno sul panorama circostante.
CHE SI MANGIA?
Nel menù i piatti della tradizione altoatesina. Scelta giusta, che secondo noi è garanzia di cura ed attenzione per la preparazione e le materie prime: taglieri di speck e formaggio, salsiccia e crauti, minestra d’orzo e omelette con formaggio (gigante) o con la marmellata, Kaiserschmarren. Noi abbiamo scelto i ravioli fatti in casa con ripieno di ricotta e spinaci: ottimi.
E poi il classico piatto uova, speck e patate arrostite. Buono ed abbondante.
Come dolci c’erano poi lo strudel di mele (anche con la salsa alla vaniglia) e le frittelle. Una bontà!
Prezzi molto buoni (ravioli a 9 euro, dolci a 3 euro e mezzo) e bontà indiscussa. Anche perchè la bellezza del luogo e la sua genuinità sono un elemento raro. E poi incredibili gli orari di apertura: tutti i giorni (tranne il martedì), tutto l’anno. Incredibile, no?
Torneremo qui sicuramente con la neve. Questo posto in inverno dev’essere un incanto.
Info: 346.5797527
Si può arrivare direttamente qui in auto dal paese di Nova Ponente. Venendo dal paese e scendendo verso Novale, basta prendere la prima strada a sinistra con le indicazioni di Sant’Elena. Come dicevo all’inizio, questa strada dà anche la possibilità di completare il giro ad anello (comodissimo con i passeggini, tutto asfaltato) passando per il bosco. Niente panorama questa volta, anche se il tratto è più rapido: in 40 minuti scarsi si torna al punto di partenza.
Chi abita a Trento e dintorni lo vede tutti i giorni, ma quanti di noi sono saliti sul Doss Trento? E’ un luogo che si presta benissimo per una gita veloce (da evitare le giornate assolate, per i suoi poco più 300 metri di altezza), o per un picnic nei suoi ampi spazi verdi. Da sapere che è un luogo ricco di storia:
sulla sommità ci sono infatti i resti di una basilica Paleocristiana
nel 1703 questo luogo venne utilizzato dalle truppe francesi per bombardare la città durante la Guerra di Successione Spagnola
durante la Prima Guerra mondiale venne utilizzato dagli austriaci come difesa del capoluogo. Ancora oggi si vedono alcuni resti di quel periodo…
Ci sono diversi modi per arrivare in cima e anche diverse entrate:
dalla piazza di Piedicastello (molto carina), dove si trova anche un parco giochi a poca distanza. Qui sale una lunga scalinata, con passaggi divertenti per i bambini e terrazzini di sosta.
dal piazzale di via Brescia, fattibile con il passeggino anche se in salita.
da via alla Vela (zona nord), passando dal fortino napoleonico
Se non avete particolari problemi il nostro consiglio è quello di salire dal centro di Piedicastello, per poi scendere lungo la strada asfaltata e completare il giro. In questo modo percorrerete a piedi anche una lunga galleria (ricordatevi un torcia, bene anche quella del cellulare). Qui si può provare l’eco e sperimentare la frescura data dallo scavo nella roccia. Il percorso è piacevole e ben ombreggiato, con dei bellissimi scorci sulla città man mano che ci si alza.
Si vedono i tetti del centro storico, il fiume Adige e le sue anse e pure le funivie di Sardagna che si incrociano e che danno sempre l’occasione di esprimere un desiderio. E poi, arrivati in cima, ecco il monumento a Cesare Battisti e i cannoni che sempre affascinano adulti e bambini. Ampio il prato lì vicino, dove giocare e correre in libertà. Altri cinque minuti di passeggiata e si arriva alla sommità, dove si trovano i resti della basilica paleocristiana.
Molto carini i tabelloni informativi (anche se rovinati), con una speciale caccia al tesoro delle foglie: i bambini possono così prendere un rametto degli alberi circostanti, confrontarlo con i disegni presenti e scoprire così di quale specie si tratta e delle sue caratteristiche. Sulla sommità c’è anche il nuovo Museo Storico delle Truppe Alpine, QUI gli orari aggiornati. Attenzione, in corrispondenza delle entrate ci sono dei cancelli che dovrebbero essere a chiusura automatica (non siamo sicuri del loro funzionamento, ma meglio non rischiare). In ogni caso la strada asfaltata non è chiusa da alcun cancello, nel caso in cui non riusciste ad uscire. Numero dei vigili urbani: 📞 0461 916111
Altre passeggiate consigliate nei dintorni di Trento:
Passeggiata semplice che porta dal Passo Lavazé (Val di Fiemme) a Malga Costa (in tedesco Liegalm), posto delizioso e molto panoramico che propone piatti della tradizione altoatesina da primavera fino ad autunno inoltrato. Anche in inverno questo posto è un incanto: ve l’abbiamo raccontato QUI.
Superato il laghetto alpino e seguendo le indicazioni per il percorso (nella zona di alberghi e ristoranti) il paesaggio si fa subito autentico e genuino. Nessuna costruzione, solo la bellezza della natura. Inconfondibili davanti ai vostri occhi le cime gemelle del Corno Nero e Corno Bianco, una ovviamente più scura e l’altra chiara data dalla roccia che affiora.
Il percorso è per lo più pianeggiante: in poco più di un’ora arriverete a Malga Costa, che si trova proprio di fronte al massiccio del Latemar e poco più in lontananza anche quello del Catinaccio.
Prendete posto sui tavoli soleggiati all’esterno, per godere di tutto lo spettacolo.
Sul retro si trova una piccola sabbiera e la pista da bowling: i bambini ne andranno matti! Diverse anche le sdraio per qualche momento di relax.
Deliziosi ed abbondanti i piatti proposti: noi abbiamo preso il classico uova, speck e patate arrosto. Non mancano i piatti della trazione, come i canederli, anche con goulash di manzo.
E poi la polenta con i funghi ed il formaggio. Tutto delizioso ed al giusto prezzo.
I prodotti provengono da realtà e aziende agricole dei dintorni, come le uova del Maso Bacher e la carne della macelleria Zelger a Nova Ponente. Non mancano i dolci, come il tiramisù, la panna cotta o lo yogurt con i frutti di bosco, e le torte.
ORARI E APERTURE.
Malga Costa è aperta solitamente da marzo ad autunno inoltrato. Nei mesi di luglio e agosto nessun giorno di riposo, altrimenti la chiusura è prevista di martedì.
Consigliato dopo pranzo fare un giro salendo per la stradina dietro la struttura, sulla strada per Nova Ponente per intenderci. In questa maniera potrete apprezzare ancora di più il panorama circostante e soprattutto ammirare le mucche al pascolo, placide e felici.
Si torna indietro sulla stessa strada fino a Passo Lavazè, dove in agosto c’è anche la possibilità di salire sulla carrozza trainata dai cavalli di Malga Daiano.
Cosa fare quando il tempo è così così ma non si vuole rimanere in casa? Noi abbiamo deciso di andare a fare un giretto tra i vigneti, che ancora per qualche tempo conserveranno il loro meraviglioso colore dorato, e quale migliore itinerario se non il Sentiero enologico di Cortaccia?
Si raggiunge questo delizioso paesino uscendo dall’autostrada A22 a Egna/Ora (una ventina di chilometri da Bolzano), si percorrono ancora pochi chilometri ed eccoci arrivati al parcheggio vicino al Comune. Da subito siamo rimasti affascinati dai vecchi masi, dall’architettura altoatesina e dalla cura dei dettagli che si trova ad ogni angolo. Davvero un altro mondo, a poca distanza da Trento.
Abbiamo percorso via Angela Nikoletti (dedicata ad una maestra che durante il fascismo – nonostante il divieto – continuò ad insegnare clandestinamente il tedesco ai suoi alunni) e continuato a scendere per una decina di minuti, finché sulla destra non abbiamo visto il grande grappolo d’uva in pietra che indica la giusta direzione.
Il segnavia da seguire da quel punto in poi è la grande mano con scritto “Weinlerhpfad”, cioè Sentiero enologico. Si comincia quindi la salita: il percorso, lungo un paio di chilometri, non è adatto a passeggini o a bambini molto piccoli, anche se non è faticoso. Bellissimi i vigneti circostanti, tutti da ammirare e fotografare.
Ad un certo punto cominciano ad apparire sul cammino delle ampolle. Si toglie il tappo, si annusa e si cerca di indovinare a cosa corrisponda quel profumo. Che all’inizio è abbinato ai vitigni, tipo il Traminer, ma poi anche ai sentori tipo il lampone, la vaniglia, la fragola, la ciliegia… e quanto c’è di più divertente per un bambino che mettere alla prova i propri sensi e poi scoprire se ha azzeccato o meno la fragranza? Continuando sul percorso si trova un bel terrazzino panoramico con un “cannocchiale” che punta ad una cascata nascosta sotto la roccia.
Ancora un centinaio di metri, passando sopra un rio che scende fragorosamente, ed eccoci di nuovo sulla strada: si può continuare il percorso fino a Magré, per poi tornare indietro sulla stessa via, oppure si può effettuare il percorso ad anello tornando verso il paese di Cortaccia (io lo consiglio, a noi è piaciuto molto vederla anche dall’alto): si gira a destra verso un bel maso/mulino, si sale brevemente e percorrendo la strada asfaltata si chiude il percorso.
Per mangiare? A noi hanno parlato molto bene del Ristorante Terzer, aperto anche fuori stagione e sicuramente da provare (ma prenotate, che noi abbiamo trovato tutto pieno!). Insomma, una splendida gita, tutta da provare e da annusare!
Vi abbiamo già raccontato del nuovissimo Parco del Sole a Maranza, ma l’altra novità dell’area turistica di Rio Pusteria è senza dubbio il parco avventura a Valles, che siamo andati a provare come sempre per voi in anteprima! Si sale in una decina di minuti con la cabinovia Jochtal dal paese di Valles (parcheggio gratuito), aperta fino al 3 novembre (orari sempre aggiornati QUI). Appena arrivati in cima (2008 metri di altitudine) inizia l’avventura.
Troverete subito il rifugio omonimo, con tantissimi giochi all’esterno: trampolino elastico, altalene, scivoli, tronco per arrampicarsi e divertenti scivoli, tra gli altri.
Le installazioni del nuovo parco avventura (che in realtà è un percorso con diverse postazioni di intrattenimento) si snodano sulla montagna poco sopra. Ad un quarto d’ora di cammino (pianeggiante) troverete i campanelli nel bosco, tutti da suonare con le corde individuando simpatiche melodie.
Ancora avanti, tenendo la destra, prima il bacino usato per l’innevamento artificiale (non è una postazione gioco, ma i tantissimi pesci attireranno l’attenzione dei bambini!)…
…e poi il parco acquatico con la zattera che permette di attraversare il laghetto con l’utilizzo di una corda. Eccoci, io e Carlo, alle prese con questa piccola, grande – ma soprattutto divertente – avventura!
Nel laghetto entra l’acqua grazie ad un sistema di condutture sospese capaci di intrattenere i piccoli per ore: noi abbiamo trasportato foglie e sassi, aperto e bloccato i flussi, per spruzzarci addosso – complice il sole ancora caldo – anche un po’ d’acqua.
Per i bambini più grandi ecco il cervo gigante su cui arrampicarsi (e ad una ventina di minuti di passeggiata anche l’orso).
Infine la Baita Ochsenalm con un piccolo zoo e qualche gioco all’esterno. Un bel posto dove rilassarsi un po’.
Informazioni utili:
Noi abbiamo deciso di scendere di nuovo verso il Rifugio Jochtal (mezz’ora circa), per mangiare sulla terrazza al sole qualche specialità altoatesina e tornare a valle. Diverse le possibilità di passeggiate nei dintorni.
La cabinovia costa 16 euro a/r per gli adulti, 12 per i bambini dagli 8 ai 16 anni. I cani salgono gratuitamente, ma devono essere provvisti di museruola.
Albergo consigliato nei dintorni il Tratterhof (a 20 minuti d’auto dagli impianti) una meraviglia. E con il soggiorno avrete a disposizione anche la Almen Card, che prevede tra le altre cose l’utilizzo gratuito degli impianti.
Scoprite altre escursioni e attività a Bressanone e dintorni QUI.
Se siete alla ricerca di una passeggiata semplice, per nulla impegnativa, adatta davvero a tutti (ma non ai passeggini perché ci sono alcuni passaggi un po’ scomodi) abbiamo noi l’idea giusta per voi: andate ad Aldino (una mezz’ora da Trento, poco sopra Ora) per seguire “il sentiero dei mulini“.
E’ una gita di un’oretta che si snoda lungo il Rio Thal; quella che all’inizio sembra una classica passeggiata nel bosco si trasforma presto in una vera avventura alla scoperta degli antichi mulini della zona. Come ci si avvicina al fiume e si sente il suo scrosciare lungo le rocce si può avvistare il primo mulino. I bambini sono rimasti affascinati dalla grande ruota che fa muovere gli ingranaggi interni.
Noi siamo rimasti particolarmente colpiti dalla fucina: un po’ per il torrente che le scorre accanto, creando mulinelli e cascate, un po’ perché qui sembra di sentire le voci degli antichi abitanti ancora al lavoro, un po’ perché… la porta aperta ci ha permesso di scoprire tantissimi attrezzi in rame, ferro battuto e legno. Insomma ce ne siamo davvero innamorati!
Tanto che abbiamo deciso di fermarci qui per la merenda (ci sono alcune panchine e un tavolo) e ci siamo rilassate (noi mamme, i bambini avevano altro da fare) cullate dal gorgoglio dell’acqua corrente.
Dopo un po’ abbiamo deciso di riprendere la nostra passeggiata. Tra ponti in legno e passaggi tra le rocce, questo è un vero e proprio parco giochi in mezzo al bosco. Un ambiente sicuro e tranquillo in cui i più piccoli possono correre e giocare senza incorrere nei pericoli della città.
Poco più avanti abbiamo attraversato il biotopo Möserwiesen, un piccola area paludosa, habitat ideale per moltissime specie di farfalle e anfibi. Meglio ricordarsi di portare scarpe impermeabili perché, anche se non completamente bagnato, qui il terreno e ancora umido.
Con il ritorno alla macchina la nostra escursione ai mulini di Aldino è finita ma ci siamo ripromessi di tornare, magari in estate per poter passare un pomeriggio a giocare con l’acqua.
Si può parcheggiare la macchina in centro al paese e seguire le indicazioni che portano al museo dei mulini. Noi abbiamo parcheggiato lungo la via principale, in alcuni parcheggi liberi che ci sono proprio all’inizio del sentiero.
Da maggio a settembre vengono organizzare visite guidate per vedere in funzione 2 mulini, la fucina e una vecchia segheria (che noi ci siamo persi, mannaggia!). Bisogna prenotare alcuni giorni prima telefonando al numero 0471886832 ed essere almeno in otto. QUI informazioni sempre aggiornate.
L’associazione pro museo di Aldino offre anche visite guidate (90 minuti). Ulteriori informazioni: 0471 886832.
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Che differenza c’è tra il legno del castagno e il legno di un altro albero? Come funziona un innesto in un tronco e come viene fatto? Come si proteggono i castagni e i frutti autunnali che ci regalano? Queste sono solo alcuni dei temi trattati nelle 10 postazioni che abbiamo incontrato lungo il Sentiero Didattico del Castagno a Foiana in Alto Adige.
Una passeggiata che si snoda lungo un semplice sentiero circondato da alti castagni… cosa ci può essere di più bello in una calda giornata autunnale? Foiana è una piccola frazione di Lana, paese del Burgraviato in Alto Adige che si raggiunge in macchina in poco più di un’ora, uscendo dall’autostrada a Bolzano e proseguendo in direzione Merano.
Nel centro di Foiana si trovano comodi parcheggi gratuiti, è possibile salire fino all’imbocco della passeggiata ma noi abbiamo preferito lasciare la macchina nei pressi di Castel Maggio, per poi attraversare questo piccolo borgo di montagna in cui la tradizione deiTörggelen è più viva che mai.
Il Sentiero del Castagno, dicevamo: che meravigliosa scoperta! Due chilometri con un dislivello davvero minimo (ospiti speciali di questa passeggiata sono stati i nonni) che portano alla scoperta, attraverso le 10 postazioni tematiche, di tutti i segreti dei castagni dell’Alto Adige.
E’ una passeggiata perfetta in ogni stagione ma la consiglio in autunno quando i ricci disseminati sul terreno raccontano, insieme ai tanti tabelloni, la storia di questi boschi.
Il sentiero è ben segnato, impossibile sbagliare, basta seguire i cartelli con impresso il caratteristico riccio. La strada asfaltata che attraversa le campagne, lascia presto il passo ad un bel sentiero nel bosco, un po’ disagevole secondo me, ma comunque percorso da diversi passeggini (meglio se da trekking).
E che meraviglia sfogliare un “libro” che spiega i segreti del bosco godendo di un impareggiabile panorama sulla vallata!
A segnare l’inizio della passeggiata il “gigante” dormiente, un tronco adagiato nell’erba che pare lasciare un chiaro messaggio: qui non si urla, rispettate gli abitanti di questi boschi!
Siamo rimasti particolarmente affascinati dal tronco di un castagno del 1786, purtroppo abbattuto. Un tabellone affisso alla sua base permette di scoprirne la storia: è stato un incredibile viaggio nel tempo.
Purtroppo, in alcune istallazioni i danni del tempo erano fin troppo evidenti, ci vorrebbe una seria opera di risanamento che speriamo venga attuata al più presto. Nonostante questo però la passeggiata ci è piaciuta davvero tanto, ci siamo già segnati diversi altri sentieri della zona, ne abbiamo contati tantissimi e ci piacerebbe tornare per provarli tutti.